lunedì 13 dicembre 2010

FORNACIARI (PDL) E GIOVANE ITALIA ROSETO:“RISISTEMAZIONE AREA ANTICHI PERCORSI: ENNESIMA OCCASIONE PERSA”




Roseto degli Abruzzi, lì 13/12/10

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione
“RISISTEMAZIONE AREA ANTICHI PERCORSI: ENNESIMA OCCASIONE PERSA”

Il circolo territoriale di Giovane Italia (PDL) di Roseto degli Abruzzi vuole denunciare la grave superficialità della Giunta Di Bonaventura rispetto alla gestione dell’area degli antichi percorsi.
La zona lasciata ormai al più completo abbandono è impercorribile attraverso i suoi sentieri visto che questi sono totalmente invasi dalle erbacce, senza parlare del degrado in cui versa in particolare la Fonte dell’Accolle oramai invasa dalla vegetazione: un vero e proprio biglietto da visita per la nostra città che testimonia il reale interessamento del monocolore PD a sviluppare un turismo che coinvolga tutto il territorio comunale e la cura dell’ambiente urbano nel nostro Comune.
“In particolare denunciamo la superficialità e l’immobilismo dell’Amministrazione verso la zona degli antichi percorsi a seguito di una proposta indirizzata al Sindaco Di Bonaventura, all’Assessore al Turismo Porrini e all’Assessore ai Lavori Pubblici De Vincentiis recante data 21/07/10 ( Prot. N° 23814 del 22/07/10) , con la quale la sezione rosetana dell’associazione di volontariato naturalistico “Inachis”, già attiva presso il Parco Nazionale d’Abruzzo, si è proposta per svolgere i lavori per “riqualificare l’area predetta effettuando le dovute manutenzioni, realizzare aiuole, piccoli giardini a tema, organizzare campi di istruzione botanica illustrando caratteristiche e proprietà delle piante” al fine di “poter organizzare per il turismo locale e non delle escursioni da Roseto a Montepagano passando dapprima lungo il sentiero di Via Colle Patito e proseguendo fino alla Fonte dell’Accolle”. dichiara Fabrizio Fornaciari, Dirigente provinciale di Giovane Italia (PDL) “Aspetto fondamentale” continua Fornaciari “da sottolineare è la disponibilità da parte dei volontari dell’associazione “Inachis” a svolgere detti lavori di manutenzione in forma totalmente gratuita. Dalla scorsa estate in poi l’associazione ha avuto diversi colloqui con l’Assessore Porrini prima, con l’Assessore De Vincentiis poi, senza ricevere alcuna apertura e accogliendo la proposta con sufficienza.
L’associazione chiede semplicemente, una volta effettuati gratuitamente i lavori di manutenzione, di poter organizzare escursioni nella zona per far conoscere ai turisti le specificità e la bellezza delle nostre colline e del centro storico di Montepagano.
L’amministrazione adotti subito quindi gli atti amministrativi necessari al fine di rilanciare l’area e di conseguenza per cogliere l’opportunità di risparmiare diverse migliaia di euro per i lavori avvalendosi della collaborazione e della passione per la natura dei volontari”.
“Si rischia con questo atteggiamento” conclude Fornaciari “di perdere un’occasione irripetibile: risparmiare Euro 300.000 previsti nel “Programma triennale delle opere pubbliche 2010/2012 per la Manutenzione straordinaria degli antichi percorsi” o quantomeno ridurre notevolmente il costo dell’intervento con il lavoro gratuito dei volontari e favorire il rilancio dell’area senza gravare ulteriormente sulle casse comunali abbondantemente dilaniate dagli sperperi e dalla mala-amministrazione del centrosinistra rosetano”.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Ufficio stampa
Giovane Italia (PDL)
Roseto degli Abruzzi

martedì 7 dicembre 2010

AL DI LA' DEL CONTINGENTE, PER UN SENSO ED UN METODO NELLA POLITICA VALIDO ANCHE DOMANI


di Luca De Netto


Mai come in questi giorni si respira aria di attendismo: quelli come noi, sono schierati in attesa che le forze anti-nazionali, mosse da egoismi e brama di potere, non riescano nel loro disegno di “golpe” atto a rovesciare il Governo voluto dal popolo; gli altri, a sperare di distruggere il nemico di sempre ed aprire le porte dell’Italia alle tecnocrazie e alla speculazione economica internazionale.

E’ possibile però tornare al senso della Politica, o almeno fare dei ragionamenti squisitamente politici anche in un momento difficile come questo, in una polarizzazione così forte?

Non si può certo vivere tutto il giorno con un profondo senso di rabbia e di angoscia, anche quando si avverte l’arroganza e la supponenza di tutti coloro che, sconfitti elettoralmente o espressione di una visione aliena dalla realtà sociale, fanno di tutto per imporsi come oligarchia sulle teste e sui cuori del nostro popolo.

Una banda di rancorosi, di fasce sociali abituati ai privilegi, caste intoccabili che si coalizzano tra loro contro il Nemico comune, contro la riforma del sistema Italia.

