martedì 29 dicembre 2009

BANDI DELLA PROVINCIA DI TERAMO PER I GIOVANI E PER L'OCCUPAZIONE



La Provincia di Teramo per i giovani e per il lavoro

Previsti 150 posti per tirocini formativi della durata di 6 mesi(20 ore settimanali) con contributo per il tirocinante di Euro 500 al mese. Possono fare richiesta i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni della provincia di Teramo.

La Provincia di Teramo ha pubblicato tre interessanti bandi per favorire l’occupazione giovanile, la formazione nel mondo del lavoro e per premiare la progettualità da parte delle imprese del nostro territorio provinciale.
Nello specifico per l’occupazione giovanile sono previsti n°150 posti per tirocini formativi rivolti a giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni residenti in provincia di Teramo e iscritti al Centro per l’impiego.
Il progetto è diviso in tre parti: Linea 1.3, Linea 3 e Linea 5.
In tutte e tre le parti è previsto un tirocinio formativo di sei mesi, per 20 ore settimanali per un contributo di Euro 500 lordi al mese.
Il tirocinio si svolge presso imprese, studi professionali, onlus, associazioni, cooperative, enti pubblici e organismi di diritto pubblico della nostra provincia.
La domanda per poter partecipare può essere inviata dal 21 dicembre 2009 fino all’11 gennaio 2010.
Una volta inviata ed accolta la domanda d’iscrizione all’elenco dei tirocinanti, l’iscrizione non ha valore di graduatoria in quanto i soggetti ospitanti (imprese, studi professionali, onlus, associazioni, cooperative, enti pubblici e organismi di diritto pubblico) potranno optare per la chiamata nominativa degli aspiranti tirocinanti o vi sarà una procedura di preselezione e colloquio con il Centro per l’Impiego.
Per la Linea 1.3 sono previsti N°71 (di cui 36 riservati alle donne) posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, almeno diplomati di età compresa tra i 18 e i 29 anni;
Per la Linea 3 sono previsti N°57 posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, almeno diplomati di età compresa tra i 18 e i 35 anni appartenenti a nuclei familiari in condizione di povertà (reddito ISEE non superiore a Euro 15.000.00);
Per la Linea 5 sono previsti N°22 posti per giovani inoccupati o disoccupati privi di qualsiasi rapporto di lavoro, non diplomati di età compresa tra i 18 e i 35 anni appartenenti a nuclei familiari in condizione di povertà (reddito ISEE non superiore a Euro 15.000.00).
Per ulteriori informazioni su questo bando (
http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-2-occupabilita-asse-3-inclusione) su quello per i “Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo” (http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-2-occupabilita-obiettivo-specifico-2.e) e sulla “Formazione continua e adattabilità dei lavoratori” (http://www.provincia.teramo.it/teramolavoro/bandi-por/asse-1-adattabilita-obiettivo-specifico-1.a).

giovedì 24 dicembre 2009

BUON NATALE DA GIOVANE ITALIA ROSETO DEGLI ABRUZZI






Il Papa: «Nascita di Gesù è la risposta
del Signore al dramma dell’umanità»


fonte: la stampa.it


CITTA' DEL VATICANO
Nei giorni dello shopping natalizio e delle vetrine scintillanti nonostante la crisi, papa Benedetto XVI ha voluto ricordare che Natale «non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca di pace». Bisognosa di una pace «raggiunta e stabile» vi è in prima fila la Terra Santa e Betlemme, la cittadina della Giudea dove nacque Gesù; Ratzinger, durante l’Angelus domenicale in piazza San Pietro, ha esortato i cristiani a calarsi nei conflitti del presente, portando «amore» là dove regna l’odio.

Di fronte a migliaia di fedeli intirizziti per il freddo, il Papa ha rievocato come , mille anni prima di Gesù, a Betlemme fosse nato il «grande re Davide, che le scritture concordano nel presentare come antenato del Messia», in un unico disegno divino di pace. «Proprio quest’ultimo aspetto della profezia, quello della pace messianica, ci porta naturalmente - ha detto Benedetto XVI - a sottolineare che Betlemme è anche una città-simbolo della pace, in Terra Santa e nel mondo intero». «Purtroppo, ai nostri giorni - ha aggiunto - essa non rappresenta una pace raggiunta e stabile,ma una pace faticosamente ricercata e attesa. Dio, però - ha scandito - non si rassegna mai a questo stato di cose, perciò anche quest’anno, a Betlemme e nel mondo intero, si rinnoverà nella Chiesa il mistero del Natale, profezia di pace per ogni uomo, che impegna i cristiani a calarsi nelle chiusure, nei drammi, spesso sconosciuti e nascosti, e nei conflitti del contesto in cui si vive, con i sentimenti di Gesù, per diventare ovunque strumenti e messaggeri di pace, per portare amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, gioia dove c’è tristezza e verità dove c’è errore, secondo le belle espressioni di una nota preghiera francescana». «Oggi, come ai tempi di Gesù - ha ancora rimarcato il Papa - il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace».

