giovedì 22 gennaio 2009

ROSETO: ELEZIONI COORDINAMENTO POLITICHE GIOVANILI


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Elezioni coordinamento politiche giovanili


La presidenza del Coordinamento delle Politiche Giovanili rende noto alla S.V. e alla cittadinanza che domenica 08 marzo presso il salone della Villa Comunale si terranno le elezioni per la composizione del nuovo consiglio direttivo. Termina così la prima fase del coordinamento, una fase “costituente” dove giovani rosetani appartenenti ad aree culturali, sociali e politiche differenti hanno messo insieme le loro idee confrontandole per redigere lo statuto e il regolamento del coordinamento ed ora si apprestano ad aprire una fase di grande partecipazione nella quale ogni giovane della nostra città sarà chiamato a dire la sua per avviare un confronto costruttivo tra le giovani generazioni e le istituzioni cittadine.Inoltre si comunica che da lunedì 26 gennaio fino a lunedì 23 febbraio è possibile presentare le liste dei candidati tramite lettera indirizzata all’Assessore delle Politiche Giovanili Avv. Sabatino Di Girolamo. Ricordiamo che per le elezioni del Coordinamento hanno diritto di voto tutti i cittadini residenti nel Comune di Roseto degli Abruzzi di età compresa fra i 16 e i 30 anni. Al fine di garantire la maggior partecipazione possibile ulteriori informazioni sul ruolo del Coordinamento, sulle elezioni e sulla presentazione delle liste sono disponibili sul blog http://igiovanidiroseto.blogspot.com.

Con la presente si porgono distinti saluti.

lunedì 19 gennaio 2009

L'AQUILA : VARATA LA GIUNTA CHIODI.



Buon lavoro al neo governatore Gianni Chiodi e a tutta la sua giunta.




fonte: asca.it


(ASCA) - L'Aquila, 19 gen - Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha assegnato con proprio decreto, stamane a L'Aquila, le deleghe ai dieci assessori che compongono la nuova Giunta di centrodestra.


Per se' Gianni Chiodi ha mantenuto: Politiche regionali di cooperazione interistituzionale; Affari della Giunta regionale; Attivita' internazionali; Legislativo; Coordinamento e supporto; Affari generali e Bura; Attivita' di collegamento con Ue a Bruxelles; Delegazione di Roma; Programmazione e sviluppo, statistica; Politiche nazionali per lo sviluppo; Pianificazione territoriale, programmi complessi nazionali e regionali delle Aree urbane; Politica energetica, qualita' dell'area e Sina; Tutela, valorizzazione del paesaggio e valutazione ambientale; Conservazione della natura e Ape; Assistenza legale, consulenza e attivita' amministrative per l'ambiente e il territorio; Sussidiarieta'; Stampa; Avvocatura regionale.


Questi gli incarichi degli assessori.


Alfredo Castiglione: Sviluppo economico e vicepresidenza.


Carlo Masci: Bilancio; Riforme istituzionali; Enti Locali; Attivita' sportive.

Angelo Di Paolo: Lavori pubblici, servizio idrico integrato; Gestione integrata dei bacini idrografici; Difesa del suolo.
Daniela Stati: Protezione civile; Ambiente.
Federica Carpineta: Risorse umane e strumentali.
Giandonato Morra: Trasporti e mobilita'; Viabilita'; Demanio e catasto stradale; Sicurezza stradale.Mauro Di Dalmazio: Sviluppo del turismo; Politiche culturali.

Lanfranco Venturoni: Politiche della salute.
Mauro Febbo: Politiche agricole e di sviluppo rurale, forestale, caccia e pesca.
Paolo Gatti: Politiche attive del lavoro; Formazione e istruzione; Politiche sociali.

venerdì 16 gennaio 2009

JAN PALACH : PRESENTE!


