martedì 29 dicembre 2009

BANDI DELLA PROVINCIA DI TERAMO PER I GIOVANI E PER L'OCCUPAZIONE



La Provincia di Teramo per i giovani e per il lavoro

Previsti 150 posti per tirocini formativi della durata di 6 mesi(20 ore settimanali) con contributo per il tirocinante di Euro 500 al mese. Possono fare richiesta i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni della provincia di Teramo.

La Provincia di Teramo ha pubblicato tre interessanti bandi per favorire l’occupazione giovanile, la formazione nel mondo del lavoro e per premiare la progettualità da parte delle imprese del nostro territorio provinciale.
Nello specifico per l’occupazione giovanile sono previsti n°150 posti per tirocini formativi rivolti a giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni residenti in provincia di Teramo e iscritti al Centro per l’impiego.
Il progetto è diviso in tre parti: Linea 1.3, Linea 3 e Linea 5.
In tutte e tre le parti è previsto un tirocinio formativo di sei mesi, per 20 ore settimanali per un contributo di Euro 500 lordi al mese.
Il tirocinio si svolge presso imprese, studi professionali, onlus, associazioni, cooperative, enti pubblici e organismi di diritto pubblico della nostra provincia.
La domanda per poter partecipare può essere inviata dal 21 dicembre 2009 fino all’11 gennaio 2010.
Una volta inviata ed accolta la domanda d’iscrizione all’elenco dei tirocinanti, l’iscrizione non ha valore di graduatoria in quanto i soggetti ospitanti (imprese, studi professionali, onlus, associazioni, cooperative, enti pubblici e organismi di diritto pubblico) potranno optare per la chiamata nominativa degli aspiranti tirocinanti o vi sarà una procedura di preselezione e colloquio con il Centro per l’Impiego.
Per la Linea 1.3 sono previsti N°71 (di cui 36 riservati alle donne) posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, almeno diplomati di età compresa tra i 18 e i 29 anni;
Per la Linea 3 sono previsti N°57 posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, almeno diplomati di età compresa tra i 18 e i 35 anni appartenenti a nuclei familiari in condizione di povertà (reddito ISEE non superiore a Euro 15.000.00);
Per la Linea 5 sono previsti N°22 posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, non diplomati di età compresa tra i 18 e i 35 anni appartenenti a nuclei familiari in condizione di povertà (reddito ISEE non superiore a Euro 15.000.00).
Per ulteriori informazioni su questo bando (
http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-2-occupabilita-asse-3-inclusione) su quello per i “Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo” (http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-2-occupabilita-obiettivo-specifico-2.e) e sulla “Formazione continua e adattabilità dei lavoratori” (http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-1-adattabilita-obiettivo-specifico-1.a).

giovedì 24 dicembre 2009

BUON NATALE DA GIOVANE ITALIA ROSETO DEGLI ABRUZZI






Il Papa: «Nascita di Gesù è la risposta
del Signore al dramma dell’umanità»


fonte: la stampa.it


CITTA' DEL VATICANO
Nei giorni dello shopping natalizio e delle vetrine scintillanti nonostante la crisi, papa Benedetto XVI ha voluto ricordare che Natale «non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca di pace». Bisognosa di una pace «raggiunta e stabile» vi è in prima fila la Terra Santa e Betlemme, la cittadina della Giudea dove nacque Gesù; Ratzinger, durante l’Angelus domenicale in piazza San Pietro, ha esortato i cristiani a calarsi nei conflitti del presente, portando «amore» là dove regna l’odio.

Di fronte a migliaia di fedeli intirizziti per il freddo, il Papa ha rievocato come , mille anni prima di Gesù, a Betlemme fosse nato il «grande re Davide, che le scritture concordano nel presentare come antenato del Messia», in un unico disegno divino di pace. «Proprio quest’ultimo aspetto della profezia, quello della pace messianica, ci porta naturalmente - ha detto Benedetto XVI - a sottolineare che Betlemme è anche una città-simbolo della pace, in Terra Santa e nel mondo intero». «Purtroppo, ai nostri giorni - ha aggiunto - essa non rappresenta una pace raggiunta e stabile,ma una pace faticosamente ricercata e attesa. Dio, però - ha scandito - non si rassegna mai a questo stato di cose, perciò anche quest’anno, a Betlemme e nel mondo intero, si rinnoverà nella Chiesa il mistero del Natale, profezia di pace per ogni uomo, che impegna i cristiani a calarsi nelle chiusure, nei drammi, spesso sconosciuti e nascosti, e nei conflitti del contesto in cui si vive, con i sentimenti di Gesù, per diventare ovunque strumenti e messaggeri di pace, per portare amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, gioia dove c’è tristezza e verità dove c’è errore, secondo le belle espressioni di una nota preghiera francescana». «Oggi, come ai tempi di Gesù - ha ancora rimarcato il Papa - il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace».

Nessun accenno ha fatto oggi il Pontefice alla sua firma apposta ieri per la beatificazione del suo predecessore polacco Giovanni Paolo II e di Pio XII, papa della Seconda guerra mondiale e della Shoah. Non ne ha parlato nemmeno rivolgendosi ad un gruppo di pellegrini polacchi: attraverso loro ha fatto però i suoi auguri al nuovo primate di Polonia, l’arcivescovo di Gniezno, mons. Henryk Muszynski, e ringraziato il primate uscente, il cardinale Joseph Glemp. Ha voluto poi incoraggiare un’iniziativa di solidarietà con L’Africa promossa dall’Osservatore Romano che, nel periodo natalizio, colloca, il mercoledì e la domenica, una postazione mobile in piazza San Pietro per vendere il giornale e raccogliere fondi per costruire una scuola nella Repubblica Democratica del Congo.

martedì 15 dicembre 2009

LE POLEMICHE DOPO L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI














Il ministro: legge per oscurare siti che inneggiano a odio nel prossimo cdm. Duro scontro alla Camera su Tartaglia. Parla Di Pietro, escono i deputati del Pdl.



Maroni: «Campagna contro premier provoca spirale emulativa». Il leader dell'Idv: non ci faremo intimidire




fonte: corriere.it



ROMA - Alta tensione alla Camera durante l'informativa di Maroni sull'aggressione contro Silvio Berlusconi. Al termine del suo intervento ha preso la parola Di Pietro («Non ci faremo intimidire») e i deputati del Pdl hanno lasciato l'Aula.


«GOVERNO ARMA MANI» - «Noi non facciamo opposizione in odio a Berlusconi ma per amore del nostro Paese - ha detto il leader dell'Italia dei Valori -. Da quindici anni ci battiamo contro provvedimenti che offendono le coscienze. Questo crea odio, questo arma la mano istigata da problemi di una maggioranza e un governo che piegano il Parlamento a proprio uso». Replica di Cicchitto: «La mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio: ognuno si assuma la propria responsabilità». L'intero gruppo del Pdl è uscito dall'Aula prima dell'intervento di Di Pietro. E questi: «Rispettiamoli, non vorrei rovinare loro le orecchie con le mie parole». L'idv Barbato, commentando l'uscita dei deputati, ha parlato di «popolo della mafia».


PREMEDITAZIONE - Maroni nella sua informativa ha parlato della premeditazione del gesto di Massimo Tartaglia: «Dice di aver agito per rabbia, ma la premeditazione del suo gesto risulta provata». Era in piazza Duomo già dalle 11 di domenica e «aveva con sé altri oggetti atti a offendere, tra cui un crocefisso in materiale resinoso». Quindi Maroni ribadisce il corretto comportamento delle forze dell'ordine e sottolinea che «i dispositivi attuati hanno consentito di sventare una violenta contestazione al presidente del Consiglio proprio sotto il palco».


I DUE TESTIMONI - Quindi cita un servizio trasmesso da Striscia la Notizia secondo cui due testimoni avrebbero avvisato la polizia di un possibile attentato al premier senza essere presi in considerazione: «Ho chiesto al capo della polizia e al questore di Milano di contattare immediatamente le due persone che sono state portate in Questura dove hanno reso una testimonianza che si sono rifiutati di firmare». I due hanno confermato di avere contattato la polizia segnalando una matto che disturbava i passanti ma senza far riferimento a parole pronunciate da Tartaglia contro Berlusconi.


