sabato 25 aprile 2009

MELONI: 25 APRILE DIVENTI FESTA DELLA LIBERTA'


25 Aprile: Meloni " Oltre la guerra civile,il 25 Aprile diventi la festa della libertà e della pacificazione nazionale"


Bocca, il sacerdote dell’odio che mi chiama “gallinella”



fonte: giorgiameloni.garbatella.it

Gallinella. Gallinella mi mancava proprio. “Eccole lì, felici e trionfanti attorno al nuovo ducetto: come un mazzo di fiori, con le loro camicette bianche sull’impetuoso seno, le donne ministro, la Carfagna e la Meloni, le gallinelle del padrone”.
Il sacerdote dell’odio e della Liberazione, Giorgio Bocca, nel suo settimanale sbocco di bile (ma solo perché l’Espresso è settimanale, sennò sarebbe quotidiano) contro il premier italiano e tutti coloro che lo votano, si è così gentilmente rivolto nei miei confronti e nei confronti della collega Carfagna. La lettura accurata dello scritto di Bocca, come d’altra parte di tutti i suoi scritti, a cominciare da quelli del ‘42 in cui sosteneva la “necessità ineluttabile” di dover sterminare il popolo ebraico o come quelli feroci contro il commissario Calabresi che precedettero il suo omicidio, mi ha sollecitato alcune riflessione sul personaggio e sul significato dei questo 25 Aprile.
Innanzitutto, mi piacerebbe sapere cosa conosce questo illustre signore della mia vita, delle miei idee, del mio percorso politico. Immagino non gliene possa fregare di meno, poiché la sua verità non può certo perdere tempo con queste stupidaggini. Io penso invece che si debba rispettare chiunque, soprattutto chi la pensa diversamente da me e magari anche documentarsi un po’. Che per un giornalista, più o meno illustre, non fa mai male. Sarà un pensiero troppo fascista? Spero di no. Credo anche che si possa fare un’aspra polemica politica contro chiunque, senza però colpire indiscriminatamente nel mucchio. Sforzandosi al dubbio, alla legittimazione dell’avversario. Sarà una tecnica squadrista? Mi auguro di no.
Il problema di Giorgio Bocca, oltre al solito mediocre maschilismo tanto caro ad una parte importante della nostra presunta intellighenzia, ha una definizione clinica molto precisa: “la sindrome del veterano”. Poco importa che nel suo caso si tratti contemporaneamente di un ardente veterano fascista e di un fervente veterano partigiano. L’odio è evidentemente la sua unica ragione di vita. Combattere i fascisti è ciò che ancora dà un senso al trascorrere dei suoi giorni. Anche dopo 65 anni, anche dopo la scomparsa di tutti i partiti del dopoguerra e di buona parte degli uomini e delle donne che vi militarono dignitosamente, orgogliosamente.
Ecco, io non posso non interrogarmi su quanta parte dei festeggiamenti del 25 Aprile sia ammalata della stessa malattia, della “sindrome del veterano”. Mentre non ho dubbi, rispetto al fatto che non vi è alcun motivo per dividere la gente italiana oggi, così come per esaltare momenti che, comunque la si pensi, hanno lacerato migliaia di famiglie italiane. Da una parte il nonno fascista e dall’altra il nonno partigiano. E quale sarebbe l’utilità sociale e patriottica di esporre il vecchio nonno fascista al ludibrio, alla deplorazione del suo giovane nipote? Ma che diavolo d’Italia può crescere su fondamenta di odio, di sangue e di ferite nazionali? Provoco: e se il 25 Aprile diventasse col passare del tempo solo la festa italiana della libertà, della democrazia, dei diritti civili? Piuttosto che dell’antifascismo, dei partigiani bianchi oppure rossi. Sarebbe davvero così grave? Lo domando a voi illustri Padri della patria.
Io non sono mai stata fascista, né antisemita, né comunista e neppure partigiana. E vale lo stesso per il ministro Carfagna. Siamo entrambe nate nella seconda metà degli anni ‘70 e, se Dio lo vorrà, la maggior parte della nostra vita si svolgerà nel ventunesimo secolo. Dunque, perché dovremmo essere il nemico di Giorgio Bocca? O addirittura del 25 Aprile? Perché non potremmo essere semplicemente due donne che credono nei valori della libertà e cercano di fare del proprio meglio nell’incarico che è stato loro affidato?
Caro Bocca, permettimi un consiglio da nipote. Ricorda pure con affetto e nostalgia la tua postazione armata sull’isola, ma è arrivato il momento di tornare a casa. Scoprirai tante persone piene di difetti, che magari la pensano diversamente da te su alcune questioni, ma hanno voglia di trovare insieme delle soluzioni, di onorare insieme la libertà, la democrazia, l’onestà, e questa bella idea chiamata Italia.
Chissà che non sia anche un modo per riconciliarti con te stesso. Te lo auguro. Non è mai troppo tardi.