Praga, 40 anni fa Jan Palach martire contro il comunismo
di Francesco Maria Del Vigo

fonte: il giornale

Milano - Oggi Jan Palach è un simbolo. Come l’anonimo ragazzo di Piazza Tienanmen, immortalato solo con la sua carne umana contro l’acciaio dei carri armati, incarnazioni moderne della parobala di Davide e Golia. Ma per anni è stato solo un fantasma. Palach avrebbe sessantuno anni. Allora studiava filosofia ed era rimasto affascinato dalle idee di libertà circolate nella breve primavera di Praga. Poi, la repressione dell’Unione Sovietica e dei paesi del Patto di Varsavia, i militari in città, la censura e la fine della primavera liberale, ghiacciata dall’inverno comunista. In quel momento finisce anche la giovinezza di molti ragazzi che avevano creduto in quel processo di democratizzazione e destalinizzazione.
Tre giorni di agonia per la libertà
Il 16 gennaio Palach esce di casa e va in piazza Venceslao, sulle scalinate del Museo Nazionale. Pieno centro di Praga. Si cosparge il corpo di benzina e si dà fuoco con un accendino. Come i buddisti del Vietnam, disse ai medici nei tre giorni di lucida agonia che precedettero la sua morte. Rifiutò ogni sedativo per poter spiegare ai medici il perchè del suo martirio. Il 25 gennaio seicentomila persone provenienti da tutto il paese celebrarono la morte dello studente eroe.
Da Guccini alla Compagnia dell'Anello
Per molti la morte di Palach è stata un simbolo, quasi carbonaro, della lotta contro il comunismo e la dittatura. Per trent’anni l’oblio della memoria. Qualche libro spacciato clandestinamente e un culto ormeggiato negli ambienti di destra. “E’ morto sotto i carri armati il futuro che avete sognato, nella gola vi hanno cacciato le grida di un corpo straziato. Quanti fiori sul selciato, quante lacrime avete versato”, cantavano i “destri” della Compagnia dell’Anello ma anche Francesco Guccini rendeva già omaggio nella sua "Primavera di Praga" a Jan Hus che di nuovo sul rogo bruciava.
Nel 1990 la lapide
Ma dovrà ancora implodere il comunismo e cadere il muro di Berlino perché, nel 1990, il presidente Václav Havel gli dedichi una lapide per commemorare il suo sacrificio in nome della libertà. Ora riposa in piazza Venceslao vicino all’ amico Jan Zajic, anche lui morto bruciato contro la dittaura, omaggiato da passanti, turisti e persino scolaresche, che si fermano per ripassare una lezione di libertà ancora attuale.
Marcia indietro del '68: Capanna a Praga
Un Che Guevara al rovescio Un mito, quello di Palach, che non ha avuto il tempo di essere trasferito su magliette e bandiere. Un Che Guevara al contrario. Cresciuto col passaparola, tenuto nel cassetto a invecchiare, meditato a lungo. Da sfogliare solo dopo aver letto le necessarie avvertenze. Troppo anticomunista per essere elevato al pantheon rivoluzionario, troppo eroico per essere preso a modello. Oggi strade, piazze e circoli studenteschi in tutto il mondo portano il suo nome. Persino Mario Capanna, leader storico del Movimento Studentesco, ha voluto presenziare al quarantesimo anniversario del sacrificio di Jan, "Secondo me l’insegnamento oggi di Jan Palach - ha detto - è che la libertà è fondamentale". Anche lui era un sessantottino, anche lui "rivoluzionario" ma di una battaglia un po’ diversa.