SPIRALE EMULATIVA - Il ministro attacca poi l'«asprezza dei toni assunta dalla dialettica politica»: «La crescente campagna contro la persona del premier, che in molti casi travalica le regole del confronto democratico - spiega -, finisce per provocare una spirale emulativa». Quindi un nuovo attacco contro i social network e l'annuncio di una prossima iniziativa legislativa: «La creazione di gruppi su Internet che inneggiano all'aggressore del premier costituiscono una vera e propria istigazione a delinquere. Stiamo valutando l'oscuramento, con soluzioni che intendo sottoporre al prossimo Consiglio dei ministri». Infine gli auguri al premier: «Voglio rinnovare lo sdegno mio personale e di tutto il governo per la gravissima aggressione. A Berlusconi va la mia solidarietà e vicinanza con l'augurio che torni presto a svolgere la sua preziosa attività». Segue un applauso dei deputati.

domenica 13 dicembre 2009

PDL IN PIAZZA A MILANO: COMIZIO DI BERLUSCONI




Noi siamo l'antimafia dei fatti, solo calunnie da sinistra». Scontro con alcuni contestatori


Milano, Pdl in piazza con Berlusconi«Io un mostro? No, sono un bravo fioeu»
Il leader del centrodestra: «Vengono con noi Santanché e Storace. L'Udc? Se viene bene, altrimenti non piangiamo»



di Alessandro Sala




fonte: corriere.it




MILANO - «Dovrei essere qui a fare quello che si chiama un comizio. In realtà voglio solo farvi gli auguri di Buon Natale. State sereni e non credete a quelli che vanno in giro a fare catastrofismo. Stiamo uscendo meglio di altri Paesi dalla crisi, la maggioranza è coesa e il governo di conseguenza funziona». Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando in piazza Duomo, a Milano, alla festa del tesseramento del partito. Non voleva fare un comizio, ma poi ha parlato per mezz'ora abbondante, a braccio come suo solito, fronteggiando dal palco anche un gruppo di contestatori che da un lato della piazza lo ha accolto con slogan e fischi. Il Cavaliere non si è scomposto e ha replicato con un triplice «vergogna», sottolineando che «questa è la differenza tra noi e voi, noi queste cose non le faremmo mai». Al termine del comizio, però, un uomo è riuscito ad avvicinarsi al premier mentre firmava alcuni autografi e a colpirlo con un pugno al volto.




«NON SONO UN MOSTRO» - Nell'appuntamento milanese, convocato per dare il via alla campagna di adesioni al partito, occasione il leader del centrodestra ha ricordato la nascita del Pdl, avvenuta di fatto due anni fa poche centinaia di metri più in là, a piazza San Babila, nell'ormai noto discorso del predellino, improvvisato sulla portiera della sua automobile in un momento difficile per l'allora Casa delle libertà. E ha ripercorso alcune delle tappe di questo primo anno e mezzo di governo e le recenti polemiche sul ruolo della Corte costituzionale. «Mi dipingono come un mostro - ha detto Berlusconi all'inizio del suo intervento -, ma non credo di esserlo: intanto perché sono bello e poi perché sono quello che si dice un "bravo fioeu"». Il ricorso al dialetto meneghino (bravo fioeu, ovvero, bravo ragazzo) gli vale il primo di tanti applausi. Il capo del governo ha poi spiegato il perché della decisione di avviare il tesseramento che, un anno e mezzo fa, all'ufficializzazione della nascita del Pdl, si era deciso di non fare: «C'è in giro troppa disinformazione - ha sottolineato - vogliamo stabilire un contatto diretto con i nostri elettori e raccogliere l'adesione di almeno un milione di loro, che vengano a lavorare con noi per il bene dell'Italia e degli italiani».


«LA DESTRA CON NOI» - Berlusconi ha ricordato che il Pdl è stata la sintesi di sette diverse formazioni che componevano il vecchio centrodestra. «Alle prossime elezioni politiche - ha annunciato dal palco - saranno con noi anche Daniela Santanché e Francesco Storace. Quindi passiamo da sette a nove», mettendo insieme «tutti coloro che nel Paese non si riconoscono nella sinistra». Poi l'affondo su Casini: «C'è un partito che dovrebbe stare nel centrodestra, ovvero l'Udc, che sta un po' di qua e un po' di là - ha detto senza celare l'ironia il premier -. Dovrebbe stare di qua, ma se non viene ce ne faremo una ragione e non piangeremo».




I CONTESTATORI - Il Cavaliere ha poi parlato di «una sinistra che al contrario di quelle europee che sono diventate socialdemocratiche, è fortemente impregnata dei concetti del marxismo». Ha cambiato nome, ha detto il Cavaliere, e di recente «ha anche fatto addirittura un passo indietro». Berlusconi avrebbe forse voluto richiamare il passato da uomo di partito dell'ex Pci di Pier Luigi Bersani, che in mattinata aveva parlato di lui dicendo, con un chiaro riferimento al Pifferaio di Hamelin di Perrault, che «non abbiamo niente da guadagnare da un modello di democrazia populista dove c'è un miliardario che suona il piffero e tutti i poveracci che gli vanno dietro». Ma è stato proprio a questo punto che le contestazioni dal lato della piazza lo hanno costretto ad un'interruzione. «Ecco perché siamo qui - ha detto il premier rivolgendosi direttamente ai contestatori -: perché queste cose noi non le faremo mai. Vergogna, vergogna, vergogna».


«SINISTRA ANTI-POPOLO» - «La sinistra - ha poi ripreso quando in piazza la situazione è tornata alla normalità - si riempie la bocca di parole come popolo ma non è interessata al popolo: è interessata solo al potere e una volta che lo raggiunge mette in atto quel che pensa del suo Stato, che non è al servizio dei cittadini, ma al cui servizio i cittadini devono essere». Poi ha criticato il programma del centrosinistra, in particolare la reintroduzione dell'Ici o l'aumento delle tassazioni delle rendite finanziarie. Poi ha richiamato un concetto che Berlusconi ha più volte espresso: quello dello «stato di polizia tributaria» che a suo parere è il disegno politico principe dei suoi avversari.




L'ATTACCO ALLA CORTE COSTITUZIONALE - Il capo del Pdl è tornato anche a parlare di sovranità, attaccando i giudici e la possibilità della Consulta di abrogare le leggi ritenute non costituzionali. Per Berlusconi questo potere oggi è in mano a chi non ha consenso popolare, «quindi non possiamo accettare che giudici possano influenzare un altro organo istituzionale come il Parlamento». E quanto alla stessa Consulta, ha ribadito le parole già pronunciate al congresso del Ppe a Bonn: «E' composta da persone che per la loro storia personale appartengono alla sinistra». Poi ha rivendicato i successi nella lotta alla criminalità organizzata: «Siamo l'antimafia dei fatti, gli altri sono quella delle menzogne e delle calunnie».


«ABBIAMO SALVATO L'ECONOMIA MONDIALE» - Berlusconi ha ricordato l'intervento per i rifiuti in Campania, ha avocato a se il merito di aver fermato la crisi tra Russia e Georgia («c'erano già i missili puntati, li abbiamo fatti rimuovere») e di avere convinto l'amministrazione americana ad intervenire «dopo che avevano lasciato al suo destino la Lehman Brothers» per evitare «il fallimento di altre 400 banche, salvando il mondo da una crisi incredibile e tremenda». Poi ha parlato della Lega e di Umberto Bossi come di un «alleato leale», ma non ha fatto riferimento a Fini che del Pdl è il cofondatore, inserendo di fatto An nei «tanti partiti» messi insieme con la nascita del partito unitario del centrodestra. Poi ha consegnato la tessera del Pdl al sindaco Letizia Moratti, che fino ad ora si era tenuta le mani libere, e ha confermato la scelta di Roberto Formigoni come candidato del centrodestra per la guida della Regione Lombardia (e con lui è stato protagonista di un siparietto: «Lui è un vecchietto e io sono giovane: lui al g'ha frecc (ha freddo, ndr, indicando il cappotto del governatore lombardo) e io ho il fisico e sono in giacca. E non ho neanche la canottiera».

sabato 12 dicembre 2009

LA RISERVA DEL BORSACCHIO : UNA STORIA ROSETANA di Fabrizio Fornaciari





Con questo articolo si vuole provare a ricostruire gli avvenimenti che hanno caratterizzato tutta la vicenda della Riserva del Borsacchio, dalla legge che ne ha previsto l'istituzione fino ad oggi. Non si pretende di dare tutte le informazioni nel dettaglio, per quelle bisogna rivolgersi ai protagonisti che sono citati qui, ma si vuole semplicemente far capire a che punto si trova l'istituzione della Riserva, la posizione di chi la vuole e di chi non la vuole.





