lunedì 22 dicembre 2008

E' COMINCIATO L'ASSEDIO di Fabrizio Fornaciari




La campagna elettorale da poco conclusasi, ci ha tenuti impegnati e non ci sono stati aggiornamenti sul nostro blog, ce ne scusiamo con tutti voi e vi lasciamo a questa riflessione.




E’ passato qualche giorno dalla notte dello spoglio elettorale che ha consacrato Gianni Chiodi nuovo governatore della Regione Abruzzo. Gianni Chiodi sindaco di Teramo, tecnico prestato alla politica che deve diventare sindaco d’Abruzzo per continuare, come ha ben dimostrato in questi quattro anni da sindaco, un’opera fatta di decisioni, buongoverno e fatti concreti: ciò che più interessa i cittadini aldilà delle ideologie e delle appartenenze.
Un Gianni Chiodi che ha vinto anche nella nostra Roseto, battendo non solo il candidato avversario Costantini ma anche e soprattutto il modo di governare della coppia Di Bonaventura- Ginoble. Crolla così un laboratorio politico del centrosinistra abruzzese, tale è considerata la nostra città dopo la schiacciante vittoria nelle scorse elezioni comunali da parte della coalizione del Sindaco Di Bonaventura.
Facendo un’analisi dei voti presi dalle liste a sostegno di Costantini, su 4.565 voti il Partito Democratico ne ha presi 2.275 pari al 24,70% del totale, grande successo ha avuto l’Italia dei Valori con 1.747 voti pari al 18,97%, non si avvicina al 5% nessuna delle altre liste. Una sonora sconfitta per il PD considerando anche che in questa competizione era impegnato il candidato rosetano Guerino Prosperi.
Nonostante l’astensionismo, oltre 9.000 rosetani non si sono presentati alle urne, può cantare vittoria il centrodestra. Qui Gianni Chiodi prende 1.119 voti in più delle liste che lo sostengono. Il Popolo della Libertà è il primo partito a Roseto con 2.427 voti. Tra il totale delle preferenze espresse e i voti alla lista del PDL c’è una differenza di 680 voti, cioè 680 elettori non hanno espresso alcuna preferenza per i candidati consiglieri votando semplicemente Chiodi. Segnale che ci deve far riflettere: i cittadini apprezzano chi sa effettivamente amministrare; inoltre i rosetani, anche quelli di centrosinistra, hanno compreso l’occasione storica di avere finalmente un governatore della nostra provincia per far contare di più il nostro territorio rispetto allo strapotere esercitato fino ad ora dall’asse Chieti – Pescara.
Questo successo deve dare al costituente Popolo della Libertà di Roseto quello stimolo in più a radicarsi meglio nel territorio, ad ascoltare i cittadini, le categorie: commercianti, professionisti, studenti, lavoratori e dare loro la dovuta rappresentanza, ad arrivare anche nei quartieri e nelle frazioni più periferiche fino ad oggi monopolizzate dalla sinistra.
Insomma la destra è chiamata dagli elettori ad operare un vero e proprio assedio alle mura un po’ ammaccate che difendono il sistema di potere su cui si regge il Partito Democratico a Roseto. Ma nonostante le ammaccature, le mura resistono ancora e per buttarle giù è necessaria la spinta e il sudore di tutti.
Si apre una fase nuova, caratterizzata dall’ingresso della lista “Liberalsocialisti” nelle file del centrodestra che sicuramente non passa inosservata (hanno totalizzato 1.520 voti pari al 16,50%).
Ora questo ampio fronte che va da Alleanza Nazionale fino ai socialisti deve trovare una sintesi sulle idee, le azioni, i programmi e gli uomini che siano la valida alternativa al gruppo che da troppo tempo “regna” sulla città, bisogna portare avanti l’assedio fino alla fine, senza indugi e senza risparmiarsi solo così potremo realizzare ciò che fino ad oggi ci è sembrato solo un sogno.




Per consultare i risultati delle elezioni regionali del 14 e 15 dicembre nel Comune di Roseto degli Abruzzi vai su www.comune.roseto.te.it

mercoledì 29 ottobre 2008

DOCUMENTO "RESTITUITECI IL FUTURO!"



Restituiteci il Futuro! – L’Università che vogliamo: merito e qualità

Un errore da evitare: un altro sessantotto
Noi non vogliamo spostare le lancette dell’orologio indietro fino al 67, ma riteniamo che il sessantottismo, cioè quel particolare modo di intendere la società e l’università nato nel 68, alla lunga abbia prodotto più danni che benefici. La mentalità del “18 politico”, la deresponsabilizzazione totale dello studente, la distruzione della meritocrazia: sono tutti effetti collaterali di quella stagione. Effetti che hanno logorato pian piano, fino a distruggerla, l’Università italiana. Hanno trasformato la nostra generazione nell’infanzia viziata dell’occidente, quella a cui tutto è dovuto, quella che pretende tutto e lo pretende subito; i sessantottini hanno oKKupato cattedre e giornali, hanno determinato il senso comune da tribune politiche e organi di informazione, hanno creato il mito della gioventù come categoria dello spirito condannando noi, giovani anagraficamente, ad un’eterna adolescenza. Loro che urlavano “Immaginazione al potere!” sono diventati dei calvi ed ingessati professori, liberi professionisti spregiudicati, cronisti faziosi pronti a difendere solo i propri privilegi abdicando alla “vogue” che li aveva coinvolti in gioventù e che li aveva portati a contestare ciò che poi loro stessi sono diventati. Il sessantottismo ha distrutto il ruolo di fucina della classe dirigente tipico delle Università, le ha trasformate in un parcheggio privo di dignità per le forze più sane del paese, le ha svuotate dell’energia culturale che le rendeva il motore del paese. L’errore più grave che la nostra generazione può commettere, la trappola più insidiosa in cui può cadere, è quella di ripetere, a quarant’anni di distanza, gli stessi slogan sessantottini, è farsi carico delle stesse parole d’ordine. Sarebbe un errore grave perché si tratterebbe di una battaglia conservatrice: l’Università italiana è già oggi come l’avevano immaginata nel 68! Purtroppo per noi…
Serve invece un cambio di rotta. Uno strappo netto col passato. Un’affermazione rivoluzionaria: basta cialtronate, basta egualitarismo, basta pappe pronte! Basta sprechi, basta proteste telecomandate, basta professori incapaci! Vogliamo una rivoluzione nel nome del merito e della qualità!