ESTERI: LA REPRESSIONE IN TIBET DIVIENE FESTA NAZIONALE CINESE


La repressione nel Tibet diventa una festa nazionale
di Antonia Cimini


Fonte: ilmessaggero

La Cina ha deciso di aprire il 2009, anno ricco di ricorrenze per il paese, prendendo tutti di sorpresa. Il governo ha annunciato di voler istituire una festa nazionale per celebrare i 50 anni della «rivoluzione democratica in Tibet» e la «emancipazione di milioni di servi e schiavi» di quella che è oggi una regione autonoma speciale. Mercoledì, quando si aprirà l’annuale riunione del Parlamento locale, a Lhasa i membri del Partito Comunista dovranno cercare una collocazione nel calendario per ricordare "ufficialmente" ciò che altrimenti il resto del mondo richiama alla memoria come una sanguinosa repressione che causò la dipartita in esilio del Dalai Lama nel 1959. Bisogna «ricordare a tutti i cinesi, tibetani inclusi, la storica riforma democratica iniziata 50 anni fa», quando «milioni di schiavi sotto un regime di servilismo feudale divennero artefici del proprio destino», ha detto il vice segretario del Comitato Permanente della regione, Pang Boyong, annunciando la misura.

In realtà le autorità hanno ancora sotto gli occhi le immagini degli incidenti lo scorso marzo a Lhasa, e ben tengono a memoria l’indignazione internazionale e la minaccia apportata alle Olimpiadi per i metodi usati nella repressione. Quest’anno, per evitare nuove critiche, Pechino gioca sull’effetto della sorpresa: si arroga il diritto di non tacere quella data, ma di farlo a modo proprio.

Eppure, storicamente, il 1959 non segnò la conquista del Tibet da parte dell’esercito di Liberazione, ma il soffocamento di una rivolta a Lhasa a marzo, al culmine di 8 anni di negoziati fra il governo centrale e i rappresentanti tibetani. I rossi avevano, in effetti, avuto la meglio sui mal equipaggiati e poco adatti alla guerra tibetani già nel 1950. Ma quel 10 marzo 1959, in cui il quattordicesimo Dalai Lama prese definitivamente la via dell’esilio in India, resta nella memoria dei tibetani più dell’occupazione in sé. Da allora gli esuli e i dissidenti ancora in Cina la celebrano ogni anno, mentre il governo comunista monta sempre più la macchina propagandistica contro il leader spirituale tacciato di "terrorista". Da ultimo, nel 2008, militanti antì-cinesi hanno messo a ferro e fuoco Lhasa per gridare all’indipendenza sotto ì riflettori delle Olimpiadi.

Per un 2009 che si annuncia estremamente "sensibile", Pechino ha elaborato varie misure volte a prevenire la rimonta della protesta tibetana. Ai lavori del Parlamento tibetano sono stati invitati a partecipare anche giornalisti stranieri e diplomatici dei consolati dei paesi limitrofi a Lhasa. L’obiettivo è mostrare che la regione è tornata alla normalità, che l’economia è in piena crescita e che il turismo sta facendo miracoli sul tetto del mondo. Per i cinesi, semmai dovessero sorgere dubbi, l’ordine è già stato dato ai media di «guidare l’opinione pubblica creando un ambiente favorevole, per mantenere la stabilità sociale».

giovedì 8 gennaio 2009

Azione Giovani Roseto per il PATTO GENERAZIONALE



Perché il Patto Generazionale?