Il 2009 si sta concludendo a Roseto con una gestione catastrofica della macchina amministrativa da parte della Giunta Di Bonaventura. L’atteggiamento è quello di chi tutto può e tutto gli è concesso nella convinzione ormai di aver “ovattato” le coscienze dei cittadini con un sistema di potere fatto di clientela, di pacche sulle spalle e di atti amministrativi senza alcuna progettualità e che definire discutibili è dir poco.
Non è un caso che si stia acuendo sempre più la divisione tra il PD ginobliano e le forze della Sinistra (Rc, Pdci, Sinistra democratica, Verdi,ecc…) che, va loro riconosciuto, hanno sempre avuto un atteggiamento critico e mai succube rispetto al Partito democratico.
Non è un caso che in ogni occasione pubblica nella quale si discute dei temi politici fondamentali per la nostra città il Sindaco e i suoi siano accolti da fischi e pernacchie.
Un tema simbolo che fa comprendere come a Roseto si sia toccato il fondo è sicuramente quello che riguarda la Riserva del Borsacchio. Vista da qualcuno non come opportunità di sviluppo, basti pensare alla felice esperienza della Riserva dei Calanchi di Atri, ma come intralcio per le mire edificatorie di qualche costruttore.

Bisogna tornare indietro nel tempo al 30 settembre 2008 data entro la quale il Comune di Roseto, secondo quanto previsto dalla L.R. 06 dell’08 febbraio 2005 che ha istituito la Riserva, avrebbe dovuto adottare il relativo Pan (Piano di assetto naturalistico). Poco dopo la scadenza di quel termine, il 02 ottobre 2008, si tenne al Palazzo del Mare la presentazione del Piano di Assetto Naturalistico progettato dal Prof. Nigro. Già in quella occasione si è palesato il mancato rispetto da parte del Sindaco Di Bonaventura di uno degli impegni presi durante la campagna elettorale del 2006 che lo ha rieletto come primo cittadino. Le promesse elettorali prevedevano l’istituzione della Riserva disciplinata appunto dal Pan senza alcun metro cubo di cemento all’interno della stessa. Invece nella relazione del Prof . Nigro era prevista una superficie di quasi 50.000 mq di superficie edificabile. Subito ci fu una levata di
scudi da parte delle associazioni ambientaliste e delle opposizioni (che da quel momento si ingrossarono con i consiglieri Braca e Avolio).
Si arrivò dunque all’08 ottobre 2008, data in cui il Consiglio Comunale avrebbe dovuto discutere ed approvare il Pan. In quella sede per alcuni consiglieri comunali della maggioranza non sarebbe stato possibile votare in quanto gli stessi sono proprietari di immobili all’interno dell’area oggetto di discussione e quindi in palese conflitto di interesse. Soltanto dopo la richiesta dei consiglieri Di Marco, Braca e dell’allora capogruppo dei Liberalsocialisti Vannucci questi abbandonarono l’aula. Come da prassi soltanto dopo la richiesta dell’opposizione, venne ascoltato il Presidente del Comitato cittadino per la Riserva naturale del Borsacchio Avv. Fabio Celommi in seguito alla relazione tecnica dello staff del Prof. Nigro.
A seguito di un dibattito incandescente, i consiglieri del PD abbandonarono i loro banchi facendo mancare il numero legale. Seguiranno pesanti accuse sulla stampa rivolte alla Giunta comunale e all’On. Ginoble fino ad approdare al Consiglio Comunale seguente tenutosi il 21 ottobre 2008.
In questa seduta il PD si presenta in aula con soli sette consiglieri, il Sindaco e gli altri consiglieri con conflitto d’interessi sono fuori dall’aula.
Come prevedibile da subito iniziano gli scontri con attacchi sia dal centrodestra sia da Braca e Avolio dopo la proposta dell’Assessore Frattari di rinviare la discussione per apporre delle modifiche al Pan. Dal dibattito emerge la notizia dell’acquisto di una società immobiliare di Teramo di terreni, in una zona agricola dove sono previsti cambi di destinazione d’uso, all’interno del perimetro della Riserva per un valore di circa Euro 1.300.000.
Arrivati al momento della votazione il Presidente del Consiglio Rega chiede la sospensione di cinque minuti dei lavori per accertare la presunta incompatibilità del consigliere Norante a partecipare alla votazione. Questa sospensione durerà un’ora e mezza fino a quando il consigliere Prosperi (PD) legge una nota in cui si propone il ritiro della discussione al fine di salvaguardare il principio di “autotutela della P.A.” a causa della presenza di Norante, a loro dire titolare di conflitto di interessi e quindi impossibilitato a partecipare.
A questo punto la minoranza imbufalita fa mancare il numero legale abbandonando l’aula con il pubblico numerosissimo che stigmatizzava l’atteggiamento della maggioranza al grido di “Buffoni!”.
Anche in seguito alla seduta del 21/10/08 si sono susseguite dichiarazioni al vetriolo delle opposizioni contro il monocolore PD. Nello stesso periodo è seguita una denuncia da parte del Comitato Riserva nei confronti dell’Amministrazione comunale per la realizzazione di un sottopassaggio abusivo che collega la SS 16 al Camping Lido d’Abruzzo in violazione delle norme di salvaguardia per le aree protette ai sensi L.R. 06/05.
Superato quindi il termine di approvazione fissato dalla Regione Abruzzo senza che il Pan fosse stato adottato, iniziò a prender corpo con maggiore insistenza la possibilità di nomina di un commissario ad acta per l’adozione dello stesso tanto da destare i legittimi dubbi che proprio la maggioranza non aspettasse altro che la “patata bollente” passasse in mani altrui, al fine di non peggiorare la già pessima opinione che i cittadini hanno maturato sull’atteggiamento della stessa nel gestire questa vicenda.
Seguirà una delibera (1153/08) dell’allora Giunta Regionale di centrosinistra (Del Turco era già andato in galera) datata 27 novembre 2008 con la quale il Presidente vicario Paolini e i colleghi assessori decisero di affidare la gestione della Riserva alla Provincia di Teramo constatata l’inerzia del Comune di Roseto degli Abruzzi.
Il 17 dicembre 2008 le associazioni ambientaliste incontrarono il Presidente D’Agostino che promise di risolvere il problema.
Il 21 Aprile 2009 il Consiglio provinciale delibera a maggioranza la nomina dell’Organo di gestione della Riserva e l’inizio della concertazione con i comuni di Giulianova e Roseto. Persino in quella sede la rosetanità si è fatta riconoscere…i consiglieri provinciali del PD Frattari e Di Girolamo (entrambi assessori della Giunta comunale di Roseto) si astennero motivando il loro dissenso pronunciandosi per la nomina di un commissario ad acta.
Il tempo passa ma non succede niente e D’Agostino viene dunque criticato dalle associazioni ambientaliste esasperate da quattro anni di inadempienze da parte dei comuni di Roseto e Giulianova.
Le elezioni provinciali del 06 e 07 giugno, come quelle delle precedenti regionali, testimoniano la volontà dei cittadini di cambiare pagina e di voler punire l’arroganza degli amministratori rosetani che però continuano a perseverare soprattutto sulla questione Riserva.

Passata l’estate l’argomento è tornato ad impegnare l’agenda politica perché in sede di discussione di Piano spiaggia vengono previsti lotti di demanio all’interno della Riserva da rilasciare come concessione.
Tutto pare calmo fino a quando agli inizi di novembre il consigliere regionale del PD Di Pangrazio chiede a mezzo stampa la convocazione urgente della II Commissione consiliare della Regione Abruzzo per far ascoltare i sindaci di Roseto e Giulianova, Mastromauro e Di Bonaventura, al fine di promuovere una riperimetrazione dei confini della Riserva.
Nei giorni successivi trapela la notizia di un progetto di legge regionale presentato dal consigliere Rabbuffo (PDL) nel quale è prevista la riperimetrazione. Questa proposta legislativa viene pubblicamente avversata dal centrodestra rosetano e regionale a mezzo stampa e nell’importante convegno organizzato dal Comitato per la Riserva Naturale del Borsacchio il 21 novembre scorso presso il Palazzo del Mare.