I giovani del 2008
Noi vogliamo rappresentare la spinta di questo cambiamento, di questa rivoluzione meritocratica della qualità, vogliamo incarnare lo spirito sano della nostra generazione, stufo di falsi egualitarismi e di proteste nate con il solo scopo di difendere gli stantii privilegi di professori e rettori.
Affermiamo con forza che l’unico diritto inalienabile che deve essere riconosciuto ad ogni studente è quello ad uno studio di qualità e di eccellenza; oggi, in una marea di falsi diritti garantiti allo studente, tra i quali ormai ci pare di scorgere anche quello alla laurea, il diritto ad una formazione di qualità è l’unico ad essere continuamente negato, e nessuno protesta per difenderlo! Anzi, rendere la formazione universitaria sempre più facile, sempre più “accessibile”, sempre meno in grado di formare la classe dirigente del paese sembra essere diventato l’obiettivo principe di riformatori e professori, assecondati da quella parte degli studenti che in nome dell’egualitarismo scendono in piazza a difendere lo status quo e che tacciono vergognosamente di fronte all’uso improprio dell’autonomia di molti rettori.
Vogliamo un’Università che permetta l’inserimento rapido nel mondo del lavoro, anche in posizioni dirigenziali: anni di studio e di Master in altri paesi permettono primi stipendi da capogiro, in Italia ti garantiscono un posto da precario presso il call center più vicino! Per quanto riguarda questo argomento, vogliamo sottolineare che il 90% degli studenti, e forse più, non vuole fare né il ricercatore né il professore, ma vuole costruirsi la propria strada nel privato: chi protesta per difendere questi ragazzi, la cui laurea non vale neanche un decimo di quanto poteva valere 20 anni fa? Chi scende in piazza per pretendere più qualità negli studi e maggiore spendibilità nel mercato del lavoro? Si protesta solo contro il blocco del turn over nelle assunzioni di professori e ricercatori, come se queste due categorie professionali dovessero essere specie protette. Si badi, la ricerca è importante: ma non è il numero a fare ricerca di qualità.
Vogliamo un’Università a cui tutti possono accedere, da qualsiasi ceto sociale si provenga, ma fortemente selettiva in base al merito. Attenzione! Quando scriviamo “a cui tutti possono accedere” non vogliamo dire che l’accesso deve essere garantito a tutti! Vogliamo che a tutti vengano date le stesse possibilità di partenza, ma vogliamo che ci sia una selezione meritocratica in ingresso e lungo tutto il percorso di studi! Se serve il numero chiuso per garantire un decente rapporto professore/studenti, ben venga il numero chiuso. Se serve imporre il conseguimento di un numero minimo di crediti (CFU) il I anno pena l’esclusione dalla facoltà, ben venga questa o altre soluzioni che esaltino una differenza tra chi merita e chi no. Se serve (e serve) un’Università più “difficile” perché sia di qualità, e questo causa un alto numero di abbandoni nel percorso verso la laurea, ben venga un’Università più “difficile”.
L’Università non è il luogo in cui rimanere “parcheggiati” nel periodo tra la scuola superiore e la vita degli adulti scandita dal lavoro, dal mutuo da pagare, dalla famiglia,ecc… L’Università rappresenta la fase cruciale: rappresenta un momento di maturazione umana e culturale, deve essere sempre di più il luogo della responsabilità e bisogna quindi pretendere di ricevere quella formazione utile ad ognuno per la propria vita, per il proprio lavoro e per la crescita dell’intera comunità nazionale. E’ ipocrita contestare una semplificazione dell’esagerato numero di corsi di laurea attivi attualmente in Italia (oltre 5000!), perché purtroppo sappiamo benissimo qual è la spendibilità di titoli di laurea di alcune pseudo-facoltà o pseudo-corsi di laurea nel mondo del lavoro. Basta pappe pronte e corsi scadenti in nome di un falso egualitarismo!
Vogliamo un’Università pubblica negli accessi e nei finanziamenti, ma capace di attrarre risorse private. Se le tanto vituperate fondazioni garantiscono de facto la funzione pubblica dell’Università, e sono strumenti più idonei ad attrarre fondi dal settore privato, ben vengano le fondazioni. Chiediamo però che lo scopo a cui è vincolato il patrimonio della fondazioni universitarie sia indicato per legge, e sia quello dell’ istruzione universitaria di qualità in ogni campo del sapere. Chi oggi non vorrebbe maggiori finanziamenti statali per il sistema formativo? Ma bisogna essere realisti e scontrarsi con la carenza di fondi e l’obbiettivo di pareggio di bilancio fissato per il 2011; cerchiamo allora di interconnettere sistema universitario e sistema privato, perché è interesse di tutto il paese che il sistema produttivo investa in quello formativo.
Vogliamo che gli imprenditori facciano a gara per sostenere economicamente le università tramite il sistema della fondazione e favorire l’inserimento nel mondo del lavoro degli studenti più meritevoli evitando così la umiliante fuga dei cervelli verso l’estero. Ma tutto ciò sarà possibile solo e soltanto se cambia il sistema di gestione degli atenei oggi percepiti, non a torto, dal mondo imprenditoriale come carrozzoni utili a favorire qualche privilegiato…
Vogliamo un’Università libera da sprechi, caste e baronie. I buchi dei bilanci di alcuni Atenei sono spaventosi, e nel frattempo gli studenti assistono impotenti allo sfoggio di pellicce di ermellino (vedi Rettore dell’università di Bologna), di auto blu, di sedi distaccate inutili, di corsi di laurea in Scienza della pace con 5 iscritti all’anno. I professori tutelano sempre e comunque solo loro stessi e le loro rendite di posizione: spesso non pubblicano più niente da anni, e in facoltà si fanno vedere una volta l’anno, ma nel frattempo usano il loro titolo per ottenere prestigiose e remunerative consulenze esterne. Studenti di tutt’Italia, la prossima volta che il vostro professore per l’ennesima volta non si presenta in aula e manda in sua vece un assistente, andatelo a prendere per le orecchie anche se si trovasse a casa sua! Lui e tutti quelli come lui sono coloro che vi stanno rubando giorno dopo giorno il futuro!
Vogliamo un’Università dove i professori siano selezionati in base al merito e alle competenze e non per cooptazione. In questi anni abbiamo assistito a decine di concorsi truccati, preparati ad arte per l’amico o per il parente, perché lo spirito di casta, con le sue autonomie e con i suoi privilegi, è sempre vivo tra i professori. Chi protesta perché a 50 anni fa ancora il ricercatore sottopagato dovrebbe chiedere conto a questi signori che gestiscono l’Università come fosse “Cosa loro”. Per garantire una selezione realmente meritocratica e trasparente, vogliamo il concorso nazionale per l’assunzione di nuovi docenti universitari.

Questa è l’Università che vogliamo, un’ Università che, per citare Ortega Y Gasset, deve tornare ad essere “ciò che fu nella sua ora migliore: il principio motore della storia Europea”. Cioè fucina di classe dirigente e delle idee e degli uomini che costruiscono pezzo per pezzo la storia dell’Italia del domani, non un luogo d’attesa ma di spinta, non di livellamento ma di selezione, un luogo che permetta a qualsiasi studente meritevole di dimostrare il proprio valore, non un mero nozionificio ma luogo di cultura e dibattito, non di conservazione ma di cambiamento, anzi di rivoluzione. Se non l’avete ancora capito, noi vogliamo fare una rivoluzione, vogliamo fare un 2008 di piazza in nome del merito e della qualità. Contro tutti i sessantottismi e contro tutti i sessantottardi, noi siamo gli universitari del 2008. Provate a fermarci.

domenica 26 ottobre 2008

“ LA RICREAZIONE PERMANENTE DEI FIGLI DI PAPA' " di PIETRO FERRARI


Manifestare liberamente non solo è un diritto, ma anche un dovere civico quando si avverte la presenza di una minaccia. Il punto è questo: quale minaccia sentono gli studenti che manifestano contro la Gelmini? Se in Italia non c'è neanche una Università che si colloca tra le prime centocinquanta del mondo, questa è una minaccia per il futuro degli studenti. Se in Italia assistiamo alla "fuga dei cervelli" e all'incapacità di attrarne dall'estero, questa è una minaccia per chi studia. Se in Italia assistiamo al proliferare di oltre cinquemila corsi di laurea, senza che diano reali opportunità, ecco che la minaccia diventa sempre più nitida. La Gelmini può essere criticata, ma la sua riforma non va a deturpare un'isola felice, un'istituzione che funziona egregiamente. Anzi, forse con meno soldi saranno proprio i rettori a dover far fronte con capacità (del resto sono "magnifici"), ad intercettare finanziamenti diretti alla promozione della qualità e dell'utilità dei corsi. Sì, utilità, perchè bisogna smettere di pensare che l'Università possa essere sganciata dal mondo del lavoro e poi prendersela perchè non dà opportunità. L'Università diventa un lusso aristocratico, uno "sfizio" intellettuale fine a se stesso, se non viene organizzata in relazione con il mondo esterno. Le occupazioni prima di porsi in contrasto con altri diritti, come quello a frequentare le facoltà, assistere alle lezioni e così via, sono benedette da chi ha paura di superare l'autoreferenzialità delle Università italiane. Affinchè nulla cambi, tutti coloro che hanno concepito le Università come feudi di autoproliferazione familistica si gioveranno delle proteste studentesche. I giovani sanno benissimo che l'Università è da riformare sul serio, ma spesso temono di affrontare il mare aperto e di lasciarsi alle spalle quei riflessi condizionati e quelle abitudini "sessantottine", ormai vecchie e vissute come un seriale deja-vu. Proprio il '68 universitario ha contribuito a sfasciare il merito per far posto alla ricreazione permanente, tanto poi, i "figli di papà" se lo possono permettere il master di 30.000 euro post-lauream, mentre gli altri no. Gli studenti dovrebbero manifestare contro i loro docenti o presunti tali, che hanno creato un sistema per cui tra non molto la laurea non avrà più neanche il valore legale. La vera minaccia è che tutto rimanga così come adesso è.
Pietro Ferrari
Nell'immagine una celebre scena de "I vitelloni" con Alberto Sordi

sabato 25 ottobre 2008

PRIGIONIERI DEL PASSATO - "L'Italia immobile" di Ernesto Galli della Loggia


PRIGIONIERI DEL PASSATO


fonte: corriere.it


"L'Italia Immobile"
di Ernesto Galli della Loggia

Un Paese fermo, consegnato all'immobilità: ecco come appare oggi l'Italia. Non già nella cronaca convulsa del giorno per giorno, nell'agitazione della lotta politica, nei movimenti sempre imprevedibili di una società composita, frammentata e priva di inquadramenti istituzionali forti. Ma un Paese fermo perché anche nelle sue élites prigioniero dei luoghi comuni, incapace di pensare e di fare cose nuove in modo nuovo, di sciogliere i nodi che da tanto tempo ostacolano il suo cammino.
Da trent'anni ci portiamo sulle spalle un debito pubblico smisurato che non riusciamo a diminuire neppure di tanto. Da decenni dobbiamo riformare la scuola, la Rai, la sanità, le pensioni, la magistratura, la legge sulla cittadinanza, e siamo sempre lì a discutere come farlo. Da decenni dobbiamo costruire la Pedemontana, le prigioni che mancano, il sistema degli acquedotti che fa acqua, il ponte sullo Stretto, le metropolitane nelle città, la Salerno- Reggio Calabria, la Tav del corridoio 5, e non so più cos'altro. Ma non lo facciamo o lo facciamo con una lentezza esasperante. Nel tempo che gli altri cambiano il volto di una città, costruiscono una biblioteca gigantesca, un museo straordinario, noi sì e no mettiamo a punto un progetto di massima sul quale avviare discussioni senza fine.
Perché in Italia le cose vanno così? I motivi sono mille ma alla fine sono tutti riconducibili a una sensazione precisa: siamo una società prigioniera del passato. Con lo sguardo perennemente rivolto all'indietro, che ama crogiolarsi sempre negli stessi discorsi, nelle stesse contrapposizioni, nelle stesse dispute, assistere sempre allo spettacolo degli stessi gesti e degli stessi attori. Da noi il passato non diviene mai inutile o inutilizzabile. Non si butta via mai niente. Ogni cosa è potenzialmente per sempre: ogni ruolo, ogni carica è a vita, e pure se siamo reduci da qualcosa lo siamo comunque in servizio permanente effettivo. In un'atmosfera di soffocante ripetitività siamo sempre spinti a conservare o a replicare tutto: idee, appuntamenti stagionali, parole d'ordine, comizi, titoli di giornali. Ci domina una sorta di freudiana ritenzione anale infantile: paurosi di abbandonarci alla libertà creativa e innovativa dell'età adulta, a staccarci dalla comodità del già noto, solo noi, nella nostra vita pubblica, abbiamo inventato la figura oracolare e un po' ridicola del «padre della patria» con obbligo di universale reverenza. È, il nostro, l'immobilismo di un Paese abbarbicato a ciò che ha vissuto perché non riesce a credere più nel proprio futuro, di un Paese che sotto la vernice di un'eterna propensione alla rissa in realtà fugge come la peste ogni rottura e conflitto veri, e desidera solo continuità. Che come un vecchio Narciso incartapecorito anela solo a rispecchiarsi nel già visto.
Un Paese, come c'informa La Stampa di qualche giorno fa, dove Guido Viale, antico giovane di un remoto «anno dei portenti », si compiace — invece di averne orrore — che oggi «le occupazioni delle scuole si fanno assieme ai genitori», e che «questi ragazzi lottano accanto ai professori e ai presidi». Già, «accanto ai professori e ai presidi»: che lotte devono essere! E comunque è con queste, buono a sapersi, che l'Italia si allena ai duri cimenti dell'avvenire.