di Giorgia Meloni - Ministro della Gioventù

lunedì 20 aprile 2009

IN RICORDO DI GIANO ACCAME, AUTORE CONTROCORRENTE



E' morto Giano Accame, intellettuale "eretico"

di Andrea Indini

fonte: ilgiornale.it

"La politica deve usare argomenti accessibili al grande pubblico, quindi argomenti ormai banalizzati. Mentre il compito dell'intellettuale è quello di spingersi oltre, di dire delle novità; il compito più difficile, insomma. Ma la normalità non è la vera rivoluzione. La vera rivoluzione è il cambiamento"

Roma - Un pensatore "eretico", uno di quelli che amava andare controcorrente. Uno dei pilastri del pensiero della Destra nostrana, capace anche di tirare qualche duro colpo a chi, troppo spesso, si è sentito vate di questa area. Fu storico, intellettuale e giornalista. Fu apprezzato anche dalla sinistra. Ieri sera, all'età di ottant'anni, Giano Accame è morto a Roma: i funerali si svolgeranno sabato prossimo.

Un anarchico a Destra Quando Gianfranco Fini, allora segretario di Alleanza nazionale, aveva visitato Gerusalemme e si era scagliato contro la Repubblica Sociale di Salò definendola il "male assoluto", Accame fu uno dei più violenti a reagire. Scelse un convegno organizzato da Storace all’Hotel Hilton di Roma per dire - ancora una volta - quello che pensava, senza peli sulla lingua, senza guardarsi indietro. Lo aveva sempre fatto, sin dalle prime battaglie con Randolfo Pacciardi nell’effimero movimento di Nuova Repubblica, anticipatore durante gli anni Sessanta del dibattito sulla repubblica presidenziale. Rispetto a quando, giovanissimo, partì volontario repubblichino proprio l’ultimo giorno di guerra, negli ultimi anni aveva attenuato la sua militanza politica. Mai il suo ardore.

Libertà e discriminazione Uno scrittore di destra che ha dovuto conquistare la propria libertà "faticosamente e giorno per giorno, vincendo pregiudizi, difficoltà e tentativi di discriminazione". Così Accame parlava di sé qualche anno fa a un gruppo di studenti di un liceo classico di Napoli. E' stato sempre considerato un pensatore ’ereticò, pronto a prendere posizioni controcorrente e a difenderle a spada tratta anche contro gli alleati di partito. A 16 anni si arruolò con i "giovani di Salò" nella marina militare della Repubblica sociale italiana e fu dirigente del Movimento Sociale italiano fino al ’68, quando decise di uscirne dopo la presa di posizione del partito contro la contestazione giovanile.