Lasciamo dunque a costoro il “loro odio mancino”, e proviamo anche noi ad uscire dalla veste degli incazzati, di quei romantici cavalieri senza tempo innamorati della nostra Patria, talmente folli d’amore da unirsi al coro per dire “Aut Caesar, aut nihil”.

Torniamo alle radici, al senso, al perché, al tutto.

Politica come passione, politica come amore, politica come esempio, politica come weeltanschauung.

Questa strana parola tedesca la cui traduzione approssimativa è “visione del mondo e della vita”.

Già, proprio quell’orizzonte ideale da trasmettere e concretizzare nelle scelte, siano esse di natura legislativa, che atti amministrativi o percorsi economici e sociali.

Non ideologia, quella mai, soprattutto nell’accezione moderna che il termine ha assunto. Ma visione del mondo, alla cui base vi è un percorso di formazione, di sé, prima che degli altri.

Formazione? A che serve? Questa illustre sconosciuta, si potrebbe pensare guardandosi intorno in tutti gli ambienti, dall’università al mondo del lavoro, dal piccolo paesino, fino ai più alti consessi…

Eppure senza formazione, non c’è politica, non c’è cultura, non c’è sviluppo. E soprattutto non ci sono le risposte migliori e più giuste da dare alla nostra gente ed al nostro popolo.

Perché fare politica significa fornire risposte fattibili ai problemi che la realtà ci mette davanti. Ma non solo: significa anche anticipare i possibili problemi, capire l’evoluzione del sociale, e riuscire a sintetizzare le proprie idee con il dato concreto, prima che questo venga in essere.

Non è facile, anzi.

Il più delle volte incontriamo gente che intende la politica in tutt’altra accezione. Soprattutto la formazione, viene considerata superflua o inutile. In realtà, ragionando in termini di consenso individuale ed istantaneo, le energie spese in formazione sono persino dannose: tolgono tempo e spazio, succhiano forza vitale, e spesso non sono tangibili in termini di risultati.

Eppure, come dicevano i nostri progenitori, gutta cavat lapidem.

Un goccia che pian piano si trasforma in un rivolo, poi in un torrente, infine in un fiume sotterraneo che scava, si fa strada, trascina, si ingrossa.

Sempre più impetuoso, e sempre più inarrestabile viaggia tra le rocce carsiche della banalità quotidiana e della mancanza di “senso” nella vita tecnologica di noi cittadini del terzo millennio.

Eppure, per assurdo che possa sembrare, la società nichilista voluta e costruita dalle culture sinistre e radicali, diventa terreno facile da scavare, dissodare, e rendere fertile.

Lo sforzo sulla formazione, dunque, resta fondamentale: il centrodestra non è un’accozzaglia di persone che si riconoscono solo in un logo o in un grande leader.

E’ molto di più: esso è un progetto culturale, è una visione del mondo, è un sistema di valori che oggi può essere politicamente espresso dal PDL e dalla Lega, e dalla straordinaria capacità di sintesi di Silvio Berlusconi, ma che domani continuerà ad esistere ed esprimersi indipendentemente dal contenitore, dai nomi e dalle persone.

La differenza tra noi e la sinistra è proprio questa: noi abbiamo una weeltanschauung vitalista, solare, perfettamente aderente alla realtà sociale, vincente, ed in grado di rappresentare l’identità più profonda del nostro popolo, e per questo perfettamente funzionale nell’oliare i meccanismi della politica e delle amministrazioni per fornire risposte.

Loro avevano una ideologica geometrica, perfettamente costruita a tavolino, dimostratasi fallace: oggi, non gli resta che scadere nell’odio verso il capo del governo e nostro Presidente, nel nichilismo dei radicali, o nella difesa del patriottismo costituzionale, ossia dei pezzi di carta.

La sinistra è fallita perché è morta la sua cultura, perché non è più in grado di esprimere una visione della vita, un grande progetto sistematico sull’uomo e per l’uomo. In realtà, sin dalla sua nascita con il 1793, ha sempre espresso qualcosa contro l’uomo e contro la realtà. Ed oggi la realtà le sta chiedendo il conto…

Noi invece dobbiamo essere consci che la presenza quasi provvidenziale di Berlusconi, il PDL – che per la prima volta tiene insieme la destra, il centro e il socialismo nazionale riformista -, i fattori internazionali, la crisi economica, sono tutti elementi che ci consentono di giocare una grande partita.

Ed è tangibile il fermento che il centrodestra italiano sta promuovendo anche in termini di cultura politica e di riflessione, con un’attenzione vera alla formazione.

Vogliamo forse negare che tutto il gruppo di Comunione e Liberazione, che fa capo al governatore della Lombardia Formigoni, non dia un ruolo primario alla crescita personale di ogni singolo “militante” dell’ottima associazione cattolica?