venerdì 17 ottobre 2008

POLITICA: Gianni Chiodi è il candidato del PdL alla Presidenza della Regione Abruzzo






fonte: primadanoi.it




Chiodi: «Con me gli abruzzesi ritorneranno ad avere fiducia»


PESCARA. La priorità assoluta di Gianni Chiodi, il candidato presidente del Pdl, è quella di ripristinare la fiducia tra i cittadini e la politica perché adesso «c'è una frattura che pare insanabile». Questa la prima rassicurazione lanciata in occasione della presentazione ufficiale di questa mattina.
Nella sala conferenze dell'Hotel Esplanade questa mattina si è riunito tutto il gotha del Pdl abruzzese. Tutti, nonostante le polemiche delle ultime ore sulla scelta, intorno a lui, l'uomo che il centrodestra ha deciso di schierare per vincere le prossime regionali.Il messaggio da lanciare è stato:«siamo una squadra e lavoreremo insieme. Non c’è stato nessun attrito. Siamo tutti d’accordo».Chiodi è stato applaudito a lungo, è apparso emozionato nella sua prima uscita pubblica.Probabilmente è stata la prima volta ad avere l’attenzione di una intera regione puntata addosso.Completo blu, capelli sale e pepe attentamente pettinati e soliti occhialini dalla montatura leggera.Faccia pulita, eloquio fluente e idee chiare, ha parlato per circa dieci minuti a braccio, relativamente poco, visti i tempi biblici dei tradizionali comizi elettorali. Ma lui ha avvertito tutti: «tendo a fare più che a parlare».Una delle priorità enunciate oggi quella di risanare le finanze: «L'Abruzzo non è sull'orlo del baratro ma è dentro al baratro», ha detto, «quindi bisognerà cercare di far quadrare i conti». Questo il primo passo.Come intenderà farlo, non lo ha chiarito ancora, bisognerà valutarlo con tutta la coalizione. Ma «di sicuro», ha già anticipato, «non ci saranno nuove tasse per i cittadini».Un altro dei punti fondamentali di un suo eventuale mandato la questione Sanità: «daremo linee guida generali, lavoreremo gomito a gomito con il commissario Redigolo che avrà le redini del gioco».Chiodi ha già detto di non essere «contrario alla sanità privata. E' una libera scelta dei cittadini decidere dove andare». Lui ha fatto appello agli imprenditori del campo: «fino a questo momento c'è stata una falsa concorrenza. Dovranno diventare veri imprenditori per combattere sul mercato ad armi pari. Gli ospedali pubblici però dovranno funzionare bene».Altro punto fondamentale «abbassare la percentuale del bilancio regionale destinato alla sanità», (attualmente all'80%): «abbiamo bisogno di soldi da destinare alle nuove infrastrutture, agli incentivi alle imprese e tanto altro».Ha preso la parola anche Gaetano Quagliariello che in queste settimane ha avuto il compito di scegliere il candidato. Lui ha confermato che il Pdl correrà da solo: «non abbiamo voluto altre forze al nostro fianco (riferendosi all'Udc e La Destra) perché stiamo puntando al futuro. Non vogliamo tornare al passato e affiancarci a partiti con i quali abbiamo già collaborato. Il nostro obiettivo è dare un segnale di rinnovamento».L'Udc, secondo Quagliariello, «fa parte del passato e noi vogliamo andare avanti. Per adesso il Pdl è una federazione ma noi puntiamo a divenire un unico partito».Restano in posizioni di primo piano anche gli altri quattro candidati che con Chiodi erano in corsa. Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano saranno coordinatori regionali e insieme a Chiodi dovranno definire la lista dei candidati consiglieri. Maurizio Scelli rivestirà un incarico Nazionale. Giuseppe Tagliente sarà il capolista.Infine una nota polemica nei confronti de La Destra e dell’Udc che «fino a qualche giorno fa avevano espresso la volontà di correre insieme ed oggi criticano il candidato che volevano appoggiare. Questo è scorretto e non lo condividiamo».Finita la festa arriva il momento della delicata scelta degli uomini da candidare e di scegliere tutta quella schiera di gregari che in un modo o nell’altro contribuiranno all’eventuale governo dell’Abruzzo del futuro.

NON CONFORME - Prima esposizione di libri e riviste di case editrici dell'area identitaria



“Non Conforme”
Prima esposizione di libri e riviste di case editrici dell’area identitaria.






Sabato 18 ottobre 2008
Teatro Saliceti Ripattoni – Bellante (Teramo)
ore 10 -20
Società Editrice Barbarossa, Edizioni Sole Rosso,
Edizioni all’insegna del Veltro, Il Cerchio,
Edizioni L’uomo libero

“L’unica cultura che riconosco è quella delle idee che diventano azioni”(Ezra Pound)

Per informazioni 320-7534789

martedì 30 settembre 2008

CONVEGNO ALLA SCOPERTA DEL PARCO A BELLANTE(TE)


“Il leone bellantese” organizza:

Sabato 4 ottobre 2008
ore 18.00 Sala consigliare
Bellante – piazza Mazzini

“Alla scoperta del Parco”
Storia, Cultura, Gastronomia, Paesaggio e Natura

Interverrà
Avv. Giandonato Morra
Commissario Parco Gran Sasso e Monti della Laga

Saluti delle autorità:
Avv.Domenico Di Sabatino
SINDACO di BELLANTE

Filippo Lucci
Giornalista - direttore responsabile
“Don Chisciotte”


