giovedì 30 luglio 2009

I frutti avvelenati del "partito del Sud" di Angelo Mellone


fonte: ilgiornale.it

Il dibattito strampalato attorno all’emendamento leghista sul test pre-selettivo a base regionale per gli insegnanti, è il primo dono avvelenato che il fantomatico «Partito del Sud» porta in dote al governo. Se dal Sud un pezzo di classe politica alza la voce in nome di un riequilibrio di attenzioni e risorse da parte dell’esecutivo, questo produce un effetto uguale e contrario da parte della Lega, che deve rivendicare il suo posto nella maggioranza e il suo ruolo di tutore degli interessi della «questione settentrionale». Da una parte si chiedono più soldi per il Meridione, dall’altra si rivendicano misure per tutelare l’identità culturale del Nord. Avvitandosi in questo modo, il federalismo può generare, prima ancora degli esiti legislativi, una spaccatura nelle opinioni pubbliche destinata a rinfocolare antichi pregiudizi superati dalla storia nazionale. Della Lega sappiamo molto, anche che il comportamento parlamentare dei suoi dirigenti è molto più responsabile di alcune prese di posizione, a volte eccentriche o offensive, che vengono utilizzate retoricamente come camera di compensazione tra le rivendicazioni della base elettorale e la condotta misurata della Lega nel potere romano. Del Partito del Sud sappiamo ancora troppo poco per sapere se si tratta di un espediente interno al centrodestra per calmierare la vocazione nordista di qualche ministro, di un progetto politico destinato a consumare i suoi effetti in Sicilia, o di un soggetto trasversale che tra gli alfieri del meridionalismo imbarchi anche quei governatori di sinistra, da Bassolino a Loiero, che hanno enormi responsabilità nel naufragio delle ambizioni meridionali. È certo, però, che nelle regioni meridionali oggi esiste una profonda insoddisfazione, un’ansia di riscatto, una rabbia sociale che, soprattutto nelle fasce giovanili, non trovano ancora una vera rappresentazione politica, come in passato è successo quando intere città si sono affidate alla furia di qualche capopopolo. Lo spazio per un’imprenditoria dello scontento è enorme. Ciò deve far riflettere il Popolo della libertà sull’esigenza di costruire rapidamente il proprio radicamento organizzativo e identitario in quelle regioni meridionali dove la debolezza della società civile, l’anemia del senso civico e lo sradicamento della speranza come fatto collettivo attivano nel singolo cittadino la sindrome del si-salvi-chi-può e lo lasciano in balia dei singoli detentori del potere politico locale. Un neomeridionalismo davvero serio dovrebbe partire da questo presupposto, di ordine etico e civile, da porre come tema urgente al potere politico. Una missione gigantesca, che richiede coraggio, capacità autocritica, immaginazione politica, rifuggendo gli stereotipi in cui il Mezzogiorno ha dondolato per troppo tempo i limiti strutturali delle sue classi politiche e intellettuali. Invece le cose sembrano marciare in una direzione diversa. Possiamo sbagliarci, ma fino a oggi il confronto alla sacrosanta esigenza di un neomeridionalismo moderno e modernizzatore che riporti il Mezzogiorno a essere centrale nell’agenda politica, si è sviluppato lungo un binario pericoloso, per non dire un binario morto: quello che esaurisce i problemi nella sola dimensione economicistica del budget, reclamando denari senza spiegare perché in passato sono stati spesi poco o male o senza riflettere su decenni di malgoverno, o magari li ripropone nella solita storia a sfondo veteroborbonico dell’unità nazionale malassortita e del Sud rapinato e impoverito dai sabaudi romanizzati.
Il Sud è una sfida politica capitale. Va strappata il prima possibile ai conati identitari della Lega e alle rivendicazioni economicistiche dei neoleghisti dell’altro emisfero che, come tutte le fotocopie, rischiano di essere peggio dell’originale.

giovedì 23 luglio 2009

SERVIZIO CIVILE IN PROVINCIA DI TERAMO: 56 POSTI PER VOLONTARI


Manca ancora qualche giorno per presentare la richiesta di partecipazione ad uno dei quattro progetti che si terranno nella nostra provincia. Infatti il termine di scadenza per la presentazione della domanda è il 27 luglio entro le ore 13 (per consegna a manao) ed entro le ore 14 (tramite invio posta). La durata del servizio è di dodici mesi, per sei ore al giorno circa. Il compenso mensile è di 433,80 euro.
Possono fare domanda tutti coloro che sono cittadini italiani, che non hanno riportato condanne, dotati di idoneità fisica e non abbiano già svolto il servizio civile.