Nessun accenno ha fatto oggi il Pontefice alla sua firma apposta ieri per la beatificazione del suo predecessore polacco Giovanni Paolo II e di Pio XII, papa della Seconda guerra mondiale e della Shoah. Non ne ha parlato nemmeno rivolgendosi ad un gruppo di pellegrini polacchi: attraverso loro ha fatto però i suoi auguri al nuovo primate di Polonia, l’arcivescovo di Gniezno, mons. Henryk Muszynski, e ringraziato il primate uscente, il cardinale Joseph Glemp. Ha voluto poi incoraggiare un’iniziativa di solidarietà con L’Africa promossa dall’Osservatore Romano che, nel periodo natalizio, colloca, il mercoledì e la domenica, una postazione mobile in piazza San Pietro per vendere il giornale e raccogliere fondi per costruire una scuola nella Repubblica Democratica del Congo.

martedì 15 dicembre 2009

LE POLEMICHE DOPO L'AGGRESSIONE A BERLUSCONI














Il ministro: legge per oscurare siti che inneggiano a odio nel prossimo cdm. Duro scontro alla Camera su Tartaglia. Parla Di Pietro, escono i deputati del Pdl.



Maroni: «Campagna contro premier provoca spirale emulativa». Il leader dell'Idv: non ci faremo intimidire




fonte: corriere.it



ROMA - Alta tensione alla Camera durante l'informativa di Maroni sull'aggressione contro Silvio Berlusconi. Al termine del suo intervento ha preso la parola Di Pietro («Non ci faremo intimidire») e i deputati del Pdl hanno lasciato l'Aula.


«GOVERNO ARMA MANI» - «Noi non facciamo opposizione in odio a Berlusconi ma per amore del nostro Paese - ha detto il leader dell'Italia dei Valori -. Da quindici anni ci battiamo contro provvedimenti che offendono le coscienze. Questo crea odio, questo arma la mano istigata da problemi di una maggioranza e un governo che piegano il Parlamento a proprio uso». Replica di Cicchitto: «La mano di chi ha aggredito Berlusconi è stata armata da una spietata campagna di odio: ognuno si assuma la propria responsabilità». L'intero gruppo del Pdl è uscito dall'Aula prima dell'intervento di Di Pietro. E questi: «Rispettiamoli, non vorrei rovinare loro le orecchie con le mie parole». L'idv Barbato, commentando l'uscita dei deputati, ha parlato di «popolo della mafia».


PREMEDITAZIONE - Maroni nella sua informativa ha parlato della premeditazione del gesto di Massimo Tartaglia: «Dice di aver agito per rabbia, ma la premeditazione del suo gesto risulta provata». Era in piazza Duomo già dalle 11 di domenica e «aveva con sé altri oggetti atti a offendere, tra cui un crocefisso in materiale resinoso». Quindi Maroni ribadisce il corretto comportamento delle forze dell'ordine e sottolinea che «i dispositivi attuati hanno consentito di sventare una violenta contestazione al presidente del Consiglio proprio sotto il palco».


I DUE TESTIMONI - Quindi cita un servizio trasmesso da Striscia la Notizia secondo cui due testimoni avrebbero avvisato la polizia di un possibile attentato al premier senza essere presi in considerazione: «Ho chiesto al capo della polizia e al questore di Milano di contattare immediatamente le due persone che sono state portate in Questura dove hanno reso una testimonianza che si sono rifiutati di firmare». I due hanno confermato di avere contattato la polizia segnalando una matto che disturbava i passanti ma senza far riferimento a parole pronunciate da Tartaglia contro Berlusconi.


SPIRALE EMULATIVA - Il ministro attacca poi l'«asprezza dei toni assunta dalla dialettica politica»: «La crescente campagna contro la persona del premier, che in molti casi travalica le regole del confronto democratico - spiega -, finisce per provocare una spirale emulativa». Quindi un nuovo attacco contro i social network e l'annuncio di una prossima iniziativa legislativa: «La creazione di gruppi su Internet che inneggiano all'aggressore del premier costituiscono una vera e propria istigazione a delinquere. Stiamo valutando l'oscuramento, con soluzioni che intendo sottoporre al prossimo Consiglio dei ministri». Infine gli auguri al premier: «Voglio rinnovare lo sdegno mio personale e di tutto il governo per la gravissima aggressione. A Berlusconi va la mia solidarietà e vicinanza con l'augurio che torni presto a svolgere la sua preziosa attività». Segue un applauso dei deputati.

domenica 13 dicembre 2009

PDL IN PIAZZA A MILANO: COMIZIO DI BERLUSCONI




Noi siamo l'antimafia dei fatti, solo calunnie da sinistra». Scontro con alcuni contestatori


Milano, Pdl in piazza con Berlusconi«Io un mostro? No, sono un bravo fioeu»
Il leader del centrodestra: «Vengono con noi Santanché e Storace. L'Udc? Se viene bene, altrimenti non piangiamo»



di Alessandro Sala




fonte: corriere.it




MILANO - «Dovrei essere qui a fare quello che si chiama un comizio. In realtà voglio solo farvi gli auguri di Buon Natale. State sereni e non credete a quelli che vanno in giro a fare catastrofismo. Stiamo uscendo meglio di altri Paesi dalla crisi, la maggioranza è coesa e il governo di conseguenza funziona». Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando in piazza Duomo, a Milano, alla festa del tesseramento del partito. Non voleva fare un comizio, ma poi ha parlato per mezz'ora abbondante, a braccio come suo solito, fronteggiando dal palco anche un gruppo di contestatori che da un lato della piazza lo ha accolto con slogan e fischi. Il Cavaliere non si è scomposto e ha replicato con un triplice «vergogna», sottolineando che «questa è la differenza tra noi e voi, noi queste cose non le faremmo mai». Al termine del comizio, però, un uomo è riuscito ad avvicinarsi al premier mentre firmava alcuni autografi e a colpirlo con un pugno al volto.