O che Gianni Alemanno, con la fondazione Nuova Italia, non stia cercando una sintesi tra la cultura conservatrice, quella comunitaria ed il personalismo cristiano, investendo sulla formazione di una nuova classe dirigente, lentamente preparata in anni ed anni di incontri e sacrifici?

O ancora che l’attenzione verso un “modello antropologico” non sia presente nell’azione politica di Giorgia Meloni?

Certo, l’elenco di chi cerca di fornire delle direttrici, potrebbe continuare e passare da Gaetano Quagliariello a Stefania Craxi, da Maurizio Sacconi a Giulio Tremonti, senza dimenticare il lavoro anche culturale svolto da Alfredo Mantovano con Progetto Osservatorio, accanto a quello tutto politico di sottosegretario agli Interni.

Obietterà qualcuno, forse ironicamente, che le convention, i libri, i convegni, i dibattiti, i corsi, la militanza, l’abnegazione, lo stile, non portano voti, e comunque non modificano gli assetti di potere sui territori.

Occorre rispondere a costoro, che chi fa politica, deve avere la capacità di distinguere i momenti; momenti in cui occorre compattare, da quelli in cui occorre diversificare, momenti in cui si cerca il consenso, rispetto a quelli in cui si investe in qualità: tutti sono necessari, ed hanno tempi che in genere (e per fortuna) non coincidono.

Poi è chiaro che ci saranno sempre dei territori particolarmente difficili, in cui il potere è diventato sistema, dove non è semplice innescare il cambiamento di rotta.

Ma in realtà, tutto il lavoro formativo, oltre ad avere una funzione fondamentale nel creare classi dirigenti capaci di ideare, inventare, trovare risposte, risolvere questioni, esprimere un dato valoriale, serve ad un qualcosa che sta alla base di tutto: educare all’etica del sacrificio, e ricordare ad ogni singola persona che non è affatto perfetta, che deve sempre essere umile, e che deve compiere ogni giorno un continuo sforzo di miglioramento personale, chiedendosi “chi sono, da dove vengo, dove voglio andare, cosa posso imparare dagli altri, e cosa posso fare per gli altri”.

Perché uno dei rischi della politica è la perdita dell’umiltà, e l’altro, collegato, l’allontanamento dalla realtà.

E’ ovvio che non tutti, pur dopo anni ed anni di formazione o di impegno, diventeranno sindaci, parlamentari, consiglieri regionali, amministratori. Ma che importa! L’obiettivo non può essere esclusivamente quello, perché l’agire politico non è solo quello istituzionale: è questo dato merita di essere sottolineato.

Senza ricorrere ad Aristotele, va comunque ribadito che in quanto uomini facenti parte di una comunità, tendiamo ad agire politicamente, ossia a compiere azioni che in qualche modo si riflettono sugli altri.

Dunque una persona che non rinuncia ad un continuo processo formativo, ma anzi lo cerca, in ogni professione che va a svolgere ed in ogni tipo di relazione sociale, è più portata ad incarnare un tipo umano, un modello, e ad esprimere la propria componente valoriale, con ciò facendo di fatto politica.

Il medico cattolico, farà di tutto per evitare un aborto, indicando alla madre le strutture adeguate a cui rivolgersi per avere sostegno, così come l’architetto “identitario” farà della bellezza e del rispetto della tradizione un canone di riferimento per i propri lavori.

E non avranno costoro raggiunto obiettivi politici, forse in maniera più efficiente dell’assessore inconcludente, magari piazzato li perché amico di Tizio, o per pura casualità?

Del resto, chi agisce per se stesso, sia che diventi un amministratore, che nel lavoro che svolge, sarà rappresentativo soltanto del proprio ego.

Ma che ricchezza ha poi? Che valore aggiunto porta agli altri? Certo, magari potrà pure ottenere qualcosa, o come si suol dire, riuscire ad “arrivare”.

Ma se l’obiettivo è “arrivare”, se tutto si riduce a soddisfare la propria brama di potere e a rappresentare il proprio io, e se coloro che la pensano così non sono pochi, allora, a maggior ragione, occorre continuare ad investire in formazione.

E dobbiamo farlo tutti, nel nostro piccolo, cercando di affiancarci - perché la differenza la fanno anche i compagni di strada, ed i motivi per cui si scelgono questi ed i punti di riferimento - a persone, giovani ed adulti, a cui trasmettere qualcosa in termini di contenuti, e da cui apprendere, in uno scambio continuo, senza paura di essere “superati”.

Per una diversa forma mentis. Per cambiare e migliorarsi tutti. E migliorare la società.

Con il centrodestra, per la nostra weeltanschauung eterna, oggi come ieri ed oggi come domani, per costruire la Nuova Italia.

Sia che dovessimo essere improvvisamente chiamati a ricoprire dei ruoli istituzionali, sia che questo non dovesse mai accadere, noi ci saremo comunque.