Per partecipare al progetto occorre spedire con Raccomandata A/R (che comunque dovrà pervenire agli uffici entro la data di scadenza del bando) alla Provincia di Teramo Via G. Milli 2 - Ufficio Servizio Civile, la seguente documentazione, entro e non oltre le ore 14 del 27 luglio 2009, pena l'esclusione:

1. DOMANDA di ammissione al servizio civile volontario in Italia (ALLEGATO 2)

2. Notizie per la valutazione dei titoli (ALLEGATO 3)

3. CURRICULUM VITAE

4. FOTOCOPIA DI UN DOCUMENTO D'IDENTITÀ (La fotocopia deve contenere il Fronte / Retro del documento)

5. FOTOCOPIA DEL CODICE FISCALE (La fotocopia deve contenere il Fronte / Retro del documento)

6. COPIA DEI TITOLI DI STUDIO IN POSSESSO E DI OGNI ALTRA DOCUMENTAZIONE SIGNIFICATIVA (è possibile sostituire la consegna di tale documentazione consegnando specifiche autocertificazioni).

Le domande inoltre, potranno essere consegnate a mano presso l'Ufficio Servizio Civile in Via Delfico 16 presso la Biblioteca Provinciale (Lunedi a Venerdì, dalle ore 9,00 - 13.00) entro le ore 13 del 27 Luglio 2009 pena l'esclusione. Una volta scaduto il bando, e dopo aver superato la selezione, i candidati ritenuti idonei, dietro richiesta dell'ente, saranno tenuti a consegnare il:

CERTIFICATO SANITARIO attestante l'idoneità fisica allo svolgimento del servizio civile nazionale volontario, con riferimento allo specifico settore d'impiego.


martedì 21 luglio 2009

PROTAGONISMO GENERAZIONALE: VOTA IL NOME DEL NUOVO MOVIMENTO UNITARIO

















Nel nome del protagonismo generazionale.Sulla strada per il congresso fondativo del nuovo movimento giovanile unitario ti invitiamo a partecipare alle scelta del nuovo nome dell'organizzazione indicando una preferenza tra i nomi indicati nella finestra del link.

lunedì 20 luglio 2009

Manifestazione della Fondazione Nuova Italia il 24, 25 e 26 luglio ad Orvieto




"Dalla crisi globale al nuovo modello di sviluppo" Manifestazione della Fondazione Nuova Italia il 24, 25 e 26 luglio ad Orvieto



Parteciperanno i ministri Tremonti, Maroni, Sacconi, La Russa, Ronchi, i sottosegretari Mantovano e Buonfiglio e il fondatore di Slow Food Petrini.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, prenderà parte alla tre giorni di dibattiti organizzata dalla Fondazione Nuova Italia ad Orvieto.
L’evento, che si terrà il 24, 25 e 26 luglio ad Orvieto (Tr) presso il Palazzo del Capitano del Popolo, è intitolato “Orizzonte di valore. Dalla crisi globale al nuovo modello di sviluppo”. Alla manifestazione prenderanno parte, tra gli altri, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti; il ministro dell’Interno, Roberto Maroni; il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi; il ministro della Difesa, Ignazio La Russa; il ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi; il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano; il sottosegretario alla Politiche Agricole e Alimentari, Antonio Buonfiglio; il fondatore di Slow food, Carlo Petrini.