Chiusura con rinfresco offerto dall’Agriservice

lunedì 29 settembre 2008

CULTURA E AMBIENTE: GLI ECOLOGISTI DEL SI

Fonte : il giornale.it

CULTURA
lunedì 29 settembre 2008, 09:26


Bianchi, azzurri e neri: ecco gli "altri" verdi
di
Paolo Bracalini

Milano - Sono isolati, spesso quasi invisibili all’opinione pubblica, politicamente inesistenti oppure subalterni a un partito. Ma c’è una vera galassia di associazioni, volontari, movimenti di verdi non-verdi, una variopinta gamma di ambientalisti-ecologisti che però con il catastrofismo delle organizzazioni ambientaliste classiche, ben più potenti, non hanno nulla a che spartire. Eccoli qui, dunque, gli ambientalisti di destra.
In realtà, appunto, più che di un movimento organizzato si tratta di una galassia che al suo interno mostra spaccature, differenze, e un’incapacità cronica di darsi un indirizzo comune. Per dire, non c’è a destra niente di lontanamente paragonabile a una corazzata come Legambiente, o tantomeno un’associazione planetaria come il Wwf. Le riviste sono di ultranicchia, circoscritte ai volontari stessi. È un ambientalismo spesso legato a iniziative territoriali, ad azioni concrete, che in qualche modo paga il fatto di non avere un messaggio apocalittico da diffondere, nessun allarme per l’innalzamento dei mari, nessuna spettacolare sparizione di città sotto giganteschi tsunami, nessun ghiacciaio artico che si squaglia, nessun Al Gore come testimonial.
Ma chi sono gli ambientalisti di destra? Si va dagli ex rautiani agli ecologisti nazionalisti, dagli ambientalisti legati ad An alle associazioni cattoliche (anche qui differenziate: cattolici di tradizione dc, Comunione e liberazione, francescani) alle organizzazioni verdi padane, agli ambientalisti liberisti, agli esperimenti di cooperative di agricoltori-ecologisti che contestano l’ecologia alla Pecoraro Scanio.Partendo idealmente dalla destra di questa galassia, troviamo il mensile di destra Area che ultimamente ha lanciato un manifesto per un nuovo «patriottismo ambientale». «Ha ancora senso oggi - scrive su Area Salvatore Santangelo - parlare di un nazionalismo verde inteso come amore per la propria terra e come determinazione a difenderla dall’inquinamento, dalla speculazione, dall’usura, dallo scatenamento delle logiche dell’utile». È un modo di guardare al rapporto uomo-ambiente che richiama la tradizione del Msi e che si ritrova infatti in «Fare verde», l’associazione ecologista nata nel 1987 in seno al Fronte della gioventù e che oggi conta sedi in tutta Italia. Nel retroterra culturale di questo ecologismo comunitario, antiprogressista e antiutilitarista, si mescolano la critica al denaro di Ezra Pound, una visione mitico-pagana della natura alla Tolkien, la lotta alla globalizzazione e alla tecnologia come strumenti di alienazione dell’uomo, la contestazione del modello capitalistico di sfruttamento delle risorse.
Qualcosa che evidentemente li porta a convergere spesso con l’ambientalismo di estrema sinistra. «Ma non vogliamo essere definiti di destra - spiega Massimo De Maio, presidente di “Fare verde” -, perché sia la destra che la sinistra italiane ormai sono subordinate al consumismo e all’idea che la crescita della produzione e dei consumi sia la strada per il benessere. Questo è falso. Anche il nucleare è un errore».
Diverso l’approccio di un’associazione ecologista espressione di Alleanza nazionale come «Ambiente e vita» il cui presidente è Altero Matteoli, ex ministro dell’Ambiente dal celebre motto: «Con me è nata l’ecologia di destra». Sempre nell’area di centrodestra si colloca «Fare ambiente», movimento ambientalista con 20mila iscritti nato nel 2006 nell’ambito universitario, il cui manifesto contesta «una metodologia anacronistica per tutelare l’ambiente e l’ecosistema».
Ancora in questo spazio si trova «Viva», l’associazione di Paolo Togni, ex capo di gabinetto di Matteoli. Viva è impegnata soprattutto sul fronte educativo, con convegni, seminari e pubblicazioni per combattere quello che nel programma della Onlus viene definita «la micidiale combinazione tra conformismo e interessi dei poteri forti di settore» che impedisce un’informazione completa e corretta in campo ambientale. Condivide questa impostazione «Ambiente azzurro», associazione che propugna «una politica propositiva e non di veto per la tutela ambientale e lo sviluppo compatibile».
Da non confondere con «Movimento azzurro», sempre di area centrodestra ma di tradizione cattolica, o meglio democristiana. «Associazione ambientalista d’ispirazione cristiana» nata nel 1987, «Movimento azzurro» è impegnata nella ricerca e nella diffusione di «una cultura dell’equilibrio tra natura e sviluppo». È esattamente questa parola, «sviluppo», la linea di frattura a destra fra ecologisti progressisti ed ecologisti antiprogressisti. L’area cattolica appartiene alla prima categoria, a partire da «Movimento azzurro» fino ai più combattivi «Cristiani per l’ambiente» (sigla che comprende 17 associazioni) fondata da Antonio Gaspari, giornalista, scrittore e direttore del Master in Scienze ambientali dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Qui c’è una visione completamente diversa della natura rispetto all’ambientalismo «pagano» della destra sociale. «Noi mettiamo al centro l’uomo, che non è in conflitto con l’ambiente, ma anzi è in grado di salvarlo. E lo sviluppo non è un male, ma la chiave del miglioramento perché è in grado di rendere più efficiente tutto il sistema». Quindi sì al nucleare, alle nuove infrastrutture, alle biotecnologie. «È una nuova ecologia umana», riassume Gaspari.Ancora in ambito cattolico c’è da segnalare Svipop (Sviluppo e popolazione), agenzia on line guidata da Roberto Cascioli; Sorella natura, fondazione ambientalista ispirata a San Francesco d’Assisi; e Umana dimora, associazione ecologista appartenente alla Compagnia delle opere (ovvero Cl); Forza verde, associazione cattolico-moderata.
Ma al di là degli ambientalisti cattolici, di quelli della destra ex missina o di An, ci sono altre espressioni di una cultura ecologista alternativa. Una è l’Istituto Bruno Leoni che promuove il pensiero libertario e con il dipartimento Ambiente guidato da Carlo Stagnaro è impegnato su due fronti: la critica del catastrofismo verde e la promozione di un approccio realistico che vede nello sviluppo la chiave del rapporto con l’ambiente. O ancora la rivista XXISecolo, nata negli anni ’90 «per contrastare l’ideologia ambientalista che ha chiuso il nucleare in Italia», spiega il fondatore Massimo Martelli, «ma non si può prescindere dalla questione energetica per lo sviluppo del Paese».
Un’altra linea è quelle aperta dalla Federazione ambiente e agricoltura (Faa), associazione nata da un gruppo di rappresentanti del mondo rurale italiano nel 2007. Dopo oltre vent’anni, la politica ambientalista in Italia ha mostrato tutti i suoi possibili limiti. «L’ambientalismo in Italia - si legge nel programma della Faa - ha dimostrato di non comprendere innanzitutto le ragioni di agricoltori, allevatori, pescatori, cacciatori. Il nostro obiettivo è ridare all’ambiente e all’agricoltura il giusto valore all’interno della società, favorendo l’integrazione tra la civiltà rurale e quella urbana». I piccoli imprenditori legati alla Faa rappresentano la parte del mondo agricolo e produttivo, in particolare del Nord, che ha trovato una rappresentanza nel ministro leghista dell’Agricoltura Luca Zaia, come anche nel movimento Padaniambiente, sempre della Lega nord. L’ambientalismo leghista però, pur distanziandosi dall’ecologia alla maniera dei verdi, non ha contorni del tutto precisi e comprende una forte componente di rivendicazione identitaria e localistica che guarda con sospetto, per esempio, alle biotecnologie, alle tecnologie, e anche all’energia nucleare.
Insomma una galassia turbolenta: ambientalisti padani d’accordo con l’ecologismo anti antropocentrico della destra sociale su nucleare e ogm, ma all’antitesi dei cattolici che invece mettono l’uomo e i suoi bisogni al centro della natura, come fanno gli ecologisti liberali, ma da un’angolazione laica. Come si diceva, nell’area culturale del centrodestra c’è una sensibilità ecologica che non ha una direzione precisa, unitaria, che è divisa - o profondamente contrapposta - tra nostalgie romantiche e ottimismo tecnologico, tra tradizionalismo bucolico e fiducia nella tecnica come mezzo per il miglioramento dell’uomo e del suo ambiente.

mercoledì 24 settembre 2008

COMUNICATO STAMPA SUL DEGRADO DEL CENTRO SPORTIVO DI MONTEPAGANO



Roseto degli Abruzzi,lì 24/09/08

Alla C.A. Organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con la gentile richiesta di pubblicazione

Azione Giovani,movimento giovanile di Alleanza Nazionale, sentite le lamentele di molti giovani e dopo aver effettuato un sopralluogo le cui fotografie sono pubblicate sul blog http://agroseto.blogspot.com , vuole denunciare lo stato di degrado in cui versa il centro sportivo di Montepagano.
Quella del centro sportivo di Montepagano è una vicenda singolare perché i lavori di risistemazione dello stesso, iniziati il 14/03/07 (Prot. N° 1854) con la consegna dei tecnici Ing. Delli Compagni e Geom. Bonaduce all’impresa Di Giovanni di Chieti, dopo una proroga del termine degli stessi e ben due sospensioni non sono ancora terminati. Il degrado del centro sportivo e l’intera vicenda dei lavori è l’ennesima riprova del grande disinteresse dell’amministrazione Di Bonaventura nei confronti dei giovani della nostra città: il grave ritardo nel completamento dei lavori di sistemazione e completamento del centro sportivo e i motivi che lo hanno provocato ne sono la conferma. Il 23/05/07 veniva concessa la prima sospensione dei lavori. Più tardi secondo quanto presente nella lettera recante data 02/06/07 (Prot. N° 3338) veniva richiesta dall’appaltatore la proroga temporale per il termine di ultimazione dei lavori non solo perché la ditta durante le lavorazioni era stata bloccata dal maltempo, ma anche perché “diverse linee di sottoservizi preesistenti, idrica, gas, elettrica, sono risultate giacenti anche a meno di 10 cm. dal piano di campagna, prive di nastro monitore di segnalazione, allettamento e rinfianco in sabbia e/o misto cementato, nonché con andamento sinuoso rispetto alle preesistenze; tale realtà ha comportato interferenze ed intercettazioni”. Motivo della proroga concessa dalla direzione dei lavori è da addebitare al totale disinteresse dell’assessorato competente e al mancato controllo della direzione stessa che nel verbale di consegna dei lavori dichiarava invece che “l’area su cui devono eseguirsi i lavori è libera da persone e cose e, in ogni caso, che lo stato attuale è tale da non impedire l’avvio e la prosecuzione del lavori”.
Successivamente in data 06/10/07 (Prot. N°7019) veniva concessa, da parte della direzione dei lavori, la sospensione dei lavori a causa dell’impraticabilità del cantiere dovuta alle “precipitazioni piovose di particolare intensità”. La ripresa dei lavori è datata al 05/11/07 (Prot. N°27948) e viene fissato il nuovo termine al 21/11/07. Il 23/11/07, due giorni dopo il nuovo termine fissato dalle direzione, (Prot. N°29488) viene redatto il verbale di ultimazione dei lavori dove vengono constatate delle evidenze rivelatesi nel sopralluogo effettuato: “ si devono compiere le lavorazioni inerenti la strada principale di accesso costituite da scavo cassonetto, realizzazione fondazione e pavimentazione stradale”
Viene quindi fissata al 20/01/08 la visita della direzione dei lavori e dell’appaltatore nel cantiere al fine di verificare l’adempimento delle ultime spettanze.
Nonostante fossero state segnalate delle mancanze per la definitiva sistemazione del centro sportivo, ad oggi sussistono ancora quelle mancanze. Il cantiere è ancora allestito visto che non è stato rimosso il cartello all’ingresso, non sono state rimosse tutte le attrezzature da cantiere, ed è inoltre inficiato il sicuro accesso tramite la strada principale. Questa, secondo il verbale del 23/11/07 e il “Capitolato speciale d’appalto”, doveva essere risistemata con un intervento di pavimentazione stradale per l’ammontare di Euro 19952,96 entro il 20 gennaio scorso. La strada non è ancora stata asfaltata, è a fondo ghiaioso e vi sono diverse buche che costituiscono un vero pericolo per i tanti ragazzi che si servono dell’impianto.
In pessimo stato, come dimostrano le nostre fotografie, sono inoltre il manto erboso del campo da calcetto, la recinzione retrostante le porte da gioco, le reti delle porte da gioco stesse, la porta d’ingresso è fissata ai cardini con lacci di fortuna e la rete laterale sul lato orientale è ceduta comportando più volte la fuoriuscita del pallone da gioco. Senza parlare delle erbacce attorno allo stesso campo da calcetto e ai campi di bocce.
Chiediamo all’amministrazione comunale, che più volte nel rapportarsi con i giovani della nostra città ha dichiarato di essere sensibile alle istanze provenienti dalle giovani generazioni di dimostrare una reale vicinanza ai giovani con i fatti: tramite l’immediato completamento dei lavori previsti e l’immediata risistemazione del campo da calcetto per quanto da noi rappresentato.
Saremo vigili affinché l’amministrazione intervenga al più presto, in caso contrario ci mobiliteremo per continuare a dare voce ai giovani che chiedono soltanto di poter praticare lo sport e divertirsi in strutture sicure e dignitose.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Fabrizio Fornaciari
Presidente Azione Giovani Roseto
Le fotografie del sopralluogo effettuato dai militanti di Azione Giovani è nella galleria FOTO E VOLANTINI

giovedì 18 settembre 2008

venerdì 12 settembre 2008

SANITOPOLI: RESOCONTO DEL 12 SETTEMBRE


Incidente probatorio concluso. Soddisfatti i pm. «Adesso accelerare i tempi»


fonte: primadanoi.it




Inviato da Redazione il 12/9/2008 9:20:05 -->(3218 letture)