Questa nostra iniziativa nasce dai racconti, dalle esperienze, dal vissuto della vita quotidiana dei giovani di questa città.
Roseto non è una città che si può propriamente definire una città per i giovani, anzi… Non ci riferiamo soltanto alla mancanza di discoteche o luoghi simili, ma soprattutto alla cultura, al lavoro, al turismo… Oggi la nostra non è una città per i giovani perché a questa parte di popolazione si dedicano poche attenzioni, forse perché sono gli stessi ragazzi a non accorgersene e non fanno nulla per migliorare o forse perché molti di loro non votano e non essendo categoria dalla quale attingere consenso non sono degni della minima attenzione.
Sfidiamo chiunque a dirci che non ha mai sentito un coetaneo/a lamentarsi di Roseto e della sua apatia. Ci rendiamo conto che la nostra è una città di provincia con 25.000 abitanti e non può essere certamente caratterizzata dalla vita frenetica di una metropoli o di una città di medie dimensioni, ma…
vediamo giovani uscire la sera d’estate e dirigersi il più delle volte fuori dalla loro città perché Roseto dopo una passeggiata sul lungomare non ha nient’altro da offrire;
vediamo giovani lamentarsi della mancanza di posti di lavoro e presi dalla necessità costretti a piegarsi al sistema delle raccomandazioni o alle false promesse di qualche ras locale;
vediamo giovani che amano la musica e il teatro ma che non hanno spazi dove provare e creare;
vediamo giovani che per praticare il loro sport preferito non possono allenarsi negli impianti sportivi sotto casa, ma devono andare fuori;
vediamo giovani che non si riconoscono in un’identità di una città, in una storia, in una comunità perché le costruzioni che la rappresentano sono lasciate cadere in rovina o sono abbattute per far posto a enormi palazzoni…vediamo le cittadine come Pineto e Giulianova svilupparsi e la nostra Roseto ferma, vediamo realizzate opere pubbliche importanti ( pista ciclabile e restaurazione del centro-città a Pineto) e infrastrutture (porto di Giulianova), opere che rappresentano una risorsa turistica per gli altri e noi fermi, incapaci di valorizzare ciò che abbiamo (antichi percorsi e porticciolo).
Abbiamo visto sorgere dei corsi di laurea con le relative sedi universitarie vicino casa nostra (Atri e Giulianova), con l’indubbio beneficio che comporta avere un cospicuo numero di studenti universitari sotto il punto di vista culturale ma soprattutto economico (affitti, spese varie, ecc…) e le istituzioni della nostra città rimanere a guardare…
E’ per questo, è perché praticamente ci conosciamo quasi tutti, è perché amiamo la nostra città e la nostra terra che noi non vogliamo rimanere a guardare impotenti. Vogliamo coinvolgere i nostri coetanei, la nostra gioventù in un grande meccanismo di partecipazione, ascoltarne la voce e costruire insieme il nostro futuro, colorare la città con una nuova energia e un rinnovato entusiasmo, stringere un patto generazionale.
Noi siamo quei “ragazzi del fare” che, chi ci conosce lo sa bene, sono abituati a lottare fino alla fine per centrare l’obiettivo, le nostre battaglie, le nostre iniziative, sia che si svolgessero nelle scuole o che riguardassero uno dei vari problemi della città hanno sempre avuto un solo interesse: i rosetani.
Pensiamo ad esempio allo sforzo da noi intrapreso per realizzare, insieme ad altri giovani, il coordinamento delle politiche giovanili: strumento che deve rappresentare il megafono della gioventù rosetana. Non vogliamo correre il rischio che il coordinamento diventi una mera operazione di facciata utile a qualche assessore/assessora per dare il “contentino” ai giovani, per noi il coordinamento deve realizzare quelle che sono le rischieste dal basso, in particolar modo di quelle persone che non si sentono rappresentate.
Lanciamo quindi una nuova sfida alla quale vogliamo partecipare al comitato con i nostri amici, con i compagni di scuola o di squadra, col vicino di casa o d’ombrellone, con le associazioni culturali e di volontariato e tutte le forze sane per una nuova stagione dei diritti dei giovani rosetani.
Iniziamo con una questione da troppo tempo irrisolta, quella di risistemazione del centro sportivo di Montepagano. Il campo da calcetto, dove molti ragazzi dai 10 anni in su vanno a divertirsi, è in condizioni a dir poco pietose e i lavori di risistemazione del medesimo centro sportivo non sono ancora terminati. Chiediamo con una raccolta di firme l’immediata risistemazione del campo da calcetto e del centro sportivo secondo quanto previsto dal progetto.
Questo è solo l’inizio.
Ti chiediamo dunque di segnalarci problemi, ritardi, qualsiasi questione della tua scuola, della tua via, del tuo quartiere che deve essere risolta al fine di vivere meglio nella nostra città.
Contattaci, stringi con noi il patto generazionale.