Per amore, e soltanto per amore.

martedì 23 novembre 2010

RITORNA ORIZZONTE DI VALORI. Giornate di studio ad Ocre (AQ) 26-28 novembre

Orizzonte di valori. Giornate di studio. II edizione
26 - 28 novembre 2010
Fondazione Nuova Italia - Circoli Nuova Italia - Plus ultra
In collaborazione con il Centro studi geopolitica.info

Ritorna Orizzonte di valori. In vista di questo appuntamento ci sentiamo in dovere di declinare il significato del nome con cui abbiamo scelto di tenere a battesimo la scuola di formazione dedicata alla futura classe dirigente del nostro Paese. È, anzitutto, necessario riflettere sul significato semantico dei termini “orizzonte” e “valore”.
Occorre poi prendere in considerazione sia le interpretazioni potenzialmente disfunzionali di questi termini, che quelle cui, al contrario, desideriamo ispirare la nostra attività politica.
Per “orizzonte” si intende la “linea circolare apparente che segna ai nostri occhi l’incontro del mare o della terra con il cielo”.
Si tratta di un concetto che contiene in nuce l’idea di lontananza e di profondità prospettica.
Il rischio di un malinteso rapporto con l’orizzonte è che le nostre azioni possano perdere il contatto con un obiettivo di lungo periodo, che può sembrare tanto lontano da trasformarsi in utopia risultando, di conseguenza, scollegato dalla pratica politica quotidiana.
Per “valore” nelle lingue romanze si è inteso la “somma di forza, coraggio e virtù”.
Il rischio comportato dalla distorsione economicista del concetto, che ha trasformato questo termine in uno strumento di misurazione quantitativa del bene e del male, è che l’azione fondata sulla base dell’assolutizzazione dei valori segua il principio secondo cui in nome della loro affermazione nessun prezzo da pagare sia mai troppo alto.
Dobbiamo, quindi, guardarci bene da non cadere in una trappola solo apparentemente legata ad un gioco di parole. Il nostro “orizzonte” deve essere ben visibile e, in quanto tale, sempre in grado di presentarci chiaramente l’obiettivo finale verso il quale è necessario concentrare ogni sforzo.
I nostri “valori” devono rappresentare l’elemento distintivo della comunità politica cui apparteniamo, costituendo una forza magnetica grazie alla quale attirare l’intera società italiana.


La partecipazione ai seminari è a numero chiuso. Saranno accettate un massimo di 50 prenotazioni.

Programma:
venerdì 26 novembre
ore 14.30 - arrivo e accreditamento.
ore 15.30 - inizio lavori e saluti.
ore 16.00 - Visione in azione. I valori della destra sociale nel Pdl (intervengono: F. Biava e B. Saltamartini - modera: F. Dell’Orefice).
ore 17.00 - Le basi dell’azione politica: la sussidiarietà (interviene: E. Forlani - introduce: C. Borgia).
ore 18.00 - pausa.
ore 18.30 - Laboratori di coaching e comunicazione (a cura di G. Antinolfi, N. Lanza e F. Padovan).
ore 21.30 - cena.

sabato 27 novembre
ore 9.30 - Affrontare la tempesta. L’attualità della teoria delle élite (lectio magistralis di G. Giorgini - introduce: G. Natalizia).
ore 11.00 - pausa.
ore 11.30 - Esiste ancora il processo politico? Democrazia, governabilità ed equilibrio dei poteri (intervengono: D. Benedetti Valentini, P. Valerio e A. Tisci - modera: M. La Mantia).
ore 13.30 - pranzo.
ore 15.30 - Story telling: le nuove frontiere della comunicazione politica.
(intervengono: B. Murgia e A. Fontana - introduce: A. Amorese).
ore 17.00 - Bit e polis. Esistono media indipendenti?
(intervengono: M. Landolfi e G. Sacco - introduce: A. Magliocco).
ore 18.30 - pausa.
ore 19.00 - Declinare l’orizzonte di valori. Aggregazione, militanza e riproduzione della specie.
(intervengono: A. Cochi, L. Facchinetti , C. Fidanza e C. Varchi - modera: S. Merlo ).
ore 21.00 - cena.
domenica 28 settembre
ore 9.30 - Costruire il futuro. Lineamenti del patriottismo ambientale.
(intervengono: L. de Santoli, G. Monastra e V. San Giorgio - modera: G. Agovino).
ore 11.00 - La Nuova Italia nel panorama dei think tank italiani.
(intervengono: F. Panzironi e S. Santangelo - introduce: G. Cuscusa).
ore 12.00 - pausa.
ore 12.15 - L’identità come valore e come progetto (lectio magistralis di G. Alemanno).