«NON SONO UN MOSTRO» - Nell'appuntamento milanese, convocato per dare il via alla campagna di adesioni al partito, occasione il leader del centrodestra ha ricordato la nascita del Pdl, avvenuta di fatto due anni fa poche centinaia di metri più in là, a piazza San Babila, nell'ormai noto discorso del predellino, improvvisato sulla portiera della sua automobile in un momento difficile per l'allora Casa delle libertà. E ha ripercorso alcune delle tappe di questo primo anno e mezzo di governo e le recenti polemiche sul ruolo della Corte costituzionale. «Mi dipingono come un mostro - ha detto Berlusconi all'inizio del suo intervento -, ma non credo di esserlo: intanto perché sono bello e poi perché sono quello che si dice un "bravo fioeu"». Il ricorso al dialetto meneghino (bravo fioeu, ovvero, bravo ragazzo) gli vale il primo di tanti applausi. Il capo del governo ha poi spiegato il perché della decisione di avviare il tesseramento che, un anno e mezzo fa, all'ufficializzazione della nascita del Pdl, si era deciso di non fare: «C'è in giro troppa disinformazione - ha sottolineato - vogliamo stabilire un contatto diretto con i nostri elettori e raccogliere l'adesione di almeno un milione di loro, che vengano a lavorare con noi per il bene dell'Italia e degli italiani».


«LA DESTRA CON NOI» - Berlusconi ha ricordato che il Pdl è stata la sintesi di sette diverse formazioni che componevano il vecchio centrodestra. «Alle prossime elezioni politiche - ha annunciato dal palco - saranno con noi anche Daniela Santanché e Francesco Storace. Quindi passiamo da sette a nove», mettendo insieme «tutti coloro che nel Paese non si riconoscono nella sinistra». Poi l'affondo su Casini: «C'è un partito che dovrebbe stare nel centrodestra, ovvero l'Udc, che sta un po' di qua e un po' di là - ha detto senza celare l'ironia il premier -. Dovrebbe stare di qua, ma se non viene ce ne faremo una ragione e non piangeremo».




I CONTESTATORI - Il Cavaliere ha poi parlato di «una sinistra che al contrario di quelle europee che sono diventate socialdemocratiche, è fortemente impregnata dei concetti del marxismo». Ha cambiato nome, ha detto il Cavaliere, e di recente «ha anche fatto addirittura un passo indietro». Berlusconi avrebbe forse voluto richiamare il passato da uomo di partito dell'ex Pci di Pier Luigi Bersani, che in mattinata aveva parlato di lui dicendo, con un chiaro riferimento al Pifferaio di Hamelin di Perrault, che «non abbiamo niente da guadagnare da un modello di democrazia populista dove c'è un miliardario che suona il piffero e tutti i poveracci che gli vanno dietro». Ma è stato proprio a questo punto che le contestazioni dal lato della piazza lo hanno costretto ad un'interruzione. «Ecco perché siamo qui - ha detto il premier rivolgendosi direttamente ai contestatori -: perché queste cose noi non le faremo mai. Vergogna, vergogna, vergogna».


«SINISTRA ANTI-POPOLO» - «La sinistra - ha poi ripreso quando in piazza la situazione è tornata alla normalità - si riempie la bocca di parole come popolo ma non è interessata al popolo: è interessata solo al potere e una volta che lo raggiunge mette in atto quel che pensa del suo Stato, che non è al servizio dei cittadini, ma al cui servizio i cittadini devono essere». Poi ha criticato il programma del centrosinistra, in particolare la reintroduzione dell'Ici o l'aumento delle tassazioni delle rendite finanziarie. Poi ha richiamato un concetto che Berlusconi ha più volte espresso: quello dello «stato di polizia tributaria» che a suo parere è il disegno politico principe dei suoi avversari.




L'ATTACCO ALLA CORTE COSTITUZIONALE - Il capo del Pdl è tornato anche a parlare di sovranità, attaccando i giudici e la possibilità della Consulta di abrogare le leggi ritenute non costituzionali. Per Berlusconi questo potere oggi è in mano a chi non ha consenso popolare, «quindi non possiamo accettare che giudici possano influenzare un altro organo istituzionale come il Parlamento». E quanto alla stessa Consulta, ha ribadito le parole già pronunciate al congresso del Ppe a Bonn: «E' composta da persone che per la loro storia personale appartengono alla sinistra». Poi ha rivendicato i successi nella lotta alla criminalità organizzata: «Siamo l'antimafia dei fatti, gli altri sono quella delle menzogne e delle calunnie».