LA DIRETTA DELLA GIORNATA.


PESCARA. Riprenderà oggi l'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti alla politica per la sanità.Oggi dovrebbe essere il giorno del controesame del testimone-accusatore-corruttore-indagato Vincenzo Angelini.Sono quasi trecento le pagine che i legali degli indagati nella "Sanitopoli" abruzzese hanno dovuto leggere ieri: tanti sono, infatti, i fogli dei verbali che riportano le dichiarazioni rilasciate dall'imprenditore ai giudici martedì (132) e ieri (oltre 150).Il testo delle rivelazioni della seconda giornata - relative in particolare al ruolo del dimissionario presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco - dovrebbe essere consegnato questa mattina ai legali.Da giorni tuttavia si vocifera che gli avvocati difensori non "scalpitino" esattamente per rivolgere domande ad Angelini che potrebbe ricordare nuovi particolari e fornire precisazioni su circostanze, tempi e luoghi.E non è detto che possano essere circostanze favorevoli alla difesa.Alcuni avvocati, infatti, avrebbero già espresso il desiderio di non rivolgere alcuna domanda.La strategia difensiva potrebbe essere di "contenimento", nel tentativo di arginare al meglio le accuse già emerse per evitare ulteriori danni.I difensori sembrano ad ogni modo persuasi del fatto che la procura abbia «prove schiaccianti» così come avevamo scritto dall'inizio dello scandalo e proprio per questo i legali sarebbero propensi a non aggravare ulteriormente questo capitolo in vista probabilmente di nuove accuse in arrivo.Il pool di avvocati infatti anche inconseguenza del possibile allargamento dei fatto contestati potrebbero prendere in seria considerazione anche le ipotesi di parziali ammissioni per alleggerire le possibili future pene, anche se da parte degli indagati non sembra esserci alcuna intenzione, almeno davanti ai giornalisti, di sposare questa teoria.Così le strategie difensive vengono propinate dagli stessi indagati agli arresti domiciliari ai giornalisti come nel caso dell'ex segretario della presidenza , Lamberto Quarta, che l'altro ieri ha parlato al posto di Del Turco.Interviste che hanno fatto il giro d'Italia e che sono state acquisite dalla procura così come le precedenti dell'ex presidente Del Turco.A fine incidente probatorio spetterà alla procura la valutazione del comportamento degli indagati e delle violazioni al divieto di comunicare.Nella ipotesi peggiore i magistrati Trifuoggi, Bellelli, Di Florio potrebbero chiedere al gip l'aggravamento delle misure cautelari e un possibile ritorno in carcere. Nella migliore delle ipotesi, invece, si chiuderà un occhio, dal momento che, terminato l'incidente probatorio, potrebbe addirittura venire meno l' esigenze cautelare.


12/09/2008 8.54




ORE 9.35 MILIA:«SE DICE LA VERITA’ NON SARA’ IN DIFFICOLTA’»


Dal contro interrogatorio di Vincenzo Angelini l'avvocato dell'ex presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, si attende «le risposte giuste».Ma Angelini potrebbe trovarsi in difficolta'? «Una persona che dice la verita' non dovrebbe essere in difficolta'» , ha risposto l'avvocato Giuliano Milia. Gli avvocati questa mattina sono arrivati molto presto per trovare la concentrazione ed il tempo di leggere le ultime carte.Del Turco, intanto, e' entrato nell'aula 1 del tribunale intorno alle 9 anche per fare il punto e concordare i punti sui quali provare a far cadere in contraddizione Angelini. Con se' aveva una grossa cartella rigida di colore grigio.




ORE 10.01 L’AVVOCATO DI ANGELINI:«FASSINO HA CAPITO MALE»


«Fassino puo' fare quello che vuole ed e' giusto che lo faccia», ma la sua querela ad Angelini «dovrebbe essere estesa a Del Turco e a Cesarone».Lo ha detto stamani Sabatino Ciprietti, legale di Vincenzo Angelini.In base a quanto riferito da Ciprietti, in aula Angelini non ha detto cio' che e' stato riferito al termine dell'udienza. Si sarebbe limitato, secondo Ciprietti, a «riferire quanto gli era stato detto da Del Turco e Cesarone. Quarta, poi, ha confermato ad Angelini che Del Turco aveva un impegno con la Tosinvest».In sostanza Angelini, come era già chiaro, ha riferito le parole degli esponenti politici i quali facevano riferimento all’ex segretario dei Ds.




ORE 11. 10 ANGELINI: «O BEVEVO O AFFOGAVO»


«O bevevo o affogavo», ha detto Angelini ai giornalisti, prima del suo ingresso nell'aula uno del Tribunale per l'incidente probatorio.Secondo il proprietario di Villa Pini «tutte le ispezioni di questi anni sono state fatte nella direzione di uccidere il gruppo, cioe' sono state inscenate norme che non hanno l'equivalente in nessuna regione d'Italia. La Regione Abruzzo e' l'unica - ha evidenziato - in cui gli ospedali vengonopagati a pie' di lista e non vengono pagati, come in tutte le altre Regioni, a prestazione. E questo e' il maggior danno per la qualita' e l'abnegazione dei medici del pubblico». Di metafora in metafora, Angelini, definito vitello grasso, ha osservato che «i vitelli sono prima da latte e poi da carne..».




ORE 11.20 ANGELINI: «NON MI SONO MAI CONTRADDETTO»


Il re delle cliniche private ritiene di non essersi contraddetto, in aula, ed ha spiegato di essere «molto tranquillo, come sempre. Francamente non ho paura» di quello che possano domandargli i legali degli indagati.Angelini, che questa mattina si è dilungato più del solito a parlare con i giornalisti ha poi parlato del rapporto esistente tra Asl e banche. Queste ultime «non sono entrate nel discorso» della cessione delle cliniche private, ha detto. Ma ha anche ricordato di aver fatto delle cessioni, «ritenute prima non valide dalle Asl e poi, stranamente, quando si e' trattato di pagare, sono diventate validissime». «La cessione - ha illustrato - e' una fattura che tu cedi alla banca e la banca ti da' una specie di netto ricavo. Le Asl non hanno mai dato validita' a queste cessioni, mi hanno detto 'tu non hai ceduto, quindi riconosciamo te come debitore, e le banche no'. Nel discorso Deutesch Bank le Asl hanno invertito la partita e hanno riconosciuto le banche come debitrici».




ORE 11.20. «ANGELINI NON E’ ATTENDIBILE»


Era stato messo in conto che i legali difensori avrebbero tentato di giocare la carta dell’inattendibilità di Angelini. E così è stato. Poco dopo l’inizio dell’incidente probatorio, questa mattina, l’avvocato Barbara D’Angelosante, che difende Luigi Conga ex manager dell’Asl di Chieti, ha sferrato il primo attacco mettendo in dubbio la veridicità dei racconti del teste chiave.Ne è scaturito un battibecco tra l’avvocato e il legale del grande accusatore.Lo scontro è stato talmente acceso che i giudici hanno deciso di sospendere l’udienza per qualche minuto per ristabilire la calma.Poi tutto è ripreso regolarmente. Non mancheranno schermaglie procedurali nel corso di tutta la giornata.




ORE 12.34 TOCCA ALL’AVVOCATO DI CESARONE


Sta procedendo speditamente il controinterrogatorio di Angelini. In questi attimi si sta affrontando la posizione di Camillo Cesarone, ex capogruppo del Pd in consiglio Comunale accusato di aver preso tangenti dal re delle cliniche. Si pensa che l’udienza possa terminare già nel primo pomeriggio dal momento che le domande dei difensori non sarebbero poi così numerose.




ORE 12.30 CI SONO ANCHE DUE CONTESTATORI


Sono presenti questa mattina fuori dall’aula 1 del tribunale di Pescara anche due contestatori. Si tratta di due rappresentati dell’associazione culturale per la difesa della piana di Navelli che stanno manifestando con alcuni cartelli contro «lo scempio» creato dai lavori per la messa in sicurezza della statale 17 L’ex presidente Pace, uscito un attimo dall’aula 1, si è “beccato” un «vergogna» da parte dei due contestatori che stanno cercando di sensibilizzare i giornalisti presenti sulla questione. In ballo è stato tirato in ballo anche il trasporto dei rifiuti tossici che come scoperto da una recente indagine della magistratura finivano nella piana.