martedì 16 novembre 2010

"Non sto con Fini o Berlusconi, sto con l'Italia che vuole vincere, sto con la mia gente" di Fabio Rampelli


fonte: pagina Facebook Fabio Rampelli


Non sto con Fini o Berlusconi, sto con la mia gente. Quella che ha combattuto per affermare una visione spirituale della vita e del mondo, che crede in Dio, un Dio qualunque purché sia, che promuove l'dentità italiana e la difende dall'aggressione di altre tradizioni, culture, religioni che arricchiscono il mondo, tutte rispettabili e bellissime, ma diverse dalla nostra. Il tema di oggi non è più come garantire l'integrazione nella grande stagione dei flussi migratori, ma come preservare le identità, cioè la ricchezza del mondo, nell'era della globalizzazione e nel rispetto dell'integrazione. Emergenza trascurata a causa della 'coda di paglia' figlia della furia totalitaria e razzista del secolo scorso. I veri statisti, se fossero tali, non rinnegherebbero i valori occidentali per avere accesso ai salotti radical-chic, non si arrenderebbero a un destino di mescolanze destinate a peggiorare il pianeta nei prossimi cento anni, ma assumerebbero le azioni necessarie a salvaguardare e promuovere le differenze tra i popoli. La politica dei respingimenti alle frontiere e quella degli ingressi programmati per gli immigrati con regolare contratto di lavoro ribadisce che 'rigore e accoglienza' possono convivere.


Sto con la gente che si emoziona quando una vita scocca, fin dal concepimento, e vuole difenderla anche quando potrebbe scomparire su un letto d'ospedale grazie a un'iniezione, perchè la vita appartiene a se stessa e al Signore.


Sto con la gente che ama l'indipendenza della nostra nazione e non accetta ordini dalle multinazionali dell'energia, che ricorda con ammirazione Enrico Mattei, rivendica gli accordi dell'Italia con Russia e Libia perché fanno risparmiare le famiglie e rendono più competitive le nostre imprese, che ribadisce di non essere una colonia, nè un mercato da saccheggiare e non intende pagare l'energia 100 volte quel che vale. Se ci hanno dichiarato guerra e finanziano i nostri oppositori è il segnale che siamo sulla giusta strada.

Sto con la gente che non crede giusto insegnare il Corano nelle scuole e vuole combattere la segregazione delle donne, anche con il divieto di indossare il velo integrale. Sto con chi ambisce a una giustizia giusta e politicamente neutrale, che desidera un potere giudiziario che sappia essere un ordine dello Stato e non un contro-potere che destabilizza lo Stato. Sto con la famiglia tradizionale, papà, mamma e figli, senza stravaganze, senza adozioni tra persone di uno stesso sesso. Chi è omosessuale ha il diritto di fare della sua vita ciò che vuole ma ha il dovere di lasciare in pace la famiglia e i bambini.

Sto con la gente semplice che quando la sinistra parla sistematicamente bene della destra si disorienta, non capisce, che quando un pezzo di maggioranza vota come l'opposizione si sente tradita e si dispera perchè vede allontanarsi la prospettiva di un 'paese normale'.

Sto con la gente che ha forgiato la sua sensibilità ambientalista scagliandosi contro la speculazione senza compromessi, che si è sporcata i piedi nel fango delle alluvioni, le mani nell'immondizia degli arenili degradati, la faccia sul fumo dei boschi in fiamme nel tentativo di salvarli dagli incendi. L'ecologia della responsabilità contro l'ambientalismo opportunista in giacca e cravatta.


Una domanda s'impone: se la Lega nord usasse il suo ministro degli interni per polemizzare quotidianamente con Umberto Bossi e la sua linea, ne trarrebbe benefici o subirebbe una caduta di consensi? Ha un senso oggi lamentarsi di uno sbilanciamento verso la Lega dopo averla rafforzata assumendo posizioni incomprensibili e attaccando quotidianamente Governo e PdL?


Sto con la mia gente, con quella che quando ha saputo che una signora Colleoni qualunque ha lasciato il frutto dei sacrifici di una vita ad Alleanza nazionale, si è emozionata e si è sentita “orgogliosamente diversa”. L'etica nella politica non è uno scioglilingua... Il fatto che in quella casa di Montecarlo viva il fratello di Elisabetta Tulliani è semplicemente disgustoso. Non è un problema di valore immobiliare, non m'interessano i parametri economici né le rilevanze penali: è disgustoso tradire la generosità e la buona fede di una persona che ti lascia tutto prima di morire, considerandoti la sua famiglia. Se abbiamo pagato campagne elettorali, anche nelle scuole e negli atenei, promosso collette tra squattrinati, calmierato sigarette e pizze con gli amici è perchè sapevamo di essere un Movimento povero di denari ma ricco di valori.