Scarica il programma:



Manifesto Orvieto:

domenica 19 luglio 2009

IN RICORDO DI PAOLO BORSELLINO



Questa è l'ultima lettera di Paolo Borsellino, scritta alle 5 del mattino del 19 Luglio 1992, dodici ore prima che l'esplosione di un'auto carica di tritolo, alle 17 dello stesso giorno, davanti al n.19 di Via D'Amelio, facesse a pezzi lui e i ragazzi della sua scorta.Paolo si alzava quasi sempre a quell'ora. Con quella sua ironia che riusciva a sdrammatizzare anche la morte, la sua morte annunciata, diceva che lo faceva "per fregare il mondo con due ore di anticipo" e quella mattina cominciò a scrivere una lettera alla preside di un liceo di Padova presso il quale avrebbe dovuto recarsi a Gennaio per un incontro al quale non si era poi recato per una serie di disguidi e per i suoi impegni che non gli davano tregua.
La faida di Palma di Montechiaro che Paolo cita nella lettera la ricordo bene. A Capodanno dello stesso anno ero con lui ad Andalo, nel Trentino dove avevamo passato insieme il Natale, per la prima volta da quando, nel 1969, ero andato via dalla Sicilia, ed avevamo deciso di ritornare passando per Innsbruck che avevamo entrambi voglia di visitare insieme con le nostre famiglie. Non fu possibile perchè Paolo ricevette la notizia della strage di mafia che c'era stata a Palma di Montechiaro e dovette rientrare di fretta in Sicilia.Fu l'ultima volta che vidi Paolo, da allora fino alla strage del 19 luglio ci sentimmo solo qualche volta al telefono e quando, dopo la sua morte, vidi le sue foto successive alla morte di Giovanni Falcone mi sembrò che in poco più di sei mesi fosse invecchiato di 10 anni.La lettera è da leggere parola per parola, pensando proprio che sono le ultime parole di Paolo. Quando dice che non riusciva in quei giorni neanche a vedere i suoi figli penso a quello che mi disse mia madre dopo la sua morte: le aveva confidato che non faceva più le coccole a Fiammetta la sua figlia più piccola e che stava cercando di allontanarsi affettivamente dai suoi figli perchè soffrissero di meno nel momento in cui lo avrebbero ucciso. E che quel giorno lo avrebbero ucciso Paolo lo doveva quasi presagire, sapeva che a Palemo era già arrivato il carico di tritolo per lui. Lo sapeva anche il suo capo, Pietro Giammanco, che non gli aveva però riferito dell'informativa che gli era arrivato a questo proposito e Paolo, che invece lo aveva saputo per caso all'aeroporto dal ministro Scotti, aveva avuto con lui uno scontro violento.Uno scontro che Paolo ebbe con Giammanco anche la mattina del 19 Luglio, quando quest'ultimo gli telefonò alle 7 del mattino, cosa che fino allora non era mai successa. Forse anche Giammanco sapeva che quello era l'ultimo giorno di Paolo e per questo gli comunicò che gli aveva finalmente concessa la delega per indagare sui processi di mafia in corso di istruttoria a Palermo. Delega che avrebbe permesso a Paolo di interrogare senza più vincoli il pentito Gaspare Mutolo che in quei giorni aveva cominciato a rivelare le collusioni tra criminalità organizzata, magistratura, forze dell'ordine e servizi segreti. Racconta la moglie di Paolo che Giammanco gli disse: "Ora la partita è chiusa" e Paolo gli rispose invece urlando "No, la partita comincia adesso".Dopo quella telefonata Paolo non scrisse più niente sul foglio e la lettera rimase incompiuta sul numero 4), dopo gli altri tre punti nei quali Paolo, rispondendo a delle domande postegli dai ragazzi del liceo, ci da tra l'altro, in maniera estremamente semplice e chiara, come solo lui era in grado di fare, una definizione della mafia che bisognerebbe che tutti conoscessero e che fosse insegnata nelle scuole. Dieci ore dopo un telecomando azionato da una stanza di un centro dei Servizi Segreti Civili, il SISDE, ubicato sul castello Utveggio, poneva fine alla vita di Paolo ma non riusciva ad ucciderlo, oggi Paolo è più vivo che mai, è vivo dentro ciascuno di noi e il suo sogno non morirà mai.