L'impegno nella cultura di Destra Nel ’65 fu tra i relatori al convegno sulla "guerra rivoluzionaria" che gettò le basi teoriche della strategia della tensione e redattore delle più importanti riviste della destra italiana, da Il Borghese a Il Fiorino fino al Secolo d’Italia, di cui fu per anni direttore. "L'espressione intelligenze scomode fu dedicata a scrittori, intellettuali e artisti di destra, ma più che di destra si tratta di persone che sono state una parte ineliminabile, importante, del pensiero del Novecento - spiegava Accame - non si potrebbe fare a meno, nella letteratura italiana, di Gabriele D'Annunzio, anche se a Fiume ha creato la ritualità del fascismo, i saluti, il discorso dal balcone. La filosofia italiana non potrebbe fare a meno del più grande filosofo accademico del Novecento, Giovanni Gentile. L'arte italiana non potrebbe fare a meno del futurismo, anche se Marinetti è stato fascista - concludeva - e così la cultura del mondo non potrebbe più rinunciare a Ezra Pound, che è stato il grande innovatore del modo di fare poesia in lingua inglese, o di Céline, che ha cambiato completamente, rinnovato, il modo di fare prosa narrativa, o di Carl Schmitt, che è stato il più grande politologo del secolo scorso".

La produzione letteraria "L'anticonformismo e l'opinione comune di solito sono in conflitto. L'anticonformista è proprio contro l'opinione comune. Però ci può essere una forma di anticonformismo del conformismo, nel senso che spesso gli intellettuali ostentano forme di disprezzo del senso comune. E allora aderire al senso comune rappresenta in qualche modo una forma di anticonformismo. Il coraggio di pensarla un po' come tutti, perché questo tipo di pensiero viene snobbato". Accame ha sempre lavorato - come scrive il suo collega di studi universitari Giorgio Galli - "per far uscire la destra dal lungo letargo". Aurore di diversi libri (tra i più conosciuti Socialismo tricolore, Il fascismo immenso e rosso, Ezra Pound economista. Contro l’usura, La destra sociale e Il potere del denaro svuota le democrazie), spese una vita intera per dimostrare che la nostra cultura non era affatto sotto lo scacco della doppia egemonia neo-marxista e azionista.

mercoledì 15 aprile 2009

VOLANTINO COMITATO "NUOVA ROSETO" SUL P.U.T.

COMITATO “NUOVA ROSETO”

Nasce il Comitato “Nuova Roseto” per trattare i problemi della nostra città. Vogliamo in questa occasione affrontare il problema del traffico, nello specifico i provvedimenti previsti dal Piano Urbano del Traffico (P.U.T.) presentato dall’amministrazione comunale. Il piano del traffico è finalizzato ad ottenere il miglioramento della circolazione, a ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico, la gestione ottimale degli spazi esistenti,ecc… Secondo noi però il P.U.T. presentato ha varie lacune soprattutto in materia di parcheggi e circolazione dei veicoli.

PARCHEGGI:
L’Amministrazione ha previsto l’apertura di nuovi parcheggi a sosta “breve” (area Fornace Catarra, area Fornace Diodoro, area Fornace Branella) e a sosta “lunga” (zona circense Lungomare Trieste, area verde antistante stabilimento “Luna rossa”, Lungomare Trento). Tutto ciò senza indicare all’interno del bilancio 2009 alcuna spesa per attrezzare queste aree parcheggio e senza indicare alcun accordo tra la stessa amministrazione comunale e i padroni delle aree ex-fornaci per la cessione delle stesse al Comune.
Quindi il problema dei parcheggi non è stato risolto.

CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI:
E’ prevista la modifica dei sensi di marcia delle vie comprese nel quadrante via Nazionale, via Adriatica, via Mazzini e via Rosselli (vedi cartina). La modifica parziale dei sensi di marcia delle “vie interne” in pieno centro può penalizzare molti commercianti e non risolvere il problema dell’eccessivo traffico. Alcune “vie interne” sono oggi percorribili per evitare il traffico di via Nazionale; l’approvazione delle modifiche del P.U.T. aumenterebbe solo la confusione.

Il Comitato “Nuova Roseto” sta preparando le osservazioni al P.U.T. da comunicare entro il 15 aprile. Segnalaci la tua opinione, impediamo insieme un nuovo scempio alla nostra città!