Sto con la mia gente, che ha combattuto una vita per affermare che la sovranità popolare è un valore e i governi li fanno i cittadini con il voto, non i Parlamenti con le imboscate e le congiure. Sto con chi è pronto, ancora una volta, a combattere per sconfiggere i trasformisti e i restauratori della prima Repubblica, quelli che, in odio al Cavaliere, vogliono cancellare diritti conquistati negli ultimi vent'anni e, tra questi, quello di decidere chi debba governare, senza deleghe. Combattere è un destino... facciamo rullare i tamburi, la trincea non è il terreno giusto per laicisti ed atei, la trincea e di chi crede. Non sto con Fini o Berlusconi, sto con l'Italia che vuole vincere, sto con la mia gente.

lunedì 15 novembre 2010

FOTOGRAFIE MANIFESTAZIONE "ABBATTIAMO GLI ULTIMI MURI"

Il muro di cartone

Un momento della manifestazione


Foto di gruppo



Sono disponibili nella galleria immagini le foto della manifestazione "Abbattiamo gli ultimi muri" tenutasi ieri in Piazza della Libertà.




sabato 13 novembre 2010

"ABBATTIAMO GLI ULTIMI MURI" DOMENICA 14 NOVEMBRE GIOVANE ITALIA IN PIAZZA



Roseto degli Abruzzi,lì 12/11/09

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO : COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Il circolo territoriale di Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Libertà, in collaborazione con il coordinamento studentesco “Studenti in movimento”, rende noto alla S.V. e alla cittadinanza che Domenica 14 Novembre presso Piazza della Libertà a Roseto degli Abruzzi, dalle ore 16,00 alle ore 20,00 si terrà una manifestazione in ricordo della Caduta del Muro di Berlino. In concomitanza con il ventunesimo anniversario vogliamo, con questa iniziativa, ricordare gli avvenimenti del 9 Novembre 1989 data fondamentale per i popoli europei: la Caduta del Muro di Berlino sancisce la fine dei regimi comunisti in Europa, l’inizio della libertà per milioni di persone oltrecortina e la vera riunificazione di tutti i popoli europei. Nel corso della manifestazione verrà effettuato dai nostri militanti un volantinaggio informativo e verrà eretto un muro di cartone che simbolicamente ricorda il muro che divideva la capitale tedesca.
Quest’anno però vogliamo concentrare l’attenzione anche sui problemi di Roseto.
Sullo stesso muro vi saranno scritte parole e slogan che richiamano vari temi politici e di attualità della nostra città: l’indifferenza che porta molti cittadini a disinteressarsi ai problemi di Roseto, la mala-amministrazione della Giunta Di Bonaventura che è ormai sotto gli occhi di tutti, il degrado in cui versa gran parte del nostro territorio, il costante fenomeno della “cementificazione” che non soltanto ha deturpato il territorio ma è stato sottovalutato tanto da creare zone da considerare veri e propri quartieri-dormitorio,l’emergenza rifiuti (con il relativo aumento della tariffa della Tarsu) di cui è corresponsabile il Sindaco con la sua maggioranza, la mancanza di posti di lavoro, il turismo che sta morendo, l’inesistenza di spazi di aggregazione per i giovani,ecc…
Questi temi rappresentano i tanti muri che devono essere ancora abbattuti, tant’è che il muro di cartone verrà abbattuto per portare all’attenzione di tutti, soprattutto dei giovani, questi gravi problemi che devono essere risolti.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Ufficio Stampa
Giovane Italia Roseto degli Abruzzi

mercoledì 3 novembre 2010

Roseto, Concorso Comune per Dirigente I Settore: il PDL chiede massima trasparenza


Roseto degli Abruzzi, lì 03/11/10

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Roseto, concorso Comune per Dirigente I Settore: il PDL chiede massima trasparenza