«ABBIAMO SALVATO L'ECONOMIA MONDIALE» - Berlusconi ha ricordato l'intervento per i rifiuti in Campania, ha avocato a se il merito di aver fermato la crisi tra Russia e Georgia («c'erano già i missili puntati, li abbiamo fatti rimuovere») e di avere convinto l'amministrazione americana ad intervenire «dopo che avevano lasciato al suo destino la Lehman Brothers» per evitare «il fallimento di altre 400 banche, salvando il mondo da una crisi incredibile e tremenda». Poi ha parlato della Lega e di Umberto Bossi come di un «alleato leale», ma non ha fatto riferimento a Fini che del Pdl è il cofondatore, inserendo di fatto An nei «tanti partiti» messi insieme con la nascita del partito unitario del centrodestra. Poi ha consegnato la tessera del Pdl al sindaco Letizia Moratti, che fino ad ora si era tenuta le mani libere, e ha confermato la scelta di Roberto Formigoni come candidato del centrodestra per la guida della Regione Lombardia (e con lui è stato protagonista di un siparietto: «Lui è un vecchietto e io sono giovane: lui al g'ha frecc (ha freddo, ndr, indicando il cappotto del governatore lombardo) e io ho il fisico e sono in giacca. E non ho neanche la canottiera».

sabato 12 dicembre 2009

LA RISERVA DEL BORSACCHIO : UNA STORIA ROSETANA di Fabrizio Fornaciari





Con questo articolo si vuole provare a ricostruire gli avvenimenti che hanno caratterizzato tutta la vicenda della Riserva del Borsacchio, dalla legge che ne ha previsto l'istituzione fino ad oggi. Non si pretende di dare tutte le informazioni nel dettaglio, per quelle bisogna rivolgersi ai protagonisti che sono citati qui, ma si vuole semplicemente far capire a che punto si trova l'istituzione della Riserva, la posizione di chi la vuole e di chi non la vuole.





Il 2009 si sta concludendo a Roseto con una gestione catastrofica della macchina amministrativa da parte della Giunta Di Bonaventura. L’atteggiamento è quello di chi tutto può e tutto gli è concesso nella convinzione ormai di aver “ovattato” le coscienze dei cittadini con un sistema di potere fatto di clientela, di pacche sulle spalle e di atti amministrativi senza alcuna progettualità e che definire discutibili è dir poco.
Non è un caso che si stia acuendo sempre più la divisione tra il PD ginobliano e le forze della Sinistra (Rc, Pdci, Sinistra democratica, Verdi,ecc…) che, va loro riconosciuto, hanno sempre avuto un atteggiamento critico e mai succube rispetto al Partito democratico.
Non è un caso che in ogni occasione pubblica nella quale si discute dei temi politici fondamentali per la nostra città il Sindaco e i suoi siano accolti da fischi e pernacchie.
Un tema simbolo che fa comprendere come a Roseto si sia toccato il fondo è sicuramente quello che riguarda la Riserva del Borsacchio. Vista da qualcuno non come opportunità di sviluppo, basti pensare alla felice esperienza della Riserva dei Calanchi di Atri, ma come intralcio per le mire edificatorie di qualche costruttore.