ORE 13.35 FINITO INCIDENTE PROBATORIO


Si e' concluso intorno alle 13,30. I procuratori hanno gia' lasciato l'aula del tribunale,dalla quale stanno uscendo anche gli indagati con i rispettivi avvocati. Per quanto riguarda Giovanni Pace il legale, l'avvocato Massimo Cerulli, ha detto di non aver proceduto al controinterrogatorio. «Se potessi - ha detto - chiederei subito il giudizio abbreviato»




ORE 14.00 TRIFUOGGI, «ANGELINI NON E' STATO EVASIVO»


«Non ho avuto la sensazione che Angelini sia stato evasivo», ha commentato il pm Nicola Trifuoggial termine dell'incidente probatorio. «Ci siamo opposti alla formulazione di alcune domande che poi sono state riformulate correttamente».I pm si dicono estremamente soddisfatti: il loro obiettivo era quello di inscatolare tutte le dichiarazioni del re delle cliniche e metterle da parte in attesa del processo.L’inchiesta della Sanità, è ormai cosa chiara, non riguarda solo gli accreditamenti dei posti letto privati ma è cosa ben più ampia. Quindi adesso si continuerà su altri versanti.«Abbiamo acquisito delle dichiarazioni che sono valide per il dibattimento e quindi siamo soddisfatti, ovviamente dal punto di vista processuale», ha detto ancora Trifuoggi.Adesso c’è l’intenzione di «concludere al piu' presto questo procedimento senza perdite di tempo e accelerando i tempi».Alla fine dell’udienza tutti gli indagati hanno lasciato il Tribunale da uscite secondarie, evitando così di incontrare i cronisti.Del Turco questa mattina è apparso più scostante e agitato rispetto ai giorni scorsi, quando si dichiarava molto sereno.Il procuratore ha ripetuto poco fa che per chi rilascia dichiarazioni in questa fase puo' esserci un aggravamento della misura. «Non e' un nostro capriccio - ha concluso - ma lo dice il Codice».

giovedì 11 settembre 2008

SANITOPOLI: RESOCONTO DELL'11 SETTEMBRE



Angelini: «contro di me gli interessi trasversali della politica»
Inviato da Redazione (238 letture)

fonte: primadanoi.it


PESCARA. «Mi stavano strozzando… volevano mettermi con le spalle al muro per sgonfiare Villa Pini. La Regione ha inspiegabilmente interrotto i pagamenti per mettermi alle strette… sono stato vittima di delibere su misura per ostacolare la crescita del mio gruppo. Contro di me poteri bifrontali».
FASSINO QUERELA ANGELINI
Ha disegnato ieri le sue teorie, i suoi sospetti, Vincenzo Angelini, titolare del gruppo Villa Pini, oggi il grande accusatore di un sistema di tangenti milionarie che ha tirato dentro buona parte della giunta di centrosinistra e anche quella di centrodestra.
Il suo timore più grande era quello di perdere la sua azienda, il pericolo era concreto e si stava per realizzare: per questo, per difendersi, per difendere il futuro dei propri figli, così ha detto, ha deciso di confessare il malaffare e la corruzione.
Lo ha spiegato in maniera accorata anche ieri delineando scenari e pressioni, una parte di queste riscontrate dalle migliaia di intercettazioni agli atti.
E ieri sono saltati fuori anche nomi di politici nazionali che non avrebbero alcun ruolo nella vicenda delle tangenti ma che Angelini adombra come poteri in grado di condizionare la politica regionale, di fare pressioni a loro volta su Del Turco per agevolare certi gruppi in campo sanitario e di conseguenza svantaggiarne certi altri.
Sempre secondo Angelini c'era una sorta di piramide che aveva nel suo vertice l'ex segretario nazionale dei Ds, Piero Fassino, che avrebbe in qualche modo fatto capire a Del Turco di avvantaggiare il gruppo dell'imprenditore Angelucci, Tosinvest, che in Abruzzo possiede una piccola clinica, il San Raffaele.
L'interesse d'agevolare questo gruppo -secondo quanto raccontato da Angelini, riportando a sua volta le parole di Quarta- era un ipotetico controllo della informazione poiché il gruppo Tosinvest possiede i due giornali Libero e Il Riformista.
A sua volta Tosinvest farebbe parte di una finanziaria nella quale sarebbe parte attiva il fratello di Fini, medico, mentre un Angelucci è deputato del Pdl.
Così si delineerebbero gli interessi trasversali che -sempre secondo Angelini- avrebbero avuto l’obiettivo di “toglierlo di mezzo”.
Ed è nota anche “l’ossessione” di Angelini verso il suo «caro amico» (lo chiama sempre così nelle deposizioni, ironicamente) Luigi Pierangeli da sempre vicino ad Enrico Paolini oggi presidente vicario della Regione, ex Ds, oggi Pd che comunque faceva riferimento al suo segretario nazionale, Fassino.
Al di fuori delle interpretazioni soggettive dell'imprenditore di Chieti, però, vi sono i fatti: nell'ambito del piano di riordino sanitario che servì per ridurre le spese e dunque i posti letto in convenzione, la maggior parte delle cliniche subì tagli, la clinica di Sulmona fu una delle poche a vedere accresciuto il numero dei posti letto, 25 («addirittura creati dal nulla», ha spiegato Angelini).
E’ solo un particolare che proprio durante la redazione di quel piano di riordino il consigliere Boschetti era in costante contatto via sms con il gruppo Tosinvest…
L'altra clinica ad avere vantaggi in tema di posti letto fu quella che fa capo all'imprenditore Vittorini, da sempre vicino a Del Turco.
Tra questi fuochi si inseriscono poi le vicende, ancora non del tutto chiare, di rapporti personali dell'ex presidente della Regione con alcuni imprenditori per la cessione di una parte o tutto il gruppo di Angelini.
Sono note le trattative con De Benedetti, titolare del gruppo Hss, che Angelini descrive come una «cordata interessata a tutto la torta», probabilmente per intendere l'intero gruppo.
Nel primo interrogatorio del 12 aprile Angelini descrisse anche il tipo di accordo che era stato ventilato.
«Mi aveva detto: “Villa Pini vale 100 lire, io te ne do 50, verso poi le altre 50 nel giro di cinque anni”».
La trattativa giudicata svantaggiosa per Angelini si interruppe ma dopo qualche tempo gli ipotetici compratori si fecero nuovamente avanti, circa 7 -8 mesi fa.
Altra storia che si intreccia è quella sulle presunte pressioni per vendere la clinica aquilana Sanatrix all'imprenditore Vittorini «per riequilibrare territorialmente» i poteri imprenditoriali della sanità in Abruzzo.



Ed il nome di Fassino ha scatenato subito reazioni.
«Esprimo piena solidarietà a Piero Fassino, che qualcuno cerca assurdamente di tirare in ballo
nella vicenda della sanità abruzzese. Contro di lui neppure accuse, ma solo assurdità e illazioni che puntano ad infangare una persona per bene», ha detto Dario Franceschini, vice segretario del Pd.
«Piero Fassino non si e' mai occupato di organizzazione sanitaria, ne' in Abruzzo ne' altrove. E'
indecente e inaccettabile che per giustificare i suoi finanziamenti a Forza Italia, il signor Angelini faccia affermazioni false e prive di qualunque fondamento sul conto dell'onorevole Fassino, gettando fango su una persona del tutto estranea alle vicende abruzzesi», è invece la posizione di Gianni Giovannetti, portavoce di Piero Fassino.
L’ex leader dei Ds, inoltre, ha presentato querela nei confronti del re delle cliniche private.

11/09/2008 10.02

mercoledì 10 settembre 2008

SANITOPOLI: RESOCONTO DEL 10 SETTEMBRE











fonte: primadanoi.it

Angelini: «Se la difesa mi torchia perdo qualche chilo... meglio così»

Inviato da Redazione il 10/9/2008 9:04:13 -->(1579 letture)