Il prossimo otto novembre scade il bando di concorso, indetto dall’Amministrazione comunale, per il posto a tempo indeterminato per il nuovo Dirigente amministrativo del I Settore “Servizi sociali e culturali, Personale e organizzazione – Servizi scolastici, Sport, Turismo, Edilizia residenziale pubblica (assegnazione alloggi)”.
“In merito ai requisiti per l’ammissione alla selezione previsti nel bando vi è a nostro avviso un ventaglio troppo ampio per quanto concerne il titolo di studio che il candidato deve avere: laurea in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia e Commercio ma anche, su queste ultime nutriamo parecchie perplessità, Lettere, Filosofia, Scienze dell’Educazione, Lingue e Letterature straniere” dichiara Dante Di Marco, consigliere comunale e Vicecommissario PDL Roseto. “Questi ultimi titoli di studio non collimano non solo, nello specifico, con quanto sarà oggetto dell’esame stesso (argomenti di carattere giuridico da trattare sia nella prova scritta che orale) ma soprattutto con le funzioni tecnico-amministrative del ruolo di Dirigente del I Settore. Non vorremmo” conclude Di Marco “che questi criteri poco restrittivi favoriscano “intromissioni politiche” lesive della necessaria trasparenza e della necessità di individuare un funzionario imparziale e all’altezza del lavoro sin qui svolto dalla Dott.ssa Lasca.”
“Inoltre proprio con questo bando di concorso entrano in vigore la modifiche previste dalla Delibera G.C. N°89 del 28 luglio 2010 all’art.4 del “Regolamento degli uffici e dei servizi” per l’individuazione dei componenti della commissione esaminatrice. La Commissione sarà infatti composta attraverso Determina del Dirigente del servizio personale o economico-finanziario.” prosegue Fabrizio Fornaciari, Dirigente provinciale Giovane Italia (PDL) “Però prima della suddetta delibera, nonostante l’entrata in vigore dell’art. 107 del TUEL (D.Lgs 267/00), le opinioni della dottrina e varie pronunce giurisprudenziali tra cui la Sent. Consiglio di Stato Sez. V N°6723 del 28 dicembre 2007 che prevedono il principio di separazione tra potere politico (Giunta comunale) e apparato burocratico (Dirigente), le commissioni esaminatrici per i concorsi per posti in organico nel nostro Comune venivano individuate dalla Giunta Comunale in netto contrasto con il principio di separazione. Una pratica quindi di “intromissione politica” nella nomina dei componenti della commissione che dovrebbe invece essere caratterizzata dalla massima trasparenza ed autonomia. Non stupisce quindi che con netto ritardo la Giunta Di Bonaventura recepisce i principi dell’ordinamento sulla trasparenza non avendone comunque tenuto conto per la composizione della commissione esaminatrice né nel recente concorso per un posto a tempo indeterminato come “istruttore di biblioteca addetto alla catalogazione (Cat.C)” né per il concorso per due posti a tempo indeterminato per “coordinatore della squadra operai”. Entrambi i concorsi sono stati indetti il 03/12/09. Inoltre il concorso per coordinatore della squadra operai ha visto un allungamento dei tempi e ad oggi non ci sono ancora nuove comunicazioni per lo svolgimento.”
Le continue omissioni e i tardivi interventi non solo sono l’ennesima riprova della pessima gestione del monocolore PD, ma soprattutto alimentano non solo in noi, ma in tutta la cittadinanza, legittimi sospetti sulla effettiva trasparenza dell’azione amministrativa del centrosinistra.
Chiediamo quindi che il prossimo concorso e le relative procedure siano caratterizzate dalla massima trasparenza e correttezza e vigileremo affinché tutto ciò avvenga nell’interesse dei cittadini di Roseto.
Con la presente si porgono distinti saluti.




Ufficio stampa Popolo della Libertà
Roseto degli Abruzzi





venerdì 8 ottobre 2010

Giovane Italia Roseto(PDL) : Amministrazione intervenga contro degrado a Cologna Paese

Bagno



Particolare corridoio bagni

Ascensore fuori uso

Area giochi

Area giochi

Area giochi





Roseto degli Abruzzi, lì 08/10/10

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Il problema del degrado nel Comune di Roseto degli Abruzzi non riguarda purtroppo soltanto la mancata raccolta dell’immondizia degli scorsi giorni ma anche lo stato di totale incuria a cui sono condannati molti luoghi del nostro territorio comunale.
Nella campagna di monitoraggio del territorio organizzata da Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Libertà, è emerso che di particolare rilevanza è l’incuria in cui versa la zona della piazza-teatro “G.Rossa” di Cologna Paese. Nonostante le numerose segnalazioni di cittadini e turisti l’Amministrazione comunale non è mai intervenuta per una sistemazione adeguata della piazza. L’ascensore è completamente fuori uso, il telone utilizzato per le proiezioni divelto e danneggiato e giace da tempo al lato della piazza invece di essere custodito, i bagni della struttura sottostante danneggiati e l’area giochi è diventata inaccessibile per i bambini a causa delle erbacce, dei rifiuti che ricoprono la stessa e dei giochi rotti.
“E’ l’ennesimo esempio della mala-amministrazione della Giunta Di Bonaventura che dimostra totale incapacità anche nella gestione dei contributi erogati a favore di alcune associazioni. Infatti la custodia, la manutenzione ordinaria e la pulizia della Piazza “G.Rossa” sono affidati con la Delibera di Giunta N°216/2001 all’associazione sportiva “Cologna Paese” attraverso modalità ben stabilite dalla Determina dirigenziale N°569/2001. Dal 2001 ad oggi per la gestione della Piazza la Giunta Di Bonaventura ha erogato alla suddetta associazione complessivamente qualcosa come Euro 39.636 ( Euro 4.404 all’anno). Gli obblighi previsti dalla suddetta Determina non sono stati rispettati tanto che i bagni sono in condizioni pessime. Inoltre questi sono stati presi d’assalto da vandali che hanno sporcato le pareti degli stessi con numerose scritte a causa della mancata chiusura del cancello d’ingresso negli orari notturni. Pessimo è anche lo stato dell’area-giochi che è diventata inutilizzabile ed inaccessibile. Ulteriore criticità da segnalare è quella delle infiltrazioni d’acqua nella Chiesa a causa della realizzazione imperfetta dei lavori di pavimentazione della vicina piazzetta. Questo comporta, soprattutto nei giorni di pioggia, un ristagno delle acque all’interno della stessa. Anche qui le promesse da parte degli amministratori si sono rivelate vane.” afferma Fabrizio Fornaciari, dirigente provinciale Giovane Italia (PDL). “Chiediamo un intervento immediato per riportare decoro e sicurezza nella frazione di Cologna Paese. Vigileremo affinché ciò avvenga in tempi molto rapidi.
Non ci stupisce che questa amministrazione, impegnata a erogare contributi senza verificare il loro corretto utilizzo, ad organizzare notti bianche e sempre più dilaniata dalle liti e dai personalismi, sia completamente distaccata dalle problematiche e dalle esigenze del territorio. Continueremo ad ascoltare i cittadini” conclude Fornaciari “non solo per risolvere i vari problemi ma soprattutto per costruire insieme un percorso che deve portare al cambiamento radicale della nostra città”.