"Gentilissima" Professoressa,

uso le virgolette perchè le ha usato lei nello scrivermi, non so se per sottolineare qualcosa e "pentito" mi dichiaro dispiaciutissimo per il disappunto che ho causato agli studenti del suo liceo per la mia mancata presenza all'incontro di Venerdì 24 gennaio. Intanto vorrei assicurarla che non mi sono affatto trincerato dietro un compiacente centralino telefonico (suppongo quello della Procura di Marsala) non foss'altro perchè a quell'epoca ero stato già applicato per quasi tutta la settimana alla Procura della Repubblica presso il Trib. di Palermo, ove poi da pochi giorni mi sono definitivamente insediato come Procuratore Aggiunto. Se le sue telefonate sono state dirette a Marsala non mi meraviglio che non mi abbia mai trovato. Comunque il mio numero di telefono presso la Procura di Palermo è 091/***963, utenza alla quale rispondo direttamente. Se ben ricordo, inoltre, in quei giorni mi sono recato per ben due volte a Roma nella stessa settimana e, nell'intervallo, mi sono trattenuto ad Agrigento per le indagini conseguenti alla faida mafiosa di Palma di Montechiaro. Ricordo sicuramente che nel gennaio scorso il dr. Vento del Pungolo di Trapani mi parlò della vostra iniziativa per assicurarsi la mia disponibilità, che diedi in linea di massima, pur rappresentandogli le tragiche condizioni di lavoro che mi affligevano. Mi preanunciò che sarei stato contattato da un Preside del quale mi fece anche il nome, che non ricordo, e da allora non ho più sentito nessuno. Il 24 gennaio poi, essendo ritornato ad Agrigento, colà qualcuno mi disse di aver sentito alla radio che quel giorno ero a Padova e mi domandò quale mezzo avessi usato per rientrare in Sicilia tanto repentinamente. Capii che era stato "comunque" preannunciata la mia presenza al Vostro convegno, ma mi creda non ebbi proprio il tempo di dolermene perchè i miei impegni sono tanti e così incalzanti che raramente ci si può occupare di altro. Spero che la prossima volta Lei sarà così gentile da contattarmi personalmente e non affidarsi ad intermediari di sorta o a telefoni sbagliati.. Oggi non è certo il giorno più adatto per risponderle perchè frattanto la mia città si è di nuovo barbaramente insanguinata ed io non ho tempo da dedicare neanche ai miei figli, che vedo raramente perchè dormono quando esco da casa ed al mio rientro, quasi sempre in ore notturne, li trovo nuovamente addormentati.
Ma è la prima domenica, dopo almeno tre mesi, che mi sono imposto di non lavorare e non ho difficoltà a rispondere, però in modo telegrafico, alle Sue domande.



1) Sono diventato giudice perchè nutrivo grandissima passione per il diritto civile ed entrai in magistratura con l'idea di diventare un civilista, dedito alle ricerche giuridiche e sollevato dalle necessità di inseguire i compensi dei clienti. La magistratura mi appariva la carriera per me più percorribilie per dar sfogo al mio desiderio di ricerca giuridica, non appagabile con la carriera universitaria per la quale occorrevano tempo e santi in paradiso. Fui fortunato e divenni magistrato nove mesi dopo la laurea (1964) e fino al 1980 mi occupai soprattutto di cause civili, cui dedicavo il meglio di me stesso. E' vero che nel 1975 per rientrare a Palermo, ove ha sempre vissuto la mia famiglia, ero approdato all'Ufficio Istruzione Processi Penali, ma otteni l'applicazione, anche se saltuaria, ad una sezione civile e continuai a dedicarmi soprattutto alle problematiche dei diritti reali, delle dispute legali, delle divisioni erediatarie etc. Il 4 maggio 1980 uccisero il Capitano Emanuele Basile ed il Comm. Chinnici volle che mi occupassi io dell'istruzione del relativo procedimento. Nel mio stesso ufficio frattanto era approdato, provenendo anche egli dal civile, il mio amico di infanzia Giovani Falcone e sin dall'ora capii che il mio lavoro doveva essere un altro.Avevo scelto di rimanere in Sicilia ed a questa scelta dovevo dare un senso. I nostri problemi erano quelli dei quali avevo preso ad occuparmi quasi casualmente, ma se amavo questa terra di essi dovevo esclusivamente occuparmi. Non ho più lasciato questo lavoro e da quel giorno mi occupo pressocchè esclusivamente di criminalità mafiosa. E sono ottimista perchè vedo che verso di essa i giovani, siciliani e no, hanno oggi una attenzione ben diversa da quella colpevole indifferenza che io mantenni sino ai quarantanni. Quando questi giovani saranno adulti avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta.