LA DIRETTA DELLA GIORNATA.
PESCARA. Una giornata intensa, quella di ieri, martedì, per Vincenzo Angelini, il grande accusatore-indagato di Del Turco. E' stato il giorno tanto atteso, quello dell'incidente probatorio, quello in cui le accuse cominciano a trasformarsi in prove utilizzabili nel futuro processo.
E’ arrivato ieri in procura alle 10, scortato dal suo avvocato. Alla stampa sciorina una sequela di «non posso rispondere» (23 per l’esattezza) nel lungo percorso rallentato dalla calca dei giornalisti fino all’aula 1, e poi svariate: «anche questa domanda è oggetto d'indagine», «non parlo», «non rispondo».Qualcosa se lo è lasciato scappare solo quando qualcuno gli ha detto che Del Turco ha rilasciato interviste. E lui ha punto, come un'ape che non guarda in faccia a nessuno: «se Del Turco comincia a parlare e a confessare –come pare- tanto meglio…acceleriamo il procedimento».Chissà da dove avrà carpito quella voce che vorrebbe in realtà che l’ex presidente sarebbe vicino al punto di confessare. Una voce finora smentita dai fatti e dalle interviste rilasciate, dal loro tono e dai loro contenuti.Angelini è andato su tutte le furie quando si è parlato di «poteri forti», ora sta valutando di querelare per diffamazione l’ex presidente-sindacalista che lo avrebbe offeso: «se fossi un potere forte non starei qui», ha detto l’imprenditore della sanità. A tratti sorridente, a tratti sarcastico ha proseguito a passo spedito nell'aula nella quale dovrà raccontare la sua verità.E lì è stato un fiume in piena, non ha ritrattato. E' andato avanti per la sua strada, ha riconfermato quanto già detto ai pm che adesso gli stanno di fronte. Con parole sue, con altre parole ma i contenuti sono gli stessi. Ha utilizzato sempre il suo ormai caratteristico eloquio infarcito di mille perifrasi, spesso colorite, proposizioni incidentali che non finiscono mai tanto da perdere spesso il filo del discorso. Ed è qui che è davvero faticoso il lavoro del suo legale, Sabatino Ciprietti, che come un bravo maestro deve riportare sul sentiero principale della logica il suo alunno sempre pronto a ricordare «altri fatti» che potrebbero «meglio spiegare quello di cui sto parlando».E nonostante tutto ciò l’attenzione non è scemata.In mano aveva un foglietto bianco dove ha annotato nomi e cifre. Non voleva sbagliare, non poteva sbagliare.Ha chiarito anche le opinioni sui vari personaggi. E' apparso sicuro, tranquillo, determinato, senza esitazioni, con alcuni slanci dialettici e pure delle parolacce. E’ spinto da livore misurato e dalla convinzione che ha rischiato di perdere tutto quello per cui ha vissuto. Ma piuttosto che vedersi scippato della sua azienda ha preferito spifferare tutto. Al centro della sua attenzione c’è sempre la sua azienda, nata 60 anni fa e che da alcuni mesi è stata vessata, «la volevano far sgonfiare», gli hanno tagliato i fondi, chiusi i rubinetti, perché –dice- volevano spingermi a vendere («Villa Pini a De Benedetti e Sanatrix a Vittorini», ha ripetuto ai pm più volte).Le prime dichiarazioni di ieri sono state sull'ex manager dell'Asl di Chieti Luigi Conga. Angelini ha detto: «l'ho pagato. Ho dato tangenti. Mi ha chiesto 100 mila euro al mese per pagarmi». Così come ha ammesso di aver pagato sempre tutti, centrodestra e centrosinistra prima, durante e dopo le cartolarizzazioni della sanità.E lui pagava, perché, non lo ha mai negato, il suo ruolo in tutta questa storia è quella del corruttore, così a pieno titolo “è della partita”, indagato anche lui, anche lui ha davvero rischiato il carcere (i pm avevano chiesto per lui misure cautelari rigettate invece dal gip Di Fine).Alle 14 c'è stata la pausa pranzo. Si è diretto verso il bar del tribunale. Non è stato semplice perché ancora una volta i giornalisti di mezza Italia lo hanno seguito. Volevano sapere. Hanno chiesto dettagli.«Fatemi mangiare un panino».Ha guardato Del Turco in aula? Lui ha scherzato e ha abbozzato un «sono sposato da 35 anni, perché dovrei guardare Del Turco». E' stata una risata generale e si è avviato sperando di riuscire a trangugiare il “pasto”.Alla ripresa dell'interrogatorio si è parlato anche di Del Turco, uno dei 35 indagati di questa vicenda ma anche il super indagato eccellente che in queste ore davanti a microfoni e telecamere non ha mai dato segno di scoramento ma si è lasciato scappare espressioni di disappunto.Mormorii e mugugni hanno spesso sottolineato alcuni passaggi della ricostruzione “storica” dei fatti.Qualche sedia ha tremato…Si è parlato delle trasferte a Collelongo, delle mele e dei soldi nella busta lasciata sullo scaffale dei libri.Poi Angelini ha parlato anche di Camillo Cesarone, ex capogruppo del Pd, e ha detto che e' stato eletto grazie al suo apporto.Il re delle cliniche, che non ha fatto mancare momenti di teatralità tipici del suo stile, si è rivolto agli avvocati: «voi difendete un sistema che è trasversale. Io ormai sono un ex, sono qui per i mieifigli, vengo in tribunale per sradicare e mettere in luce un sistema che mi ha schiacciato».Nel corso dell'interrogatorio ha anche accennato a delle minacce di morte che avrebbe ricevuto nel caso in cui non avesse pagato. Ma ai giornalisti non ha voluto dire, però, se adesso ha paura di ritorsioni.Le minacce ci sarebbero state ma si tratterebbe di “colorite” minacce («se non paghi ti spezziamo le gambe»). Non ci sarebbe alcuna intercettazione secretata che proverebbe il pericolo reale di eliminazione fisica, voce che pure ieri serpeggiava tra i giornalisti.Poi verso le 17 Angelini è crollato… nel senso che dopo oltre sei ore non aveva più voce e l’acqua non gli bastava più. La sua lucidità ha vacillato e ha chiesto di sospendere. Il gip non ha potuto far altro che accettare e rimandare al giorno seguente.Oggi di nuovo tutti in quella aula 1 nella quale si ripercorre la storia delle presunte tangenti nella sanità degli ultimi anni in Abruzzo.Una storia lunga perché è probabile che si arrivi fino a venerdì, di certo giovedì ci sarà ancora da fare e difficilmente si potrà chiudere questa prima parentesi di processo anticipato.

martedì 9 settembre 2008

SANITOPOLI - RESOCONTO DEL 9 SETTEMBRE

fonte: primadanoi.it


Incidente probatorio, udienza in corso. Angelini conferma: «ho dato tangenti»
Inviato da Redazione il 9/9/2008 8:21:57 -->(3170 letture)

LA DIRETTA DELLA GIORNATA.


PESCARA. Tutto da rifare questa mattina nell’aula 1 del Tribunale di Pescara. L’incidente probatorio avrà inizio alle 9.30. L’udienza potrebbe finire immediatamente nel caso in cui il gip ritenesse di accogliere una o più eccezioni presentate dai legali difensori degli indagati. Del Turco parla di "poteri forti", Boschetti si appella a Berlusconi per una riforma della giustizia. E alle 10.30 in punto è cominciata l'udienza.Andrà avanti, invece, se dovesse rimanere in piedi solo la ricusazione presentata ieri ma sulla quella si dovrà pronunciare la Corte d’appello. L’attesa di questa decisione non pregiudica in alcun modo la continuazione dell’incidente probatorio.Nel secondo caso, quindi, oggi Angelini potrebbe cominciare a ripetere davanti al gip Maria Michela Di Fine e al pool di pm Trifuoggi, Bellelli e Di Florio le accuse già rivelate nel corso degli interrogatori della scorsa primavera.Dovrebbe raccontare delle tangenti versate agli ex rappresentanti della Regione, delle pressioni e delle minacce che lo scorso 14 luglio hanno fatto scattare le manette. E loro, gli accusati, potranno sentire tutto ma non intervenire. Le domande ammesse saranno solo quelle dei legali difensori.Tutto quello che il re delle cliniche dirà questa mattina si trasformerà così da “fonte di prova” a prova e quindi utilizzabili dal giudice per la decisione finale, nel corso del processo vero e proprio.Intanto in tribunale sono già arrivati i giornalisti in attesa dell’ingresso degli indagati.

09/09/2008 8.199.00 DEL TURCO SI LASCIA INTERVISTARE

Nonostante gli arresti domiciliari l’ex presidente Del Turco non perde occasione per farsi intervistare. Propizia la giornata di ieri quando ha finalmento potuto lasciare la sua casa di Collelongo. Questa mattina su il Corriere della Sera e La Repubblica l’ex governatore racconta la sua versione dei fatti. Parla di Angelini come «un uomo disperato» che lo ha incastrato. Sugli incontri nel suo paese con il re delle cliniche non smentisce ma sostiene che Angelini lo pressasse perché convinto che lo stessero per arrestare. Tanti i ricordi che Del Turco conserva dei 28 giorni di carcere nel penitenziario di Sulmona.Uno e' «l'incrocio di sguardi con due detenuti di mafia e il loro sorriso beffardo. Io, ex presidente della commissione antimafia, e loro, 416 bis, in ceppi come me. Li' ho capito - dice l'ex presidente della Regione Abruzzo - cosa e' la ruota della vita e che ero in grado di difendere la mia dignita'». Un altro e' «l'astinenza da fumo di alcuni detenuti: ho fatto comperare dagli agenti di custodia alcuni pacchetti di sigarette, per fargliene dare due al giorno senza dire che ero stato io». Del Turco aveva anche chiesto ai magistrati di poter trascorrere una vacanza di due settimane in Sardegna. Poi quando gli hanno detto che sarebbe stato controllato giorno e notte ha preferito rinunciare.

9.39 ECCEZIONE ANELLO POTREBBE ESSERE STRALCIATA.

L’udienza di questa mattina dovrebbe partire alle ore 10 e non alle 9.30 come annunciato. Sono già arrivati alcuni degli avvocati, mentre non c’è ancora traccia degli indagati che potrebbero anche decidere di rimanere a casa. Per quanto riguarda le eccezioni, pare che saranno tutte rigettate perché infondate, tranne una, quella del difetto di notifica ai legali dell’indagato Pietro Anello. Lo studio avrebbe dovuto ricevere la notifica per partecipare all’incidente probatorio ma questa non sarebbe mai arrivata. L’ipotesi è quella che il gip proponga uno stralcio e che quindi si possa proseguire con l’incidente probatorio.

10.00 ARRIVATI DEL TURCO E ANGELINI.

Del Turco e Angelini sono arrivai in Tribunali e sono subito entrati nell’aula 1 dove si terrà l’incidente probatorio. Angelimi, riferendosi all’intervista di Del Turco nella quale confermava gli incontri a Collelongo ha detto: «meno male, se Del Turco comincia a parlare di accelera il procedimento».Del Turco ha invece ribadito che Angelini «era convinto che io fossi Dio Onnipotente, non era così e aveva paura di essere arrestato per i suoi guai».Ad una domanda dei giornalisti sull’esistenza dei poteri forti l’ex governatore ha detto: «esistono, basta guardare. Non è difficile capire cosa è successo dal mio arresto fino ad oggi alla Regione e capirete tutto». Del Turco sostiene che Angelini sia la risposta dei poteri forti, «che a Pescara sono sempre esistiti».
10.10. POTERI FORTI? «SI ASSUMERANNO RESPONSABILITA'».