L’appuntamento intitolato “Riserva Naturale Regionale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto” doveva trattare del collegamento ciclabile tra i suddetti comuni ma è stata l’occasione per una serrata discussione sul tema della riperimetrazione della Riserva stessa. Oltre che interventi molto qualficati da parte di esponenti dell’associazionismo che sottolineavano l’importanza dell’istituzione di una riserva naturale per lo sviluppo economico del territorio, è stata la presenza di importanti esponenti politici ad attirare un’altissima attenzione. Erano presenti in sala i sindaci di Roseto e Pineto, l’Assessore regionale alla cultura Di Dalmazio, il consigliere regionale Rabbuffo, il Presidente della Provincia Catarra, il senatore Tancredi, il consigliere regionale Acerbo, l’Assessore provinciale Vannucci e l’ex-parlamentare D’Elpidio.
Di Dalmazio è intervenuto chiedendo “di non alimentare nessuna contrapposizione tra “guelfi e ghibellini” e discutere con comuni e provincie”. Poi fa riferimento alle esperienze dei parchi abruzzesi “nei nostri parchi nazionali vi è stato un equivoco sulla logica del vincolo, con i presidenti dei parchi abbiamo concordato le linee guida di carattere regionale. E’ giusto perseguire la logica della sussidiarietà con le competenze specifiche degli enti territoriali, diamo la massima disponibilità a discutere per creare un forte sviluppo nell’area della Riserva insieme al Presidente della Provincia” Conclude con una considerazione “La Riserva dev’essere un’opportunità di sviluppo, se non saremo in grado di realizzare tutto ciò ce ne assumeremo la responsabilità e le colpe.”
Catarra gli fa eco “C’è bisogno di un ampio dibattito ma la risposta va data dalla politica locale, da lì poi gli enti sovra comunali raccoglieranno le indicazioni dei cittadini di Roseto e dei loro rappresentanti.”
Indubbiamente gli interventi più energici sono stati quelli di Vannucci e di Acerbo.
Il primo esordisce con un excursus storico-politico : “Per la storia politica di questa città, noi (Liberalsocialisti n.d.r.) firmammo un patto d’onore con la coalizione del centrosinistra per mantenere e preservare la Riserva. Se qualcuno volle nella notte in Consiglio Regionale (Ginoble & c.) istituire la Riserva questo non è stato criticato tanto che abbiamo accettato la richiesta da parte dei “superambientalisti” di farla partire davvero. In consiglio comunale (si riferisce alla seduta del 21/10/08 n.d.r.) arriva la “colata di cemento”, la maggioranza con il voto di un consigliere incompatibile fa bloccare la discussione”.
Prosegue senza risparmiare nessuno “Questa situazione è diventata ingarbugliatissima dal punto di vista istituzionale, dopo un po’ Di Bonaventura, Ginoble e Ruffini vanno ad illustrare il loro Pan e poi c’è l’iniziativa di Rabbuffo. La Regione dovrebbe interessarsi in maniera politico-istituzionale dell’intera vicenda dove tutte le componenti si devono prendere le responsabilità a così finalmente finisce la “guerra tribale”. Concludo invitando il Sindaco una volta per tutte a prendersi le sue responsabilità.”
Il secondo invece evidenzia come “la Riserva è inattuata per il boicottaggio della politica locale” e dichiara “conosco l’influenza del mattone sulla poltica in tutto l’Abruzzo e alla fine i veri danneggiati non sono solo i cittadini, ma soprattutto gli operatori turistici”.
Il Sindaco ha provato a difendersi sostenendo che “sono state dette molte inesattezze: questa legge nasce in modo illegittimo (L.R. 06/05 n.d.r.), non è stato sentito l’ufficio urbanistico regionale con il relativo parere preventivo; nasce con un perimetro di 110 ettari " ( viene smentito dai partecipanti che gli ricordano che si tratta di un mero refuso, l’Avv. Celommi gli consegna la planimetria prevista nel Bura).
Prosegue : “sono state fatte tre leggi, sono stati modificati i perimetri (Braca polemizza dal pubblico “Non hai fatto alcun ricorso!”), qualcuno inoltre asserisce di una mia incompatibilità a partecipare all’audizione presso il Consiglio Regionale, ma sono andato a portare la mozione che le minoranza avevano prodotto in materia. Si è parlato di poteri forti, di corruttori,ecc…ognuno risponde di fronte a Dio e di fronte alla giustizia. Comunque ci tengo a dire che per me nessun metro cubo di cemento dev’essere inserito nella Riserva. La Regione Abruzzo pianifichi in maniera chiara, la Riserva dev’essere un’opportunità non divenire penalizzante per chi ci vive dentro, concludendo non ho mai parlato di riduzioni drastiche comunque lo studio del Prof. Nigro può rappresentare un’ottima base di partenza.”
Il dibattito è concluso dall’intervento dell’Avv. Celommi “La volontà del legislatore regionale è stata univoca, per l’istituzione della Riserva abbiamo avuto problemi con l’amministrazione locale, che si è mossa soltanto dopo alcune diffide scritte. Fatto il bando al quale hanno risposto in 28 tra ingegneri, tecnici, geometri,ecc… poi si è scelto di dare l’incarico di redazione del Pan al Prof. Nigro. Si poteva scegliere il “Dipartimento di Scienze ambientali” dell’Università de L’Aquila, organo dotato di tutte le professionalità e soprattutto si poteva anche risparmiare ( il Pan è costato ai cittadini ben 230.000 Euro). Ribadisco inoltre che il perimetro iniziale non era di 110 mq ma si tratta di un refuso.”
Continua Celommi “Un anno fa doveva essere approvato questo piano in Consiglio Comunale, dopodiché un consigliere regionale di Avezzano(Di Pangrazio n.d.r.), che poco conosce il nostro territorio, è stato sollecitato a presentare quest’iniziativa (richiesta di audizione dei sindaci per riperimetrazione n.d.r.), se fossero stati i diretti interessati a chiederla sarebbe stata una decisione impolitica, impopolare e osteggiata. “Con questa riperimetrazione” conclude “si vuole trasformare l’attuale riserva in un orto botanico. Il Sindaco è favorevole così cesserebbe il conflitto d’interesse suo e dei suoi consiglieri”.
Dal punto di vista amministrativo dopo l’audizione presso la II Commissione consiliare del Consiglio Regionale alla quale ha partecipato il Sindaco Di Bonaventura, nonostante alcuni consiglieri regionali del PDL e della sinistra radicale gli ricordassero della sua incompatibilità, è seguita la proposta dello stesso primo cittadino e dell’Assessore Frattari di costituire in seno al Consiglio Comunale una Commissione temporanea che lavori per la redazione di un documento condiviso che attivi definitivamente la Riserva. I toni del “predicar bene e razzolar male” vengono confermati quando il Presidente del Consiglio Comunale Rega autorizza la partecipazione al Consiglio Comunale del 10 dicembre dei consiglieri in conflitto di interessi facendo orecchie da mercante nei confronti della missiva inviatagli dall’Avv. Celommi in cui si richiede che questi si astengano dal prendere parte alla votazione ai sensi del D.lgs N°267/2000.
Si è arrivati così all’ultimo Consiglio Comunale (10/12/09) nel quale la maggioranza (con il voto favorevole anche dei Liberalsocialisti) ha votato a favore dell’istituzione di una commissione paritetica (composta da Salvatore, Cappucci, Braca, Avolio, Santarelli, Marini, Norante e Di Marco) che entro il 26 gennaio prossimo dovrà formulare un documento unitario da inviare alla Regione Abruzzo.
Sembra l’ennesima scusa di Di Bonaventura, Ginoble & co. per prendere tempo, gli sviluppi sono tutti da scoprire.