2) La DIA è un organismo investigativo formato da elementi dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza e la sua istituzione si propone di realizzare il coordinamento fra queste tre strutture investigative, che fino ad ora, con lodevoli ma scarse eccezioni, hanno agito senza assicurare un reciproco scambio di informazioni ed una auspicabile, razionale divisione dei compiti loro istituzionalmente affidati in modo promiscuo e non codificato. La DNA invece è una nuova struttura giuridica che tende ad assicurare soprattutto una circolazione delle informazioni fra i vari organi del Pubblico Ministero distribuiti tra le numerose circoscrizioni territoriali. Sino ad ora questi organi hano agito in assoluta indipendenza ed autonomia l'uno dall'altro (indipendenza ed autonomia che rimangono nonostante la nuova figura del Superprocuratore) ma anche in condizioni di piena separazione, ignorando nella maggior parte dei casi il lavoro e le risultanze investigative e processuali degli altri organi anche confinanti, e senza che vi fosse una struttura sovrapposta delegata ad assicurare il necessario coordinamento e ad intervenire tempestivamente con propri mezzi e proprio personale giudiziario nel caso in cui se ne ravvisi la necessità.


3) La mafia (Cosa Nostra) è una organizzazione criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da ogni altra per la sua caratteristica di "territorialità". Essa e suddivisa in "famiglie", collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune (Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranità che su esso esercita, deve esercitare, leggittimamente, lo Stato. Ciò comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono o affluiscono sul territorio principalmente con l'imposizione di tangenti (paragonabili alle esazioni fiscali dello Stato) e con l'accaparramento degli appalti pubblici, fornendo nel contempo una serie di servizi apparenti rassembrabili a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro etc, che dovrebbero essere forniti esclusivamente dallo Stato. E' naturalmente una fornitura apparente perchè a somma algebrica zero, nel senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso l'imposizione di altra e più grave forma di criminalità. Nel senso che il lavoro è assicurato a taluni (pochi) togliendolo ad altri (molti). La produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra di mezzi economici prima impensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e non necessari alla sua perpetuazione. Il conflitto inevitabile con lo Stato, con cui Cosa Nostra è in sostanziale concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni) è risolto condizionando lo Stato dall'interno, cioè con le infiltrazioni negli organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perchè venga indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di tutta la comunità sociale. Alle altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, "ndrangheta", Sacra Corona Unita etc.) difetta la caratteristica della unitarietà ed esclusività. Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di sopraffazione e violenza di Cosa Nostra. ma non hanno l'organizzazione verticistica ed unitaria. Usufruiscono inoltre in forma minore del "consenso" di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi.

venerdì 10 luglio 2009

G8 L'Aquila, dichiarazioni finali di Berlusconi








G8, Berlusconi esulta: "Vertice riuscito bene"
Obama: "Qui il cuore"

fonte: ilgiornale.it


L'Aquila - "La crisi per la sua parte più negativa si è sfogata". Al termine del vertice dell'Aquila il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si dice soddisfatto dal momento che "il risultato più importante venuto dal vertice è proprio il messaggio di fiducia e speranza" per uscire dalla crisi. Un messaggio che i Grandi hanno voluto dare ai cittadini di tutto il mondo per tornare a guardare al futuro con fiducia.


Il nuovo "codice" economico Berlusconi continua ad essere ottimista sulla situazione economica mondiale. "Credo che tutti gli altri leader siano convinti: ci siamo impegnati a diffondere fiducia, solo la paura può aggravare la crisi", dice il Cavaliere. "Non ci sono elementi sufficienti per ritenere che la crisi possa continuare così o aggravarsi, ciò che doveva accadere è successo", spiega il premier aggiungendo che i Grandi hanno "manifestato la preoccupazione che sia ripresa la speculazione finanziaria". Berlusconi cita, per esempio, l’aumento del prezzo del barile di petrolio che "è passato a 70 dollari". Berlusconi annuncia quindi che il G8 ha dato mandato agli organismi internazionali "su come intervenire per bloccare la speculazione per i prodotti tipo hedge fund". Il presidente del Consiglio ribadisce la necessità di introdurre regole nel mercato. "Il nuovo codice di regole economiche si baserà su tre principi e cioè la sacralità del diritto di proprietà, il valore dell’etica di mercato e la necessità di trasparenza - riassume Berlusconi - a parte di tutti c’è stata unanimità nell’appoggiare questi principi e abbiamo così dato il via per approntare queste regole".