Bisogna tornare indietro nel tempo al 30 settembre 2008 data entro la quale il Comune di Roseto, secondo quanto previsto dalla L.R. 06 dell’08 febbraio 2005 che ha istituito la Riserva, avrebbe dovuto adottare il relativo Pan (Piano di assetto naturalistico). Poco dopo la scadenza di quel termine, il 02 ottobre 2008, si tenne al Palazzo del Mare la presentazione del Piano di Assetto Naturalistico progettato dal Prof. Nigro. Già in quella occasione si è palesato il mancato rispetto da parte del Sindaco Di Bonaventura di uno degli impegni presi durante la campagna elettorale del 2006 che lo ha rieletto come primo cittadino. Le promesse elettorali prevedevano l’istituzione della Riserva disciplinata appunto dal Pan senza alcun metro cubo di cemento all’interno della stessa. Invece nella relazione del Prof . Nigro era prevista una superficie di quasi 50.000 mq di superficie edificabile. Subito ci fu una levata di
scudi da parte delle associazioni ambientaliste e delle opposizioni (che da quel momento si ingrossarono con i consiglieri Braca e Avolio).
Si arrivò dunque all’08 ottobre 2008, data in cui il Consiglio Comunale avrebbe dovuto discutere ed approvare il Pan. In quella sede per alcuni consiglieri comunali della maggioranza non sarebbe stato possibile votare in quanto gli stessi sono proprietari di immobili all’interno dell’area oggetto di discussione e quindi in palese conflitto di interesse. Soltanto dopo la richiesta dei consiglieri Di Marco, Braca e dell’allora capogruppo dei Liberalsocialisti Vannucci questi abbandonarono l’aula. Come da prassi soltanto dopo la richiesta dell’opposizione, venne ascoltato il Presidente del Comitato cittadino per la Riserva naturale del Borsacchio Avv. Fabio Celommi in seguito alla relazione tecnica dello staff del Prof. Nigro.
A seguito di un dibattito incandescente, i consiglieri del PD abbandonarono i loro banchi facendo mancare il numero legale. Seguiranno pesanti accuse sulla stampa rivolte alla Giunta comunale e all’On. Ginoble fino ad approdare al Consiglio Comunale seguente tenutosi il 21 ottobre 2008.
In questa seduta il PD si presenta in aula con soli sette consiglieri, il Sindaco e gli altri consiglieri con conflitto d’interessi sono fuori dall’aula.
Come prevedibile da subito iniziano gli scontri con attacchi sia dal centrodestra sia da Braca e Avolio dopo la proposta dell’Assessore Frattari di rinviare la discussione per apporre delle modifiche al Pan. Dal dibattito emerge la notizia dell’acquisto di una società immobiliare di Teramo di terreni, in una zona agricola dove sono previsti cambi di destinazione d’uso, all’interno del perimetro della Riserva per un valore di circa Euro 1.300.000.
Arrivati al momento della votazione il Presidente del Consiglio Rega chiede la sospensione di cinque minuti dei lavori per accertare la presunta incompatibilità del consigliere Norante a partecipare alla votazione. Questa sospensione durerà un’ora e mezza fino a quando il consigliere Prosperi (PD) legge una nota in cui si propone il ritiro della discussione al fine di salvaguardare il principio di “autotutela della P.A.” a causa della presenza di Norante, a loro dire titolare di conflitto di interessi e quindi impossibilitato a partecipare.
A questo punto la minoranza imbufalita fa mancare il numero legale abbandonando l’aula con il pubblico numerosissimo che stigmatizzava l’atteggiamento della maggioranza al grido di “Buffoni!”.
Anche in seguito alla seduta del 21/10/08 si sono susseguite dichiarazioni al vetriolo delle opposizioni contro il monocolore PD. Nello stesso periodo è seguita una denuncia da parte del Comitato Riserva nei confronti dell’Amministrazione comunale per la realizzazione di un sottopassaggio abusivo che collega la SS 16 al Camping Lido d’Abruzzo in violazione delle norme di salvaguardia per le aree protette ai sensi L.R. 06/05.
Superato quindi il termine di approvazione fissato dalla Regione Abruzzo senza che il Pan fosse stato adottato, iniziò a prender corpo con maggiore insistenza la possibilità di nomina di un commissario ad acta per l’adozione dello stesso tanto da destare i legittimi dubbi che proprio la maggioranza non aspettasse altro che la “patata bollente” passasse in mani altrui, al fine di non peggiorare la già pessima opinione che i cittadini hanno maturato sull’atteggiamento della stessa nel gestire questa vicenda.
Seguirà una delibera (1153/08) dell’allora Giunta Regionale di centrosinistra (Del Turco era già andato in galera) datata 27 novembre 2008 con la quale il Presidente vicario Paolini e i colleghi assessori decisero di affidare la gestione della Riserva alla Provincia di Teramo constatata l’inerzia del Comune di Roseto degli Abruzzi.
Il 17 dicembre 2008 le associazioni ambientaliste incontrarono il Presidente D’Agostino che promise di risolvere il problema.
Il 21 Aprile 2009 il Consiglio provinciale delibera a maggioranza la nomina dell’Organo di gestione della Riserva e l’inizio della concertazione con i comuni di Giulianova e Roseto. Persino in quella sede la rosetanità si è fatta riconoscere…i consiglieri provinciali del PD Frattari e Di Girolamo (entrambi assessori della Giunta comunale di Roseto) si astennero motivando il loro dissenso pronunciandosi per la nomina di un commissario ad acta.
Il tempo passa ma non succede niente e D’Agostino viene dunque criticato dalle associazioni ambientaliste esasperate da quattro anni di inadempienze da parte dei comuni di Roseto e Giulianova.
Le elezioni provinciali del 06 e 07 giugno, come quelle delle precedenti regionali, testimoniano la volontà dei cittadini di cambiare pagina e di voler punire l’arroganza degli amministratori rosetani che però continuano a perseverare soprattutto sulla questione Riserva.

Passata l’estate l’argomento è tornato ad impegnare l’agenda politica perché in sede di discussione di Piano spiaggia vengono previsti lotti di demanio all’interno della Riserva da rilasciare come concessione.
Tutto pare calmo fino a quando agli inizi di novembre il consigliere regionale del PD Di Pangrazio chiede a mezzo stampa la convocazione urgente della II Commissione consiliare della Regione Abruzzo per far ascoltare i sindaci di Roseto e Giulianova, Mastromauro e Di Bonaventura, al fine di promuovere una riperimetrazione dei confini della Riserva.
Nei giorni successivi trapela la notizia di un progetto di legge regionale presentato dal consigliere Rabbuffo (PDL) nel quale è prevista la riperimetrazione. Questa proposta legislativa viene pubblicamente avversata dal centrodestra rosetano e regionale a mezzo stampa e nell’importante convegno organizzato dal Comitato per la Riserva Naturale del Borsacchio il 21 novembre scorso presso il Palazzo del Mare.