Per ulteriori informazioni consultare il blog http://politicarosetana.blogspot.com/

giovedì 10 dicembre 2009

MORRA CRITICA LE SCELTE DI TRENITALIA CHE PENALIZZANO LE STAZIONI DI GIULIANOVA E VASTO



FERROVIE, MORRA: TRENITALIA, SCELTE INACCETTABILI


fonte: agi.it


(AGI) - L’Aquila, 7 dic.- Disapprovazione e’ stata espressa dall’assessore ai Trasporti, Giandonato Morra, sulle nuove scelte di Trenitalia nazionale che riguardano la fascia oraria relativa alla dorsale Adriatica. “Eccessive e inaccettabili - ha commentato l’assessore - sono le penalizzazioni a cui vengono sottoposte le stazioni di Vasto e di Giulianova cosi’ come quella di San Benedetto del Tronto per la regione Marche. Ho deciso di convocare al piu’ presto una riunione con l’assessore ai Trasporti delle Marche, Pietro Marcolini con cui sono in stretto contatto e con i presidenti delle Province di Chieti, Teramo ed Ascoli Piceno interessati a questi tagli. La scelta di Trenitalia a livello nazionale e’ palesemente stonata tenuto conto anche del grande sforzo della Regione Abruzzo nella stipula del contratto di servizio regionale avvenuta nei giorni scorsi. Determinati impegni assunti con noi non possono essere ignorati da Trenitalia in scelte operanti su scala nazionale. La Regione Abruzzo - ha concluso l’assessore Morra -insieme alle Marche, all’Emilia Romagna e all’Umbria ha stipulato in precedenza anche un protocollo d’intesa alla presenza delle associazioni dei consumatori al quale dovra’ essere dato maggiore seguito e nuovo impulso”. (AGI) com/Plt

lunedì 7 dicembre 2009

Comunicato stampa "Più sicurezza per Roseto centro"




Roseto degli Abruzzi,lì 07/12/09

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Con la presente si informa la S.V. e la cittadinanza del grave stato di insicurezza in cui versa Roseto centro, in particolare Via D’Annunzio e alcune vie ad essa collegate. Questo stato di pericolo, determinato dal traffico veicolare ad alta velocità sulla suddetta via e in alcune ad essa collegate, ci è stato più volte segnalato sia dai cittadini di Roseto centro sia da tantissimi genitori che ogni giorno accompagnano i figli nelle scuole elementare e media di Via D’Annunzio.
Infatti ad eccezione degli orari di entrata e di uscita di scuola, momenti nei quali un presidio di vigili urbani inibisce l’ingresso delle automobili in un tratto di Via D’Annunzio (che comprende l’ingresso alle scuole media ed elementare), nel resto della giornata non vi è alcun controllo nonostante vi sia un frequente transito pedonale da parte degli alunni e non solo, per le attività scolastiche pomeridiane, per le attività sportive nelle palestre di Via D’Annunzio e Via Manzoni e per recarsi presso la cartolibreria all’angolo tra Via De Amicis e Via D’Annunzio.
“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei residenti e dei genitori degli alunni, quindi abbiamo inviato un documento al Sindaco e agli uffici competenti per chiedere un intervento immediato per garantire maggiore sicurezza in una “zona sensibile” di Roseto centro” dichiara Fabrizio Fornaciari di Giovane Italia (PDL). “Nel documento chiediamo l’installazione di tre rallentatori per costringere le auto a rallentare in prossimità del cancello della scuola media in Via D’Annunzio e in altri due tratti, rispettivamente in Via Manzoni e Via De Amicis. Chiediamo inoltre all’amministrazione comunale di non applicare l’ordinanza del Sindaco N°156 del 30/10/07, che prevedendo il doppio senso di marcia in Via D’Annunzio aumenterebbe ancora di più i pericoli per i pedoni.”
“Continueremo a vigilare” conclude Fornaciari “al fine di salvaguardare la sicurezza dei cittadini, problema troppe volte sottovalutato da parte dell’amministrazione Di Bonaventura.”
Con la presente si porgono distinti saluti.


Fabrizio Fornaciari
Giovane Italia Roseto degli Abruzzi


Giuseppe Giorgini
Residente Roseto centro

PIU' SICUREZZA PER ROSETO CENTRO

Via D'Annunzio













Via D'Annunzio










Via D'Annunzio






Via D'Annunzio






Via Manzoni






Via Manzoni






Via Manzoni






Via Manzoni






Via De Amicis






Via De Amicis






Via De Amicis






Via De Amicis






Roseto degli Abruzzi,lì 09/12/09

Alla c.a. Sig. Sindaco
Comune di Roseto degli Abruzzi

e p.c. Dirigente II Settore
Comune di Roseto degli Abruzzi
Ing. Mastropietro


OGGETTO: RICHIESTA INTERVENTI PER RISOLUZIONE PROBLEMI DI VIABILITA’ VIA D’ANNUNZIO E DINTORNI

Egregio Sig. Sindaco,
con la presente chiediamo alla S.V. la risoluzione dei problemi di viabilità e di sicurezza di Via D’Annunzio e dintorni. Nello specifico ci teniamo a rappresentarle la situazione di grave disagio e insicurezza determinato dal traffico veicolare ad alta velocità segnalataci non solo dai residenti di Via D’Annunzio e di tutta Roseto centro, ma anche di tantissimi genitori che accompagnano ogni giorno i figli nelle scuole elementare e media della medesima via.
Infatti, ad eccezione degli orari di entrata (08,00-08,30) e di uscita (13,00-13,30) in cui l’accesso al traffico veicolare è inibito da un presidio dei vigili urbani, nelle altre ore del giorno Via D’Annunzio non avendo alcuno stop nel corso del suo tracciato è percorsa ad alta velocità dagli automobilisti: nel pomeriggio essendo la scuola, più volte alla settimana, aperta per le attività didattiche, il sabato pomeriggio per il catechismo e la sera per la fruizione dei locali della palestra di Via D’Annunzio,vi è quindi un frequente transito da parte degli alunni, sia all’ingresso che all’uscita di scuola, che comporta dei rischi per la loro incolumità.
Registriamo inoltre la necessità da parte di famiglie degli alunni e residenti di intervenire altresì in quelle vie collegate a Via D’Annunzio che ospitano strutture, sportive e commerciali, che comportano inevitabilmente un transito pedonale che attualmente è insicuro: Via Manzoni e Via De Amicis.
Nel primo caso segnaliamo alla S.V. il disagio di quanti frequentano la palestra di Via Manzoni, per attività didattico-sportive o tramite adesione alle varie società sportive che ne usufruiscono, che incontrano difficoltà ad attraversare o percorrere la carreggiata a causa dell’alta velocità con cui le autovetture si immettono nella stessa Via Adriatica.

Nel secondo caso segnaliamo i problemi di viabilità di Via De Amicis, percorsa soprattutto negli orari di uscita dalle scuole, dagli alunni residenti a Roseto centro per far ritorno nelle rispettive abitazioni. Inoltre all’incrocio della stessa via con Via D’Annunzio vi è un frequente transito di pedoni, soprattutto di alunni, che in tutti i momenti della giornata si recano presso la cartolibreria ivi presente. Anche in Via De Amicis segnaliamo i disagi per l’alta velocità con cui le auto percorrono il tratto compreso tra Via Mameli e Via D’Annunzio, ad eccezione degli orari di entrata e di uscita suddetti in cui è ivi apposto un cartello di divieto di accesso per gli autoveicoli.
Visto quanto rappresentato

chiediamo

alla S.V. di installare n°3 rallentatori al fine di limitare la velocità degli autoveicoli in un’area di Roseto centro particolarmente sensibile vista la presenza di due scuole, due palestre e una cartolibreria oggetto di frequentazione da parte degli alunni e di moltissimi cittadini in tutti i momenti della giornata.

Per Via D’Annunzio chiediamo che venga installato n°1 rallentatore di fronte il civico n°29 al fine di costringere gli automobilisti a rallentare prima del tratto di strada di fronte al cancello della Scuola Media “G.D’Annunzio”; (foto allegato n°1)

Per Via Manzoni chiediamo che venga installato n°1 rallentatore nel tratto compreso tra le strisce gialle dell’area parcheggio bus e i cassonetti della nettezza urbana in modo da costringere gli automobilisti a rallentare ben prima rispetto al segnale di stop; (foto allegato n°2)

Per Via De Amicis chiediamo che venga installato n°1 rallentatore tra il civico n°6 e il civico n°3 in modo da costringere gli automobilisti a rallentare ben prima rispetto al segnale di stop; (foto allegato n°3)

Ci teniamo pertanto a richiedere che l’installazione dei tre rallentatori interessi solo la carreggiata e non occupi i canali di scolo laterali che lambiscono la stessa altrimenti provocherebbe gravi difficoltà allo scorrimento delle acque piovane.
Fiduciosi di un Vs. reale interessamento con la presente si porgono distinti saluti.



Fabrizio Fornaciari



Giuseppe Giorgini

















































































































































































domenica 29 novembre 2009

RUGBY: TEST MATCH, AD ASCOLI ITALIA BATTE SAMOA 24-6




Colpo Italia dopo 13 k.o.
Samoa è travolta 24-6.




fonte: gazzetta.it




Una meta di McLean, una tecnica e un drop di Tebaldi, migliore in campo, per il successo degli azzurri senza Parisse. Mirco Bergamasco e Gower si alternano sui piazzati. Per Mallett 3ª vittoria da c.t in 21 gare


ASCOLI PICENO, 28 novembre 2008 - Eccola la vittoria italiana. Dopo 13 k.o. consecutivi (ultima vittoria in Argentina il 28 giugno 2008) l'Italia del rugby torna a vincere ad Ascoli Piceno e spezza il tabù Samoa battendo gli isolani dopo tre sconfitte su tre nei precedenti. Una partita vinta col cuore, approfittando dei tanti errori samoani, ma soprattutto grazie a una determinazione feroce degli azzurri: 24-6 il risultato finale, Ascoli in festa.