I fondi per la sicurezza alimentare Secondo il presidente del Consiglio, la sicurezza alimentare è stata tenuta "come ultimo tema del summit perché è il più importante di questo G8". "La sicurezza alimentare - continua Berlusconi - è un elemento cruciale per il futuro perché tutti gli studi dell’Onu mostrano che nei prossimi 20 anni aumenterà di due miliardi di persone". Secondo il premier "dobbiamo puntare sull’agricoltura e aumentare la capacità di produzione di derrate agricole e vogliamo portare l’attenzione del mondo intero su questo problema: da qui la dichiarazione dell’Aquila sulla Food Security". Berlusconi ha poi dato la parola al presidente americano Barack Obama, spiegando che è stato "il primo a esprimersi in questa direzione con il contributo generoso degli Stati Uniti".

Il lavoro del G14 Il tema del format "del G8 deve essere portato sul tavolo", comunque "tutti i format sono validi e devono restare in piedi". Berlusconi "promuove" a pieni voti la struttura di governance mondiale. "Il G14 rappresenta una gran parte dei paesi, non si possono assumere decisioni valide escludendo questi paesi emergenti. Il G14 in futuro avrà forza e potrà essere un punto fondamentale. Il G20 è troppo formale, statico, non c’è contatto, c’è un deficit di realismo per le decisioni finali". Il premier spiega che i tre format continueranno ma "il G14 avrà la forza per prendere le decisioni importanti".


Il rapporto con Obama "Ho sempre collaborato con tutte le amministrazioni americane, con quella di Clinton, con quella di Bush, al quale ancora mi sento legato da un’amicizia personale, ma devo riconoscere che la nuova amministrazione americana non ha sbagliato un passaggio in politica internazionale e quindi complimenti ancora ad Obama". Berlusconi parla ancora di Obama apprezzando le capacità del presidente americano e il lavoro svolto insieme: "Ha stupito tutti, nonostante non abbia una lunga vita politica o un passaggio come governatore, sta dimostrando un grande bonsenso, profonda acutezza e capacità di relazioni veramente mirabile, il pensiero è condiviso da tutti. Tutti sono felici della nuova stagione americana". Il premier fa un esempio: "Sull’Iran ha saputo indirizzare le nostre posizioni verso il dialogo". Berlusconi comunque ricorda di "aver collaborato con tutte le amministrazioni americane". "A Bush - aggiunge il premier - mi lega una forte amicizia personale, ma Obama non ha sbagliato un passaggio in politica estera. Quindi complimenti all’amministrazione americana".


I lavori di ricostruzione all'Aquila "Dopo novembre cominceremo a pensare alla ricostruzione degli edifici lesionati o distrutti" dal terremoto dell’Aquila. Nel centro storico "i tempi sono quasi artigianali e il tempo sarà contato non in mesi ma in anni. Ma ricostruiremo L’Aquila entro la legislatura". Berlusconi assicura che "i cantieri procedono con tre giorni di anticipo sul programma" tanto che domani sarà "qui all’Aquila alla cerimonia che vedrà completata la prima casa ricostruita". Poi rivela: "Sto cercando una casa qui per il mese di agosto per verificare lo stato di avanzamento dei lavori".

Dialogo impossibile con l'opposizione Berlusconi non ritiene possibile un clima di collaborazione con l’opposizione: "Da parte dell’opposizione ci sono attacchi che superano qualsiasi livello di civiltà". Tuttavia, il premier vede difficile in futuro poter dialogare con l'opposizione: "Solo se questa dovesse cambiare...". "Credo di no visto come si comporta l’opposizione che ha superato qualsiasi il livello di civiltà, visto gli attacchi che i principali protagonisti dell’opposizione hanno portato e continuano a portare al presidente del Consiglio e al suo governo".


I complimenti al governo italiano Per l’organizzazione del G8 all’Aquila, "abbiamo avuto complimenti da tutti, alcuni addirittura imbarazzanti". Berlusconi difende - alla luce dei risultati, anche d’immagine - ottenuti, la sua "lucida follia" che ha spostato il summit da La Maddalena all’Aquila. "Qualcuno - aggiunge il premier - ha detto che questo G8 è stato il migliore a cui avesse mai partecipato". Ringraziando Bertolaso, la Guardia di finanza e tutti coloro che hanno "collaborato nella trasformazione di questa scuola un pò spartana a residenza confortevole per gli ospiti", Berlusconi si dice soddisfatto per aver "attrezzato uno spazio importante per la mostra dell’espressione culturale della provincia e per l’eccellenza italiana nella produzione. Erano tutti ammirati".



lunedì 6 luglio 2009

Arrestati militanti dei centri sociali per fatti G8 Università,l'Onda protesta.