Per info:

Paolo Antonelli 3383313233
Raffaele Di Bonaventura 3381351926
Fabrizio Fornaciari 3295362622
e-mail: nuovaroseto@gmail.com
blog : http://nuovaroseto.blogspot.com

sabato 11 aprile 2009

L'Aquila mè di Marcello De Angelis


Sono tornato a Roma martedì sera per essere presente in aula, dopo le 48 ore di prima emergenza trascorse a l'Aquila come volontario della croce rossa. L'Aquila è la città di mio padre, ho ancora molti parenti che vi abitano e molti amici. Da anni sono tornato in Abruzzo da politico, eletto prima al Senato e oggi alla Camera, grazie al grande supporto di tantissimi amici - militanti dell'altroieri, di ieri e di oggi - che hanno sostenuto la mia candidatura. Lunedì sono tornato a l'Aquila, non per vedere gli amici, non per fare riunioni politiche, ma al seguito del primo convoglio della Croce rossa romana, per portare ambulanze e cucine da campo. L'Aquila è distrutta. Molti hanno detto che è in ginocchio, ma gli aquilani non lo sono. Si tratta di una città che già aveva i suoi problemi: la disoccupazione, l'abbandono, la crisi economica e di ruolo. E' capoluogo di provincia e di regione e molti cittadini vivono lavorando nelle o per le istituzione. C'era poi un grande polo ospedaliera, centro d'eccellenza per oncologia e trapianto della cornea. C'era l'università, molti fuorisede che alloggiavano nelle case private. C'era un grande turismo religioso, specie in agosto, in occasione della perdonanza celestiniana. Novantanove chiese, novantanove castelli, novantanove cannelle. Una tradizione rugbistica tra le più antiche anche se oggi in crisi e un certo tradizionale immobilismo sociale. Negli anni, altri centri urbani, altre provincie hanno tentato - spesso con successo - di avocare a sé alcune delle attività sulle quali l'Aquila fondava la sua sopravvivenza e il suo sviluppo. Oggi, pensando già alla ricostruzione, la paura di molti aquilani è che la spoliazione istituzionale diventi necessaria e resti in permanenza, con il trasferimento dell'ospedale, del tribunale, delle sedi amministrative, dell'università oltre che delle poche realtà industriali ancora presenti. L'Aquila ha bisogno di garanzie di solidarietà anche su questo piano.

La solidarietà nazionale e internazionale pervenuta in questi giorni è straordinaria, tanto che uno dei problemi che il coordinamento dei soccorsi ha dovuto affrontare è stato l'afflusso eccessivo e disordinato di volontari. Tante purtroppo anche le iniziative personali per altri fini. C'è sempre chi cerca di farsi pubblicità e mettersi in mostra sulla pelle della povera gente. In particolare nell'ambiente politico.
Martedì mattina, in occasione della seconda visita di Berlusconi con relativa conferenza stampa, alla scuola di Finanza di Coppito, sede operativa dei soccorsi, sono affluiti vari notabili e personalità, vestiti e profumati come se andassero a un ballo. Mi sono avvicinato per salutare un collega parlamentare che ho riconosciuto da lontano. Mi ha salutato tra il sorpreso e il disgustato vedendomi con la tuta della Croce rossa, una maglietta sgualcita e gli scarponi infangati. L'unica frase che mi ha rivolto è stata "oggi sei della Croce rossa?" come se il mio fosse solo un travestimento... Sospetto legittimo, visto il nostro mestiere. Daltronde, come dice mia madre, chi fa male pensa male.
C'è un esempio positivo e davvero straordinario che voglio che tutti conoscano e che riguarda una mia collega parlamentare. Una diversa dalle signore che invadono le cronache con le loro foto da bellone e le iniziative filantropiche. Si chiama Carla Castellani, parlamentare di Teramo, medico.
Nella stessa occasione e nello stesso luogo in cui avveniva la passerella dei notabili martedì mattina, lei è arrivata alla scuola di Finanza, guidando da Teramo - senza autisti! - insieme a suna figlia, anche lei medico e suo marito, cuoco. Ha dribblato i colleghi improfumati che le offivano abbracci e baci e ha raggiunto noi sciamannati della Croce rossa dall'altra parte della piazza d'armi. Ci ha detto che lei e i suoi familiari erano lì per mettersi a disposizione. Nella confusione della giornata sono stati costretti ad aspettare fino al pomeriggio inoltrato che riuscissimo a dargli un'assegnazione. Li ho ritrovati la sera, in una tendopoli, col camicie verde e i guanti di lattice ad assistere i feriti. Poco prima era passata una troup del Tg regionale e Carla si era fatta da parte perché non la riprendessero. Non era lì per farsi pubblicità, ma per dare umilmente e dignitosamente il suo contributo, quasi di nascosto. Io voglio rompere in questo caso il voto di omertà, perché penso che questi esempi vadano resi noti, perché queste sono le persone da emulare e dimostrano anche che non tutti i politici hanno dimenticato che la loro vocazione è servire il popolo, non "servirsene".