PER L'AQUILA — Gli azzurri sono entrati in campo con la felpa indossata a L'Aquila mercoledì, con la scritta "Forza L'Aquila" (15mila euro dell'incasso sono andati al rugby abruzzese). Con questa hanno cantato l'inno. Capitan Parisse, che sarà operato domani a Milano per la rottura del legamento crociato del ginocchio destro, in panchina coi compagni. Dopo sette touche in 4' arriva il primo fallo samoano e a sorpresa va Mirco Bergamasco, che nello Stade Français aveva già calciato e non sbaglia. Passa un minuto, l'Italia spinge e approfitta di un errore di trasmissione per arrivare con calcetto di Ghiraldini fino all'area di meta samoana, calcio a metà campo e McLean si inventa la meta azzurra più bella degli ultimi anni, con uno slaom fra un vespaio di giocatori fino a depositare in meta il punto dell'8-0. Il calcio di Esau dopo 4' vale l'8-3.

PARISSE C'E' — Partita piena di errori da entrambe le parti. I nostri alzano l'intensità e i samoani danno la sensazione di poter essere finalmente battuti da un'Italia molto più concreta e cinica, che prova a giocare alla mano. Arriva il secondo calcio di Mirco Bergamssco al 20' e l'Italia arriva all'11-3. Scenetta bellissima in attesa del calcio di Mirco: Parisse si alza dalla panchina e dà indicazioni sui movimenti a Zanni. Poco dopo tocca a Tebaldi: Parisse è la voce di Mallett a bordo campo. Quello che doveva essere il nostro punto di forza, la mischia, di fatto è annullata per falli distribuiti da entrambe le prime linee. Poca precisione da entrambi i fronti. Ultimi 2' con due falli a metà campo. Gower calcia per il 14-3, Esau per il 14-6.

DROP TEBALDI — Secondo tempo con l'Italia che alza la linea di difesa e non dà modo ai samoani di respirare e giocare alla mano. Confusione al 12' sulla linea dei 22 samoana, Mauro Bergamasco dà un calcetto, palla a 5 metri dalla linea di meta, rilancio di Esau e Tebaldi piazza il drop del 17-6. L'Italia adesso è bellissima, prova a giocare alla mano e riesce a costruire trame offensive che accendono il pubblico di Ascoli. Al 20' della ripresa Samoa in 14: Fa'Fili placca altissimo McLean lanciato a 10 metri verso la meta: rosso diretto. Il calcio conseguente viene sbagliato malamente da Mirco Bergamasco. Al 25' un fallo azzurro regala ai samoani un calcio: Esau sbaglia e ci perdona. Gli errori si susseguono, l'Italia li commette a ripetizione nei calci di spostamento. Al 33' Gower tenta un piazzato da 45 metri: errore. Samoa con uno in meno spinge e mette sotto pressione i nostri che tengono sui nervi nelle battute finali. Sul finire del match arriva la seconda meta azzurra (tecnica) per tallonaggio irregolare in una mischia a 5 metri: Mirco trasforma e si va sul 24-6. L'Italia del rugby sa anche vincere!

dal nostro inviato Nicola Melillo

domenica 8 novembre 2009

MANIFESTAZIONE "OLTRE OGNI MURO" A ROSETO DEGLI ABRUZZI










Nella Galleria foto pubblicate le fotografie della manifestazione "Oltre ogni muro" di Giovane Italia Roseto tenutasi sabato 07 novembre.




giovedì 5 novembre 2009

OLTRE OGNI MURO:09 NOVEMBRE 1989-2009 A VENTI ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO







COMUNICATO STAMPA MANIFESTAZIONE DI GIOVANE ITALIA ROSETO "OLTRE OGNI MURO" SABATO 07 NOVEMBRE DALLE ORE 16.00 PIAZZA DELLA LIBERTA' A ROSETO DEGLI ABRUZZI.



Roseto degli Abruzzi,lì 05/11/09

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO : COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Il circolo territoriale di Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Libertà, rende noto alla S.V. e alla cittadinanza che Sabato 07 Novembre presso Piazza della Libertà a Roseto degli Abruzzi, dalle ore 16,00 alle ore 19,30 si terrà una manifestazione in ricordo della Caduta del Muro di Berlino. In concomitanza con il ventesimo anniversario vogliamo, con questa manifestazione, ricordare gli avvenimenti del 9 Novembre 1989. Infatti il 9 Novembre rappresenta una data fondamentale per i popoli europei: la Caduta del Muro di Berlino sancisce la fine dei regimi comunisti in Europa, l’inizio della libertà per milioni di persone oltrecortina e la vera riunificazione di tutti i popoli europei. Nel corso della manifestazione, alla quale sono stati invitati a partecipare il Coordinatore provinciale del Popolo della Libertà Sen. Paolo Tancredi e il Vice-Coordinatore Giandonato Morra, verrà effettuato dai nostri militanti un volantinaggio informativo e verrà eretto un muro di cartone che simbolicamente ricorda il muro che divideva la capitale tedesca.
Sullo stesso muro vi saranno scritte parole e slogan che ricordano vari temi politici e di attualità: l’oppressione in Cina, Tibet e Birmania; la cultura sessantottina di alcuni professori faziosi che fanno propaganda nelle scuole e nelle università; il precariato che impedisce ai giovani di costruire il proprio futuro; l’indifferenza verso la vita pubblica, il silenzio che copre la mafia e la corruzione,ecc… Questi temi rappresentano i tanti muri che devono essere ancora abbattuti, tant’è che il muro di cartone verrà abbattuto per portare all’attenzione di tutti, soprattutto dei giovani, questi gravi problemi che devono essere risolti.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Ufficio Stampa
Giovane Italia Roseto degli Abruzzi





giovedì 1 ottobre 2009

Matteo Bonetti, una vita dedicata sempre alla difesa dei più deboli di Daniele Petraroli


fonte: ilgiornale.it


Aveva scelto una foto da «bravo ragazzo» per i suoi manifesti elettorali, Matteo. Sbarbato, sorriso timido, faccia pulita e giacca blu. Correva per un posto da consigliere in II municipio, nella Roma bene: Flaminio, Parioli, Salario, quartiere Africano. E allora per i mille incontri con i suoi elettori «doveva» allontanarsi dallo stereotipo del militante della destra giovanile sempre in jeans e maglietta e imporsi quella benedetta giacca. Salvo poi, la sera, incontrarsi nei pub frequentati dalla sua comunità per ripartire, pennellessa alla mano, e imbrattare i muri del municipio con quegli stessi manifesti che tanto avevano fatto ridere i suoi amici.
Nei manifesti che coprono da domenica i muri di Roma il suo viso non c’è. Solo fiaccole accese e la frase di Jünger che preferiva («L’Uomo è un essere animato da una speranza, da un bagliore di eternità. Un raggio d’immortalità lo ha penetrato. Questo distingue anche il suo modo d’amare da ogni altra specie d’amore»). Matteo se n’è andato venerdì scorso ad appena 24 anni a Zara, dove si trovava in vacanza, dopo un’estate difficile riempita da un lungo ricovero al Policlinico.
Confesso un certo pudore nello scrivere questo pezzo. Perché Matteo Bonetti per me era prima di tutto un amico. Matteo viveva per la politica militante. Giovanissimo animatore del nucleo Mameli di Azione Studentesca, responsabile del «Nucleo Parioli» da lui fondato, dirigente di Azione Giovani Roma passando per la consulta provinciale degli studenti. Fino allo scorso anno quando era diventato, appunto, consigliere del II municipio e presidente della commissione servizi sociali e politiche giovanili. Un sogno che si avverava. Gli brillavano gli occhi quando raccontava delle riunioni che avrebbero portato all’approvazione del bilancio sociale nel luglio di un anno fa. L’attenzione per i deboli, per i giovani e i giovanissimi sono la cifra politica che Matteo lascia in eredità alla sua comunità. E anche ai tanti disillusi, come il sottoscritto, che però non riuscivano a non provare un po’ d’invidia per quel ragazzone biondo che si accalorava ancora per difendere le sue idee e quel modo, romantico e antico certo, d’intendere la politica.
Idealista, estroverso, espansivo fin quasi all’eccesso, con la battuta sempre pronta con Matteo ho condiviso anche l’avventura del giornalismo. Prima nella redazione di AsgMedia, poi in quella di Inedita. E anche lì, tra uno scherzo e l’altro, si cercava di dar voce ai più deboli, agli ultimi, ai dimenticati.
Adesso è il momento del dolore. Per la sua comunità e per le tante altre che lo piangono. Realtà diverse e a volte anche in competizione tra loro che avevano apprezzato Matteo in vita per il suo impegno e che si sono unite, adesso, nel suo ricordo.
Ciao Matteo, lieve ti sia la terra. Una cosa però ammetto di non riuscire a perdonartela. «Costringermi» a scrivere questo pezzo, no, questo è uno scherzo che non dovevi farmi.