G8 università, 21 arresti per gli scontri E l'Onda occupa gli atenei per protesta

fonte: il giornale.it


Torino - Arresti a tappeto in tutto il Paese. La procura di Torino ha emesso 21 misure cautelari nei confronti di appartenenti a movimenti cosiddetti "antagonisti" che si sarebbero resi responsabili dei disordini avvenuti a Torino il 19 maggio scorso in occasione del G8 University Summit, svoltosi all’interno del castello del Valentino. Tra gli arrestati anche i leader di due importanti centri sociali, uno di Padova e uno di Napoli. Immediata la reazione studentesca che occupa i rettorati della Sapienza e delle università di Napoli e Torino. Occupata anche la Statale di Milano e Bologna.








Ordinanze a tappetto Ordinanze a tappeto in tutta Italia: 12 a Torino e le altre a Padova, Bologna e Napoli. Si tratta di 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di 15 ai domiciliari. I reati contestati sono violenza, resistenza, lesioni, danneggiamenti. L’emissione delle misure è giunta in seguito alle indagini della digos della polizia di Torino, coordinata dalla direzione centrale della polizia di prevenzione. Nelle scorse settimane erano già state arrestate due persone. Domenico Sisi, parente del sindacalista Vincenzo Sisi processato a Milano con l’accusa di far parte di un’organizzazione terroristica, e Alessandro Arrigoni, dipendente della prefettura di Milano. Entrambi avevano poi avuto l’obbligo di dimora.




L'Onda occupa sei atenei Occupazioni a catena. L'Onda travolge le principali università italiane. All'urlo di "Liberi tutti" gli studenti hanno occupato i rettorati della Sapienza e dell'Università di Napoli. L’occupazione del rettorato bolognese, invece, è durata mezz’ora, ma si è conclusa quando il cancello di entrata ha retto ai tentativi di scardinamento di alcuni di ragazzi. Quindi l’Onda si è diretta verso l’entrata principale che ha ostruito con un tavolo di legno, mentre i ragazzi battevano con le mani contro il vetro del portone. Prima di lasciare il palazzo alcuni di loro hanno attaccato un foglio con scritto "Chiuso per incapacità di comunicazione". Occupata anche la Statale di Milano da un gruppo di studente che dopo aver cercato di entrare nell’ufficio del rettore, Enrico Decleva, hanno fatto irruzione nell’ufficio di Elio Franzin, preside di Lettere. A Roma, dopo il blitz della Sapienza, gli studenti dell'Onda hanno occupato anche la sede di architettura a Roma Tre.








Presi leader di due centri sociali Tra gli arrestati anche i leader di due importanti centri sociali, uno di Padova e uno di Napoli. Il primo è il capo del centro sociale Pedro Max Gallob. L’arresto è avvenuto nella notte su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Torino. Tra i destinatari di ordinanza di custodia cautelare figura anche un esponente dell’ala universitaria della disobbedienza padovana, attualmente in Iran, suo paese di origine. Tra gli arrestati c’è anche Egidio Giordano, leader del centro sociale Insuregencia di Napoli: la Digos di Napoli, sulle tracce dell’attivista già da alcuni giorni, ha seguito i suoi spostamenti fino all’Aquila. Giordano era arrivato nel capoluogo abruzzese nella serata di ieri insieme ad alcune decine di aderenti a Insurgencia per prendere parte ad alcune iniziative già previste, tra le quali la fiaccolata della scorsa notte.

Uno degli arrestati all'Aquila Uno dei ventuno manifestanti al G8 dell’Università èstato fermato questa mattina proprio all’Aquila dove si terrà nei prossimi giorni il nuovo summit internazionale. Gli inquirenti non hanno specificato se si trovasse a L’Aquila per le manifestazioni contro il prossimo G8. Alcuni dei fermati hanno inoltre partecipato alle manifestazioni di sabato a Vicenza contro la base militare americana.