Sono tornato a L'Aquila. I lavori parlamentari sono sospesi. Da lunedì un altro collega sarà qui con la Croce rossa militare. Nessuno ne parlerà ed è giusto così. Travaglio non potrà, almeno stavolta, fare le sue tirate giacobine sulla Casta. Anzi, gli antipolitici alla Di Pietro si sono fatti notare per la loro totale assenza in questo momento di emergenza nazionale e umana. Si è dimostrato credo finalmente chi sa solo parlare e chi fa anche ualcosa. Travaglio - da Santoro - si è confermato la palma di uomo peggiore d'Italia. Con buona pace di chi - anche tra i nostri - vantava con lui addirittura un'amicizia... In questi momenti ci si riconosce. I mitomani si dimostrano per quello che sono e così i chiacchieroni. Poi ci sono i disfattisti, i seminatori di zizzania, quelli che sanno solo parlare male di tutto e di tutti e i nemici della collettività. Chi fa le cose solo per interesse e chi - inaspettatamente - tira fuori cuore e palle. Questi momenti insegnano a tutti, molto anche su se stessi.
A L'Aquila ho reincontrato - sul campo - alpini della Taurinense conosciuti a Kabul e paracadutisti incontrati in Libano. Molti forestali conosciuti negli anni passati. Tutti i nostri ragazzi dell'Aquila sono al lavoro. La solidarietà è palpabile. Ma il timore di tutti noi è che si esaurisca con l'emergenza. Ci si ricorderà ancora dell'Aquila tra venti giorni? Tra un mese? Quando verrà l'estate e tanta gente sarà ancora sotto le tende? Quando verrà il caldo?
Queste sono le riflessioni di quasi una settimana. Invidio chi riesce a tenere "diari" ma non capisco dove trovino il tempo e le energie. Sarà l'età, ma io dopo una giornata in queste condizioni mi sento completamente vuoto, stanco e il cervello mi si spegne. Devo stare almeno mezza giornata a Roma per riprendermi. Immaginate come stanno gli altri.
Poche ultime precisazioni sugli aiuti necessari. Venire a L'Aquila in maniera improvvisata non è solo inutile, è dannoso. Dare da mangiare e da dormire a volontari fai da te significa togliere il sostentamento a chi ne ha veramente bisogno. Improvvisarsi soccorritori crea disagio alle squadre di soccorso vere e genera rischi inutili per le persone. I soldi vanno sempre bene - molto meglio dei "beni" - perché le organizzazioni possono usarli di volta in volta per ciò di cui c'è bisogno. State attenti a chi li date. C'è già un mucchio di truffatori in giro e - anche in questo campo - disperdere in mille rivoli è totalmente inutile. Con la Croce rossa e la Protezione civile andate sul sicuro. Per favore non fate cose con firme politiche, è disgustoso.
Sono girate varie sollecitazioni a mettere a disposizione le proprie case per ospitare i terremotati, magari bambini orfani. Grazie per le tante offerte ma si tratta di un grande equivoco. Purtroppo in questo tipo di tragedie ci sono più genitori che perdono i figli piuttosto che bambini che perdono i genitori. Che io sappia a tutt'oggi non risulta che nessuno sia rimqsto orfano. Gli adulti reagiscono prima al pericolo e quando uno non riesce a portare fuori i bambini resta sotto con loro. Sono state trovate molte salme di madri col bambino tra le braccia.
Nessun abruzzese darebbe un proprio figlio a degli sconosciuti, nemmeno se lo facessero vivere in una villa ai Parioli. Se è un parente forse sì, ma altrimenti preferiscono farlo dormire in macchina con sé, il più vicino possibile a casa, anche se è distrutta. Uno dei problemi che i soccorritori stanno incontarndo è la frammentazione delle tendopoli, che ognuno vuole nel proprio paese o nella propria frazione, anche se distano un chilometro l'una dall'altra. Quando a Porta a Porta hanno fatto vedere dei cittadini di Onna che si lamentavano per la mancanza di tende, sin sono guardati bene dal dire che c'era una tendopoli della Cri a San Gregoria, raggiungibile a piedi. Il fatto è che uno di Onna vuole restare a Onna anche se è distrutta. E la stessa cosa direbbe uno di San Gregorio. Ben presto sarà necessario accorpare i campi, per razionalizzare i servizi, e allora si leveranno proteste e lamentele che i media sicuramente sfrutteranno, tanto per sciacallare e fare casino. Infine: congratulazioni ai tanti colleghi giornalisti che hanno fatto un buon lavoro senza mancare di rispetto e correttezza, ma la maggior parte purtroppo si sono comportati da sciacalli e da imbecilli. A parte le mostruosità mostrate da scherzi ha parte, ho visto personalmente fotografi e operatori spintonare i vigili del fuoco e i nostri portantini la notte di martedì alla Casa dello studente, per riprendere i corpi che ancora venivano tirati fuori. E anche rispondere male a un ragazzo sopravvissuto, avviluppato in una coperta e restato tutto il giorno ad aspettare di conoscere la sorte dei suoi amici, che li aveva apostrofati accusandoli di fare soldi sulle immagini delle nostre sofferenze. Bisogna dire che i giornalisti fanno di tutto per non farsi amare.