Chi ha parlato di poteri forti che hanno mosso la Procura «se ne assume le responsabilita'». Lo ha detto il procuratore capo Nicola Trifuoggi entrando nell'aula di udienza.

10.28 ANGELINI: «NESSUN EFFETTO VEDERE DEL TURCO».

Al suo arrivo in tribunale Angelini ha detto più volte «non posso rispondere» ma ha ammesso anche di non aver grosse aspettative sull’interrogatorio di questa mattina. Alla domanda dei giornalisti su che effetto gli avesse fatto vedere ieri Del Turco ieri in aula ha risposto: «Nessun effetto…perché avrebbe dovuto farmi un effetto particolare?»Il re delle cliniche ha poi ribadito che nei prossimi giorni continuerà a fare quello che ha sempre fatto, «lavorare, come fanno i miei figli che sono una grande risorsa, l'aspetto piu' bello di questa vicenda».

10.30 BOSCHETTI SI APPELLA A BERLUSCONI.

Sono arrivati in Tribunale tutti gli indagati. L’ex assessore Boschetti, arrabbiato con i giornalisti ha detto che non vede l’ora «di riuscire a spiegare come sono andate veramente le cose». Boschetti ha auspicato che «il governo Berlusconi faccia, come annunciato, una riformaradicale della giustizia anche per i tempi». Quanto alle eccezioni presentate ieri non servono certo a dilazionare il tutto - ha fatto notare Boschetti - ma riguardano «solo la terzieta' del giudice. Non abbiamo chiesto nessuna dilazione - ha sottolineato - ma che ci fosse un minimo di neutralita'. Noi vogliamo che ci sia oggettivita' nella valutazione».

10.32 INIZIA L’INCIDENTE PROBATORIO.

Sta cominciando in questi momenti l’udienza dell’incidente probatorio. Il Gip di Fine, come anticipato, ha rigettato tutte le eccezioni, tranne quella che riguarda la mancata notifica ai legali di Pietro Anello. Quest’ultima posizione, però, è stata stralciata.Non c’è dunque alcun motivo per rinviare l’udienza. Adesso, quindi, Vincenzo Angelini dovrebbe cominciare a riferire ai pm le accuse mosse contro Del Turco e altri 18 dei 35 indagati. Il pool degli avvocati aveva chiesto la ricusazione del gip inoltrando istanza alla Corte d'Appello dell'Aquila che deve ancora pronunciarsi. Ma i legali avevano tentato anche altre carte per far slittare l’udienza di oggi, adombrando unaipotesi di incostituzionalita' e di mancato rispetto dei diritti della difesa in quanto non avrebbero avuto il tempo necessario per studiare le carte processuali che vanno dal 14 luglio, giorno degli arresti, in poi. Altra eccezione riguardava l'incompatibilità territoriale. Il processo, stando ad alcuni difensori, si doveva celebrare a Chieti dove c'e' il quartier generale, e relativa clinica privata, di Enzo Angelini.

12.00 ANGELINI STA PARLANDO.

Vincenzo Angelini sta rispondendo alle domande dei Pm e confermando le accuse nei confronti di Ottaviano del Turco e degli altri indagati. Lo si è appreso da un legale del collegio di difesa, uscito dall'aula.Nessuna sorpresa quindi ma tutto starebbe procedendo secondo quanto previsto. Solo dopo che i magistrati avranno terminato con il primo blocco di domande, potranno subentrare gli avvocati della difesa.Assoluto divieto di parlare, invece, per gli indagati che possono solo ascoltare.

12.20. PRONTO AD INTERVENIRE IL LEGALE DI CONGA.

E’ finita da qualche minuto la prima parte dell’incidente probatorio. Angelini ha confermato le accuse mosse. Le prime domande dei pm sono state inerenti al periodo 2004-2005, periodo precedente alla prima cartolarizzazione. Il re delle cliniche ha confermato di aver pagato profumatamente e di aver versato delle tangenti in cambio di comportamenti di favore.Adesso, con la ripresa dell’udienza, sarà la volta dell’avvocato di Luigi Conga, ex manager dell’Asl di Chieti. Il legale potrà fare le sue domande all’indagato.Dopodichè riprenderanno la parola i pm e si passerà in rassegna la situazione di tutti gli altri indagati, in ordine cronologico.Non si sa ancora se ci sarà una pausa pranzo o si proseguirà ad oltranza fino a questa sera.

12.25 «A CONGA HO DATO 100 MILA EURO»

Pare che non sia intenzionato a ritrattare, Angelini. Il proprietario di Villa Pini ha ricostruito davanti ai pm i suoi incontri con l’ex manager dell’Asl di Chieti. «Mi chiese 100 mila euro», ha detto davanti ai pm, «mi disse….”così ti posso pagare”.La richiesta, secondo il racconto del super testimone, sarebbe avvenuto nella sua casa di Pescara».E sono tantissimi i pagamenti che l’imprenditore della Sanità sostiene di aver versato. Li ha raccontati ai giudici a giugno scorso, adesso dovrà ripeterli tutti in aula.

ATREJU 2008 - IL PROGRAMMA

Programma
mercoledì 10 settembre 2008
ore 17:00 Una festa a lungo attesa. Inaugurazione di Atreju ‘08
ore 18:00 Ti chiamerò Futuro. Alla ricerca del difficile equilibrio tra flessibilità e precariatoSi confrontano: Maurizio Sacconi, Federica Guidi, Renata Polverini, Tiziano Treu
ore 19:30 Tempi moderni. La sfida italiana nell’era globale10 domande a Giulio Tremonti
ore 20.30 Premio Atreju 2008 a Clemente Russo Partecipano: Claudio Barbaro e Riccardo Andriani
ore 21:00 All In! Torneo di Texas Hold’em per beneficenza Tra i partecipanti anche: Pupo, Fabio e Maurizio Caressa, Lillo, Gianluca Ansanelli e Katia Ricciarelli
ore 21.30 “Come se fosse”Il cabaret di Pablo e Pedro
giovedì 11 settembre 2008
ore 11.00 I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 13.00 La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00 Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 17.00 Per chi suona il campanile. Mille Federalismi, Una sola Italia Si confrontano: Gianni Alemanno, Flavio Tosi, Sergio Cofferati
ore 18:30 Il Cavaliere che fece l’impresa?Idee, suggestioni e concretezza: quale politica per lasciare il segno SILVIO BERLUSCONI a confronto con i giovani del Popolo della LibertàIntroduce: Giorgia Meloni
ore 20:00 Premio Atreju 08 a Jitka Frantova Pelikanova, moglie di Jiri Pelikan, direttore della tv cecoslovacca all’epoca della Primavera di Praga, perseguitato dai sovietici, esule in ItaliaPartecipa: Andrea Ronchi
ore 21:30 La Compagnia dell’Anello in concerto
ore 23.00 Lunatrash in “Eccezzziunali… veramente! Tour 2008”
venerdì 12 settembre 2008
ore 10:00 I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 11:00 Assemblea rappresentanti CNSU
ore 13.00 La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00 Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 16.00 Premio Atreju 2008 al dott. Mario Melazzini
ore 17:00 Piccolo Mondo Moderno. I nuovi bisogni tra progresso, qualità della vita e sicurezza sociale. Si confrontano: Fabio Rampelli, Angelo Bonelli, Folco Quilici, Carlo Ripa di Meana, Mario Tozzi
ore 18:30 Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulla storia d’Italia ma non avete mai osato chiedere. La scatola nera 10 domande a Francesco Cossiga
ore 19:30 Salvate il soldato Rossi. Interesse nazionale e impegno umanitario nell’era post-ideologica. Si confrontano: Ignazio La Russa, Piero Fassino, Carlo Jean, Lucia Annunziata
ore 21:30 Finley in concerto
sabato 13 settembre 2008
ore 10:30 Dove Nietzsche e Marx si davano la mano. Destra, sinistra, centro: la politica, i giovani e le istituzioni 40 anni dopo il ’68.GIANFRANCO FINIa confronto con i rappresentanti dei principali movimenti politici giovanili. Partecipano: Giorgia Meloni, Paolo Grimoldi, Piersante Morandini, Francesco Pasquali, Pina Picierno, Fausto Raciti.
ore 13.00 La grande abbuffata. Pranzo Comunitario
ore 15.00 Hobbiville: libri, mostre laboratori, incontri
ore 15:00 Io speriamo che me la cavo. Gli studenti a confronto con Maria Stella Gelmini sul futuro della scuola italiana. Interviene: Laura Marsilio
ore 17:00 C’era una volta in Italia. L’identità nazionale come risorsa culturale del centrodestra. Si confrontano: Sandro Bondi, Ernesto Galli della Loggia, Gennaro Malgieri
ore 18.30 La strada. Valori, percorso e futuro della destra italiana 10 domande a Maurizio Gasparri
ore 19:30 Và dove ti porta il merito. Analisi e proposte per una rivoluzione meritocratica. Si confrontano: Renato Brunetta, Roger Abravanel, Giovanni Floris, Enrico Letta, Paolo Corsini
ore 21:30 Edoardo Bennato in concerto
ore 23.30 Festa in piscina “Ballo senza sballo”
domenica 14 settembre 2008
ore 10.00 I giochi (poco) olimpici di Atreju: Gare, sfide, tornei, piscina
ore 12.00 Conclusioni