L’appuntamento intitolato “Riserva Naturale Regionale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto” doveva trattare del collegamento ciclabile tra i suddetti comuni ma è stata l’occasione per una serrata discussione sul tema della riperimetrazione della Riserva stessa. Oltre che interventi molto qualficati da parte di esponenti dell’associazionismo che sottolineavano l’importanza dell’istituzione di una riserva naturale per lo sviluppo economico del territorio, è stata la presenza di importanti esponenti politici ad attirare un’altissima attenzione. Erano presenti in sala i sindaci di Roseto e Pineto, l’Assessore regionale alla cultura Di Dalmazio, il consigliere regionale Rabbuffo, il Presidente della Provincia Catarra, il senatore Tancredi, il consigliere regionale Acerbo, l’Assessore provinciale Vannucci e l’ex-parlamentare D’Elpidio.
Di Dalmazio è intervenuto chiedendo “di non alimentare nessuna contrapposizione tra “guelfi e ghibellini” e discutere con comuni e provincie”. Poi fa riferimento alle esperienze dei parchi abruzzesi “nei nostri parchi nazionali vi è stato un equivoco sulla logica del vincolo, con i presidenti dei parchi abbiamo concordato le linee guida di carattere regionale. E’ giusto perseguire la logica della sussidiarietà con le competenze specifiche degli enti territoriali, diamo la massima disponibilità a discutere per creare un forte sviluppo nell’area della Riserva insieme al Presidente della Provincia” Conclude con una considerazione “La Riserva dev’essere un’opportunità di sviluppo, se non saremo in grado di realizzare tutto ciò ce ne assumeremo la responsabilità e le colpe.”
Catarra gli fa eco “C’è bisogno di un ampio dibattito ma la risposta va data dalla politica locale, da lì poi gli enti sovra comunali raccoglieranno le indicazioni dei cittadini di Roseto e dei loro rappresentanti.”
Indubbiamente gli interventi più energici sono stati quelli di Vannucci e di Acerbo.
Il primo esordisce con un excursus storico-politico : “Per la storia politica di questa città, noi (Liberalsocialisti n.d.r.) firmammo un patto d’onore con la coalizione del centrosinistra per mantenere e preservare la Riserva. Se qualcuno volle nella notte in Consiglio Regionale (Ginoble & c.) istituire la Riserva questo non è stato criticato tanto che abbiamo accettato la richiesta da parte dei “superambientalisti” di farla partire davvero. In consiglio comunale (si riferisce alla seduta del 21/10/08 n.d.r.) arriva la “colata di cemento”, la maggioranza con il voto di un consigliere incompatibile fa bloccare la discussione”.
Prosegue senza risparmiare nessuno “Questa situazione è diventata ingarbugliatissima dal punto di vista istituzionale, dopo un po’ Di Bonaventura, Ginoble e Ruffini vanno ad illustrare il loro Pan e poi c’è l’iniziativa di Rabbuffo. La Regione dovrebbe interessarsi in maniera politico-istituzionale dell’intera vicenda dove tutte le componenti si devono prendere le responsabilità a così finalmente finisce la “guerra tribale”. Concludo invitando il Sindaco una volta per tutte a prendersi le sue responsabilità.”
Il secondo invece evidenzia come “la Riserva è inattuata per il boicottaggio della politica locale” e dichiara “conosco l’influenza del mattone sulla poltica in tutto l’Abruzzo e alla fine i veri danneggiati non sono solo i cittadini, ma soprattutto gli operatori turistici”.
Il Sindaco ha provato a difendersi sostenendo che “sono state dette molte inesattezze: questa legge nasce in modo illegittimo (L.R. 06/05 n.d.r.), non è stato sentito l’ufficio urbanistico regionale con il relativo parere preventivo; nasce con un perimetro di 110 ettari " ( viene smentito dai partecipanti che gli ricordano che si tratta di un mero refuso, l’Avv. Celommi gli consegna la planimetria prevista nel Bura).
Prosegue : “sono state fatte tre leggi, sono stati modificati i perimetri (Braca polemizza dal pubblico “Non hai fatto alcun ricorso!”), qualcuno inoltre asserisce di una mia incompatibilità a partecipare all’audizione presso il Consiglio Regionale, ma sono andato a portare la mozione che le minoranza avevano prodotto in materia. Si è parlato di poteri forti, di corruttori,ecc…ognuno risponde di fronte a Dio e di fronte alla giustizia. Comunque ci tengo a dire che per me nessun metro cubo di cemento dev’essere inserito nella Riserva. La Regione Abruzzo pianifichi in maniera chiara, la Riserva dev’essere un’opportunità non divenire penalizzante per chi ci vive dentro, concludendo non ho mai parlato di riduzioni drastiche comunque lo studio del Prof. Nigro può rappresentare un’ottima base di partenza.”
Il dibattito è concluso dall’intervento dell’Avv. Celommi “La volontà del legislatore regionale è stata univoca, per l’istituzione della Riserva abbiamo avuto problemi con l’amministrazione locale, che si è mossa soltanto dopo alcune diffide scritte. Fatto il bando al quale hanno risposto in 28 tra ingegneri, tecnici, geometri,ecc… poi si è scelto di dare l’incarico di redazione del Pan al Prof. Nigro. Si poteva scegliere il “Dipartimento di Scienze ambientali” dell’Università de L’Aquila, organo dotato di tutte le professionalità e soprattutto si poteva anche risparmiare ( il Pan è costato ai cittadini ben 230.000 Euro). Ribadisco inoltre che il perimetro iniziale non era di 110 mq ma si tratta di un refuso.”
Continua Celommi “Un anno fa doveva essere approvato questo piano in Consiglio Comunale, dopodiché un consigliere regionale di Avezzano(Di Pangrazio n.d.r.), che poco conosce il nostro territorio, è stato sollecitato a presentare quest’iniziativa (richiesta di audizione dei sindaci per riperimetrazione n.d.r.), se fossero stati i diretti interessati a chiederla sarebbe stata una decisione impolitica, impopolare e osteggiata. “Con questa riperimetrazione” conclude “si vuole trasformare l’attuale riserva in un orto botanico. Il Sindaco è favorevole così cesserebbe il conflitto d’interesse suo e dei suoi consiglieri”.
Dal punto di vista amministrativo dopo l’audizione presso la II Commissione consiliare del Consiglio Regionale alla quale ha partecipato il Sindaco Di Bonaventura, nonostante alcuni consiglieri regionali del PDL e della sinistra radicale gli ricordassero della sua incompatibilità, è seguita la proposta dello stesso primo cittadino e dell’Assessore Frattari di costituire in seno al Consiglio Comunale una Commissione temporanea che lavori per la redazione di un documento condiviso che attivi definitivamente la Riserva. I toni del “predicar bene e razzolar male” vengono confermati quando il Presidente del Consiglio Comunale Rega autorizza la partecipazione al Consiglio Comunale del 10 dicembre dei consiglieri in conflitto di interessi facendo orecchie da mercante nei confronti della missiva inviatagli dall’Avv. Celommi in cui si richiede che questi si astengano dal prendere parte alla votazione ai sensi del D.lgs N°267/2000.
Si è arrivati così all’ultimo Consiglio Comunale (10/12/09) nel quale la maggioranza (con il voto favorevole anche dei Liberalsocialisti) ha votato a favore dell’istituzione di una commissione paritetica (composta da Salvatore, Cappucci, Braca, Avolio, Santarelli, Marini, Norante e Di Marco) che entro il 26 gennaio prossimo dovrà formulare un documento unitario da inviare alla Regione Abruzzo.
Sembra l’ennesima scusa di Di Bonaventura, Ginoble & co. per prendere tempo, gli sviluppi sono tutti da scoprire.