mercoledì 8 aprile 2009

RACCOLTA GENERI PRIMA NECESSITA'-INIZIATIVA AZIONE GIOVANI ROSETO "AIUTA L'AQUILA!"


Azione Giovani Roseto lancia l’iniziativa “AIUTA L’AQUILA!”.I ragazzi di Azione Giovani raccoglieranno generi di prima necessità come:

- indumenti;

- alimenti a lunga conservazione (pasta, latte in polvere, cibo in scatola, confetture);

- coperte;

- casse d'acqua.

La raccolta si terrà presso la sede del Popolo della Libertà in via Nazionale (vicino Arena 4 Palme) dalle ore 16,00 alle 20,00.

Il materiale raccolto sarà prontamente consegnato al Banco alimentare.

Invitiamo a contribuire ognuno di voi.

PER INFO: cell. 3295362622 – 3283164185 – 3406831257 – 3204843848

e-mail. agroseto@gmail.com

blog. http://agroseto.blogspot.com/

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COMUNICATO STAMPA DELL'INIZIATIVA

Roseto degli Abruzzi, lì 08/04/09


Alla c.a. degli organi di informazione


OGGETTO: COMUNICATO STAMPA


Con gentile richiesta di pubblicazione


Nella giornata di mercoledì 8 aprile il circolo di Azione Giovani, con collaborazione del circolo territoriale del Popolo delle Libertà, ha avviato l’iniziativa AIUTA L’AQUILA organizzando un centro di raccolta per i beni di prima necessità per gli abitanti delle zone terremotate. La raccolta interesserà quei beni quali: coperte, cibi in scatola ed a lunga conservazione, vestiti e casse d’acqua. Il centro di raccolta è situato presso la sede del PdL di Roseto degli Abruzzi in via Nazionale, dietro Arena 4palme, aperto tutti i giorni dalle ore 16:00 alle ore 20:00. Il materiale raccolto verrà prontamente consegnato ai distretti della Protezione Civile, del Banco Alimentare ed ai centri di smistamento.

Azione Giovani e Popolo delle Libertà si stringono al cordoglio dei famigliari delle vittime del terremoto ed a tutti coloro che hanno perso la propria casa.

Con la presente si porgono distinti saluti.


Andrea Borreca


Dirigente territoriale Azione Giovani Roseto


Fabrizio Fornaciari


Presidente Azione Giovani Roseto