martedì 29 settembre 2009

MATTEO SE N’E’ ANDATO SENZA UN PERCHE’. AVEVA SOLO 24 ANNI di Tommaso della Longa


fonte: libero

«Ci volevi tu per farmi tornare in affissione, certo adesso siete diventati troppo civili: i muri non si toccano più». Eh sì, secchio, colla e pennellessa con i ragazzi (cresciuti) dell’allora Trieste Salario di viale Somalia, 5 che si ritrovano per un pischello, un ragazzino biondo dei Parioli, tutto compito e pettinato, che un bel giorno sceglie la strada della militanza politica. Chi l’avrebbe mai detto che il collante di una generazione che per mille motivi non riusciva più a frequentare le sedi di partito, sarebbe stato proprio uno dei più piccoli. Sì, è così che mi piace ricordare Matteo Bonetti, consigliere del Pdl del II municipio, ma ancora prima fratello e dirigente di Azione giovani. Era la campagna elettorale che ha portato Alemanno in Campidoglio. E senza nessuna convocazione, ci siamo ritrovati a sostenere “militantemente” la candidatura di una di quelle persone che fa della politica un motivo di vita., che da responsabile del Nucleo Mameli di Azione studentesca arriva nelle istituzioni per dare una voca alla sua Comunità. Perché? Semplice se lo meritava e non c’era altro da fare se non tornare a compiere il rito della campagna elettorale, fatta in tanti anni per i nostri “grandi”, ovvero quella generazione del Fronte della Gioventù che ha rivoluzionato il modo di fare e di intendere la politica. In quelle serate di aprile lo prendevamo in giro, quando arrivava a salutarci dopo gli incontri con la gente vestito in giacca e cravatta. Lo prendevamo in giro sapendo che in lui vedevamo i nostri sforzi tramutati in realtà. E ora? Niente, da quel di Zara ci ritroviamo a piangere un amico di 24 anni che se ne è andato senza un perché. E che ora, in questo preciso momento, starà ridendo di tutti quanti noi pensando “vi ho fatti venire fin qui su, però smettetela di disperarvi”. Sì, riderebbe anche di questo “pezzo” assurdo, scritto da un giornalista che in questo momento si sente solo inadeguato nel ricordare una di quelle persone che non dimenticherai mai e che fino a poche ore fa ti bombardava di sms e telefonate, di scherzo, di gioco, di serietà. Le partite della Roma in “casa nostra”, in Curva Sud, con i ragazzi dell’Irish Clan. Le birre in compagnia degli amici di sempre tra il Tom Bombadil, l’Excalibur e i gradoni del Giulio Cesare. Il lavoro nella redazione, prima di AsgMedia e poi di Inedita. Le trasferte, i viaggi nelle Sei Contee occupate del Nord Irlanda, le feste. Con la battuta sempre pronta, i giochi portati alo stremo della pazienza fino a quando arriva il momento del “Matte’ ora basta”. Chi lo ha conosciuto non se lo può dimenticare. Per quanto mi riguarda, rimane solo la gioia di aver ritrovato nelle settimane d’ospedale ad agosto l’amico fraterno con cui parlare di tutto, che c’è sempre. E il dramma di un vuoto che sembra ogni minuto che passa sempre più incolmabile.

domenica 27 settembre 2009

Gli annunci elettorali dell'Assessore De Vincentiis di Fabrizio Fornaciari



Nell’ultimo numero di Eidos, giornale diventato bollettino “ufficiale” del PD rosetano, è stato pubblicato un articolo riguardante il problema dei parcheggi della nostra città. In questo si riferisce di uno studio preliminare da parte dell’Assessore ai lavori pubblici De Vincentiis che dovrebbe attuare nuove misure per risolvere il problema della carenza dei parcheggi. Queste misure dovrebbero migliorare l’attuale situazione in attesa della realizzazione in centro dell’autosilo o silos da trecento posti.
Il silos dovrebbe sorgere precisamente in prossimità dell’area parcheggio vicino alla stazione ferroviaria. A prescindere dall’inopportunità di realizzare in pieno centro città un silos, brutto da vedere in una città già invasa da palazzi di dubbio gusto realizzati dai costruttori vicini all’amministrazione; volendo tralasciare il notevole disagio che avrebbero gli inquilini dei palazzi vicini con i fumi di scarico delle auto e i rumori, l’assessore ha dimenticato che la realizzazione del silos è ferma allo studio di fattibilità nonostante nel Bilancio 2009 e nel Programma lavori pubblici l’inizio dei lavori fosse previsto per il terzo trimestre del 2009 (luglio – agosto – settembre)… quindi il silos è di là da venire: ammesso che comincino i lavori, questi non inizieranno comunque prima della fine del mandato della giunta Di Bonaventura (2011).
L’assessore sta pensando di riservare a pagamento ben 300 parcheggi di Roseto centro. Quindi l’amministrazione ha intenzione di istituire le strisce blu senza al contempo aver creato nuovi parcheggi nella zona centro e senza alcun preavviso ai commercianti di Roseto centro che sarebbero ulteriormente penalizzati da questo provvedimento.
Ci auguriamo perlomeno che De Vincentiis tenga conto dell’art.7, comma 8 Codice della Strada, di prevedere zone di parcheggio libero in prossimità delle zone di parcheggio a pagamento e della Sentenza 116/2007 della Corte di Cassazione che rileva l’esistenza di vizi di legittimità per quei provvedimenti amministrativi che non rispettano il dettato dell’art.7, comma 8 Codice della Strada.
Non vorremmo che la superficialità dei nostri amministratori spinga molti cittadini a fare ricorso contro eventuali multe il che comporterebbe un grave danno all’erario comunale.
Aspetto curioso di questo progetto è lo spostamento di uno dei c.d. ”parcheggi di scambio” dai quali gli automobilisti una volta parcheggiata la vettura potrebbero prendere la navetta per raggiungere il centro: nel Piano urbano del Traffico il parcheggio della zona sud era stato individuato nella zona circense mentre nell’articolo si parla del piazzale di fronte il Palamaggetti. E il martedì quando c’è il mercato che succede?
Anche per le navette che dovrebbero collegare i parcheggi con il centro per l’anno 2009 non è stato stanziato neanche un centesimo di euro.
Tutto questo quindi sembra l’ennesimo annuncio elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative, non mi resta quindi che concludere con “e vissero tutti felici e contenti”.

Le nostre proposte:



1) Per la zona di Roseto centro riteniamo iniquo istituire le strisce blu, il parcheggio a pagamento diverrebbe una tassa in più per i cittadini. In ogni caso riteniamo che sia necessario sempre consultare residenti e commercianti e seguire il disposto dell’art.7, comma 8 Codice della Strada per evitare quanto accaduto in altre città: una pioggia di ricorsi in quanto le strisce blu erano lontane da quelle bianche e i comuni che hanno sborsato diverse migliaia di euro.


2) I parcheggi di scambio lontani dal centro sono strumenti utili per evitare l’ingresso in centro delle automobili da fuori Roseto, questi devono essere collegati al centro da un servizio navetta che però va inquadrata in un piano più ampio di trasporto che colleghi Roseto capoluogo alle frazioni di Cologna Paese e Montepagano, oggi fortemente isolate rispetto al centro.