Per ulteriori informazioni consultare il blog http://politicarosetana.blogspot.com/

giovedì 10 dicembre 2009

MORRA CRITICA LE SCELTE DI TRENITALIA CHE PENALIZZANO LE STAZIONI DI GIULIANOVA E VASTO



FERROVIE, MORRA: TRENITALIA, SCELTE INACCETTABILI


fonte: agi.it


(AGI) - L’Aquila, 7 dic.- Disapprovazione e’ stata espressa dall’assessore ai Trasporti, Giandonato Morra, sulle nuove scelte di Trenitalia nazionale che riguardano la fascia oraria relativa alla dorsale Adriatica. “Eccessive e inaccettabili - ha commentato l’assessore - sono le penalizzazioni a cui vengono sottoposte le stazioni di Vasto e di Giulianova cosi’ come quella di San Benedetto del Tronto per la regione Marche. Ho deciso di convocare al piu’ presto una riunione con l’assessore ai Trasporti delle Marche, Pietro Marcolini con cui sono in stretto contatto e con i presidenti delle Province di Chieti, Teramo ed Ascoli Piceno interessati a questi tagli. La scelta di Trenitalia a livello nazionale e’ palesemente stonata tenuto conto anche del grande sforzo della Regione Abruzzo nella stipula del contratto di servizio regionale avvenuta nei giorni scorsi. Determinati impegni assunti con noi non possono essere ignorati da Trenitalia in scelte operanti su scala nazionale. La Regione Abruzzo - ha concluso l’assessore Morra -insieme alle Marche, all’Emilia Romagna e all’Umbria ha stipulato in precedenza anche un protocollo d’intesa alla presenza delle associazioni dei consumatori al quale dovra’ essere dato maggiore seguito e nuovo impulso”. (AGI) com/Plt

lunedì 7 dicembre 2009

Comunicato stampa "Più sicurezza per Roseto centro"




Roseto degli Abruzzi,lì 07/12/09

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Con la presente si informa la S.V. e la cittadinanza del grave stato di insicurezza in cui versa Roseto centro, in particolare Via D’Annunzio e alcune vie ad essa collegate. Questo stato di pericolo, determinato dal traffico veicolare ad alta velocità sulla suddetta via e in alcune ad essa collegate, ci è stato più volte segnalato sia dai cittadini di Roseto centro sia da tantissimi genitori che ogni giorno accompagnano i figli nelle scuole elementare e media di Via D’Annunzio.
Infatti ad eccezione degli orari di entrata e di uscita di scuola, momenti nei quali un presidio di vigili urbani inibisce l’ingresso delle automobili in un tratto di Via D’Annunzio (che comprende l’ingresso alle scuole media ed elementare), nel resto della giornata non vi è alcun controllo nonostante vi sia un frequente transito pedonale da parte degli alunni e non solo, per le attività scolastiche pomeridiane, per le attività sportive nelle palestre di Via D’Annunzio e Via Manzoni e per recarsi presso la cartolibreria all’angolo tra Via De Amicis e Via D’Annunzio.
“Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni da parte dei residenti e dei genitori degli alunni, quindi abbiamo inviato un documento al Sindaco e agli uffici competenti per chiedere un intervento immediato per garantire maggiore sicurezza in una “zona sensibile” di Roseto centro” dichiara Fabrizio Fornaciari di Giovane Italia (PDL). “Nel documento chiediamo l’installazione di tre rallentatori per costringere le auto a rallentare in prossimità del cancello della scuola media in Via D’Annunzio e in altri due tratti, rispettivamente in Via Manzoni e Via De Amicis. Chiediamo inoltre all’amministrazione comunale di non applicare l’ordinanza del Sindaco N°156 del 30/10/07, che prevedendo il doppio senso di marcia in Via D’Annunzio aumenterebbe ancora di più i pericoli per i pedoni.”
“Continueremo a vigilare” conclude Fornaciari “al fine di salvaguardare la sicurezza dei cittadini, problema troppe volte sottovalutato da parte dell’amministrazione Di Bonaventura.”
Con la presente si porgono distinti saluti.


Fabrizio Fornaciari
Giovane Italia Roseto degli Abruzzi


Giuseppe Giorgini
Residente Roseto centro

PIU' SICUREZZA PER ROSETO CENTRO

Via D'Annunzio













Via D'Annunzio










Via D'Annunzio






Via D'Annunzio






Via Manzoni






Via Manzoni






Via Manzoni






Via Manzoni






Via De Amicis






Via De Amicis






Via De Amicis






Via De Amicis






Roseto degli Abruzzi,lì 09/12/09

Alla c.a. Sig. Sindaco
Comune di Roseto degli Abruzzi

e p.c. Dirigente II Settore
Comune di Roseto degli Abruzzi
Ing. Mastropietro


OGGETTO: RICHIESTA INTERVENTI PER RISOLUZIONE PROBLEMI DI VIABILITA’ VIA D’ANNUNZIO E DINTORNI

Egregio Sig. Sindaco,
con la presente chiediamo alla S.V. la risoluzione dei problemi di viabilità e di sicurezza di Via D’Annunzio e dintorni. Nello specifico ci teniamo a rappresentarle la situazione di grave disagio e insicurezza determinato dal traffico veicolare ad alta velocità segnalataci non solo dai residenti di Via D’Annunzio e di tutta Roseto centro, ma anche di tantissimi genitori che accompagnano ogni giorno i figli nelle scuole elementare e media della medesima via.
Infatti, ad eccezione degli orari di entrata (08,00-08,30) e di uscita (13,00-13,30) in cui l’accesso al traffico veicolare è inibito da un presidio dei vigili urbani, nelle altre ore del giorno Via D’Annunzio non avendo alcuno stop nel corso del suo tracciato è percorsa ad alta velocità dagli automobilisti: nel pomeriggio essendo la scuola, più volte alla settimana, aperta per le attività didattiche, il sabato pomeriggio per il catechismo e la sera per la fruizione dei locali della palestra di Via D’Annunzio,vi è quindi un frequente transito da parte degli alunni, sia all’ingresso che all’uscita di scuola, che comporta dei rischi per la loro incolumità.
Registriamo inoltre la necessità da parte di famiglie degli alunni e residenti di intervenire altresì in quelle vie collegate a Via D’Annunzio che ospitano strutture, sportive e commerciali, che comportano inevitabilmente un transito pedonale che attualmente è insicuro: Via Manzoni e Via De Amicis.
Nel primo caso segnaliamo alla S.V. il disagio di quanti frequentano la palestra di Via Manzoni, per attività didattico-sportive o tramite adesione alle varie società sportive che ne usufruiscono, che incontrano difficoltà ad attraversare o percorrere la carreggiata a causa dell’alta velocità con cui le autovetture si immettono nella stessa Via Adriatica.

Nel secondo caso segnaliamo i problemi di viabilità di Via De Amicis, percorsa soprattutto negli orari di uscita dalle scuole, dagli alunni residenti a Roseto centro per far ritorno nelle rispettive abitazioni. Inoltre all’incrocio della stessa via con Via D’Annunzio vi è un frequente transito di pedoni, soprattutto di alunni, che in tutti i momenti della giornata si recano presso la cartolibreria ivi presente. Anche in Via De Amicis segnaliamo i disagi per l’alta velocità con cui le auto percorrono il tratto compreso tra Via Mameli e Via D’Annunzio, ad eccezione degli orari di entrata e di uscita suddetti in cui è ivi apposto un cartello di divieto di accesso per gli autoveicoli.
Visto quanto rappresentato

chiediamo

alla S.V. di installare n°3 rallentatori al fine di limitare la velocità degli autoveicoli in un’area di Roseto centro particolarmente sensibile vista la presenza di due scuole, due palestre e una cartolibreria oggetto di frequentazione da parte degli alunni e di moltissimi cittadini in tutti i momenti della giornata.

Per Via D’Annunzio chiediamo che venga installato n°1 rallentatore di fronte il civico n°29 al fine di costringere gli automobilisti a rallentare prima del tratto di strada di fronte al cancello della Scuola Media “G.D’Annunzio”; (foto allegato n°1)

Per Via Manzoni chiediamo che venga installato n°1 rallentatore nel tratto compreso tra le strisce gialle dell’area parcheggio bus e i cassonetti della nettezza urbana in modo da costringere gli automobilisti a rallentare ben prima rispetto al segnale di stop; (foto allegato n°2)

Per Via De Amicis chiediamo che venga installato n°1 rallentatore tra il civico n°6 e il civico n°3 in modo da costringere gli automobilisti a rallentare ben prima rispetto al segnale di stop; (foto allegato n°3)

Ci teniamo pertanto a richiedere che l’installazione dei tre rallentatori interessi solo la carreggiata e non occupi i canali di scolo laterali che lambiscono la stessa altrimenti provocherebbe gravi difficoltà allo scorrimento delle acque piovane.
Fiduciosi di un Vs. reale interessamento con la presente si porgono distinti saluti.



Fabrizio Fornaciari



Giuseppe Giorgini