3) Per il Piano Urbano del Traffico, che è destinato come tutti gli altri piani (in particolare P.R.G. e Piano spiaggia) a non essere approvato, si dia la priorità alla realizzazione di nuovi parcheggi e dopo alla realizzazione degli altri interventi.

lunedì 21 settembre 2009

La fiaccola tricolore, racconto di una lunga storia d’amore di Fabrizio Fornaciari



Sabato pomeriggio a Chieti all’interno della manifestazione “La politica oltre la politica” organizzata dalla Fondazione Cantiere Abruzzo Italia del Sen. Di Stefano, si è svolta la presentazione del libro “La fiaccola tricolore” di Fabrizio Tatarella.
Alla presentazione erano presenti Stefano Morelli, Presidente direzione nazionale della Giovane Italia; Marco Marsilio, deputato romano del Popolo della Libertà e storico dirigente del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani; Lorenzo Sospiri, consigliere regionale ed ex coordinatore regionale di Azione Giovani Abruzzo e Fabrizio Tatarella, autore del libro.
Apre il dibattito Morelli che riferisce di quelli che sono stati i passaggi necessari alla costituzione della Giovane Italia, il movimento giovanile più importante d’Italia, spiega che vi è stata una grandissima partecipazione al sondaggio per scegliere il nome del movimento che ha visto militanti e simpatizzanti decidere con larghissima maggioranza (l’85% del totale) il nome Giovane Italia. Lo stesso sistema sarà utilizzato per decidere il simbolo da adottare.
Nel commentare le pagine con cui Tatarella narra la storia della giovane destra Morelli ritiene che “La fiaccola tricolore” sia “un libro che ha precorso i tempi, un libro che ha immaginato la nascita del movimento giovanile unico”.
Lo segue nel dibattito l’intervento di Marco Marsilio, pezzo di storia della destra giovanile romana, applauditissimo dalla platea. Marsilio comincia col raccontare della sua esperienza giovanile, a cavallo tra fine anni ’70 e inizio anni ’80: un periodo di transizione in cui la destra giovanile veniva fuori dai lutti degli “anni di piombo” fortemente segnata e cercava di andare oltre attraverso nuove parole d’ordine, nuove sperimentazioni culturali, aprendosi alla società. “Si affrontava più spesso l’estetica e non la sostanza, dovevamo stimolare i giovani a fare politica, a continuare a fare di più. Inoltre era una stagione in cui solo in qualche paesino riuscivamo a fare il colpaccio di eleggere il sindaco e festeggiavamo in tutta Italia.” e poi continua “Però sperimentavamo nel fare politica nelle strade, nelle piazze, nel movimento studentesco a trovare una nuova via: abbiamo persino stretto accordi con associazioni cattoliche e non, trovando spesso le prime difficoltà nel veto del partito”.
Arriva quindi a parlare della trasformazione del Fronte della Gioventù in Azione Giovani: “ Chi aveva metabolizzato queste esperienze ha trovato poi naturale il proprio percorso politico in Azione Giovani e in Alleanza Nazionale” ed infine commenta la nascita del nuovo movimento giovanile unico del centrodestra “Oggi nella Giovane Italia ci sono esperienze diverse, c’è chi viene dall’esperienza liberale, del socialismo riformista, della destra, in un nuovo movimento giovanile e in un partito interclassista in cui spiccano i valori della nazione, della famiglia, della solidarietà e della sussidiarietà. Due soggetti politici, partito e movimento giovanile, che sono il vero motore della politica italiana. E’ importante aver deciso subito di costituire il nuovo movimento giovanile unico, con un nome rassicurante per chi tiene alla simbologia, all’estetica e all’identità.”
Chiude con una riflessione ad effetto che racchiude una grande verità, sottolineando così l’importanza per la politica della presenza di un movimento giovanile forte e con una grande partecipazione: “I migliori interpreti della politica sono le persone che dai 14 ai 16 anni perdono un’ora in più del loro tempo per servire il loro popolo”.
Lo segue negli interventi Lorenzo Sospiri, una vita nelle organizzazioni giovanili della destra, prima col Fronte della Gioventù e poi in Azione Giovani. Parlando della storia e del ruolo della giovane destra nella società italiana, ben descritta dal libro di Tatarella, Sospiri vede nel ruolo della stessa: “Un importante spaccato della vita di questa nazione, vi capiterà spesso di sapere, parlando con amici di politica, che si è passati anche solo per un’ora in manifestazioni o volantinaggi delle organizzazioni delle organizzazioni giovanili di destra. Ho sentito più volte amici che sentivano l’esigenza di fare un volantino contro l’invasione russa a Praga, per chiedere maggiore libertà culturale,ecc…” Parla poi della sua esperienza personale “è stata una grande palestra, ho metabolizzato di credere in alcune idee durante le attività del movimento giovanile, la fucina degli attuali vertici e di quelli passati viene da lì (immancabile l’omaggio con riferimento alla famiglia Tatarella n.d.r.) credo che Fabrizio sia orgoglioso di portare il cognome Tatarella, perché proprio dalle intuizioni di Pinuccio Tatarella sono stati piantati molti semi del progetto del PdL”
Immancabile infine un riferimento al nuovo movimento giovanile: “E’ stato giusto utilizzare questo nome come segno di riconoscenza per due generazioni di italiani che hanno difeso alcuni valori in tempi in cui difendere quei valori, magari sopiti in alcuni periodi, era molto difficile. La vittoria culturale di quella Giovane Italia che difendeva il tricolore, anche quando il popolo italiano ci puniva nelle tornate elettorali, e quei valori di quella Giovane Italia ritornano nelle dichiarazioni del famigliari dei sei soldati caduti nel vile attentato terrorista in Afghanistan”. Inutile riferire dell’applauso entusiasta dei presenti.
Il dibattito cresce d’intensità quando l’autore prende la parola e subito spiega i motivi che lo hanno spinto a raccontare la storia dei giovani di destra. “Da quando nasce la destra democratica, tanto è stato scritto sulla destra: i libri di Telese, Veneziani, Tarchi, Terranova…Ma non c’era un libro che raccontasse la storia della destra giovanile, un mondo importante dal quale è uscita l’attuale classe dirigente del paese: non è un caso che il segretario del FdG dal ’77 all’88 è la terza carica dello Stato, non è un caso che Alemanno sia Sindaco di Roma, Gasparri capogruppo al Senato del primo partito in Italia, Menia sottosegretario,ecc…Nel libro sono presenti i contributi di Massimo Anderson, il più vecchio segretario del FdG, Mellone e Campi, intellettuali del think tank “Fare Futuro” e di una intervista esclusiva a Gianfranco Fini. Ci sono anche delle fotografie: non è un caso che la prima ritragga Roberto Mieville nel 1948 mentre tiene un comizio sul tetto di un furgoncino e l’ultima Giorgia Meloni che stringe la mano a Berlusconi a rappresentare la scommessa che è stata vinta. Un momento che ha emozionato tutti, un momento in cui la Comunità ha vinto.” Sottolinea poi l’importanza dei giovani nella storia della destra italiana : ”Addirittura secondo il politologo Carioti se oggi è possibile ricordare la storia del primo MSI si deve ringraziare i giovani missini che presidiavano le piazze per volantinare e partecipare alle manifestazioni, come negli anni ’50 quando i giovani italiani erano in piazza per difendere i confini della Patria o più tardi in solidarietà a Jan Palach e al popolo ceco”.
E’un fiume in piena Tatarella in un alternarsi di ricordi, aneddoti e citazioni “La sfida della destra era portare avanti una classe dirigente giovane, non ci sono più le piazze piene e le urne vuote come ai tempi di Almirante ma le piazze piene e le urne piene. La nostra storia è costellata da immagini importanti come la caduta del Muro di Berlino, come la manifestazione durante Tangentopoli quando il FdG circondò Montecitorio con un enorme girotondo e i partecipanti indossavano t-shirts con la scritta “Arrendetevi siete circondati” per denunciare la corruzione della classe politica, le frasi di Almirante che ancora oggi sono di lezione per i nostri ragazzi”.
Chiude i lavori Sospiri che energicamente indica il ruolo che deve avere la Giovane Italia: “Dobbiamo martellare gli ultimi muri della nostra nazione eretti dalla sinistra, il luogo comune che vuole che la cultura risieda solo a sinistra, l’ambientalismo sia di sinistra, la difesa della dignità del lavoro è di sinistra è una grande cazzata. Se non dimentichiamo qual’è il nostro obiettivo credo che daremo una buona generazione di amministratori alla nostra nazione”.
Neanche qui, a Chieti, è immune da polemiche il Festival del Cinema di Venezia “Dell’ultima mostra del cinema ho visto i vari film italiani, spero che presto si faccia un film che racconti la storia delle generazioni raccontate da Tatarella, dei giovani cattolici, dell’impegno sociale o anche la semplice storia dei ragazzi impegnati a studiare con dei valori seri…è necessario raccontare attraverso il cinema queste bellissime storie”.
Ai giovani del Popolo della Libertà l’onore e l’onere di continuare a scrivere le pagine di questa bellissima storia.