Fabrizio Fornaciari
Dirigente provinciale Giovane Italia (PDL)
Link determine dirigenziali:
Link Delibera di giunta N°216/2001:

lunedì 6 settembre 2010

Atreju, festa nazionale della Giovane Italia dall'8 al 12 settembre a Roma

fonte: atreju.tv

Dritto al cuore di chi crede! È il grido di battaglia di Atreju 2010, Festa nazionale della Giovane Italia, il movimento giovanile ufficiale del Popolo della Libertà...

Nata nell’alveo della destra giovanile nel 1997, Atreju non è più solo il protagonista de “La Storia Infinita” di Michael Ende, scelto dagli organizzatori per incarnare l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, lo spoglia di valori ed ideali, sino ad appiattirne l’esistenza. Atreju è ormai anche il consueto appuntamento di fine estate che segna l’inizio della stagione politica italiana.

Dall’8 al 12 settembre, per cinque giorni si succederanno dibattiti, mostre, spettacoli, provocazioni, giochi e suggestioni, all’interno di un villaggio eco-compatibile di 5mila metri quadri, costruito all’ombra del Colosseo, monumento simbolo dell’identità italiana. “Mille sogni, una sola Italia” è infatti il secondo messaggio che giunge dai manifesti che annunciano Atreju 2010, con un evidente richiamo al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia che si celebrerà nei mesi successivi. Come sempre, il programma integrale sarà svelato gli ultimi giorni di agosto. Ma alcuni eventi possiamo anticiparli.

Mercoledì 8 settembre ad aprire i battenti della Festa sarà il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Accompagnato sul palco dal Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, il Cavaliere si confronterà con i ragazzi e le ragazze della Giovane Italia, per fare un bilancio dell’anno passato, ma soprattutto per tracciare le linee guida della nuova stagione politica

Nel corso della sessione straordinaria della Summer School di Gaetano Quagliariello si discuterà della figura di Bettino Craxi. Parteciperanno Stefania Craxi, Renato Brunetta, Fabio Rampelli e Augusto Minzolini. Tratteranno di giovani e lavoro: Maurizio Sacconi, Piero Ichino, Renata Polverini ed Enrico Letta. Lo stesso giorno Roberto Maroni, Maurizio Gasparri, Andrea Riccardi e Rosy Bindi si sfideranno invece sui temi legati a immigrazione e solidarietà

Spazio anche alla riforma universitaria. Ne discuteranno: Mariastella Gelmini, Beppe Fioroni, Pigi Battista e Stefano Zecchi. Inoltre si parlerà di giovani e lotta alla mafia con Angelino Alfano e Alfredo Mantovano

Sabato mattina, alla presenza del Presidente del Senato, Renato Schifani e del Presidente del Comitato ufficiale per le celebrazioni del 150esimo, Giuliano Amato, si racconterà dei ragazzi che fecero l’Italia. Interverranno: Ignazio La Russa, Marco Pizzo e Marcello Veneziani Nel pomeriggio, Nichi Vendola e Stefania Prestigiacomo si confronteranno sull’energia del futuro e la difesa del presente. Gianni Alemanno, Raffele Fitto, Pasquale Viespoli, Enrico la Loggia e Filippo Penati, si sfideranno invece sulla questione del federalismo e dell’unità nazionale

Nel corso della Festa, non mancheranno poi i confronti diretti della Giovane Italia, come quelli con Mons. Rino Fisichella e Giulio Tremonti, oltre alla partecipazione di ministri come Franco Frattini, Mara Carfagna, Michela Brambilla e Andrea Ronchi.

Ma gli appuntamenti descritti finora, sono solo alcuni del ricco palinsesto di Atreju 2010. Fedeli alla linea: nessun simbolo di partito, né tanto meno discriminazioni o preclusioni di sorta. Insomma, come recitava uno slogan ben riuscito: Atreju è una festa di parte, non di partito

Restano da svelare altri dibattiti, le mostre, i libri che presenteremo e soprattutto i quattro destinatari del premio Atreju Non resta che ricordare a tutti i numeri da chiamare per partecipare ad Atreju.

Ci vediamo presto

Il comitato organizzatore

Info Prenotazioni: 06 – 5021775

Programma
mercoledì 08 settembre 2010
  • ore 17:00
    Inaugurazione di Atreju 2010
    Saluti: Vincenzo Piso, Alfredo Pallone, Laura Marsilio.
    Partecipano: Denis Verdini, Altero Matteoli

  • ore 20.00
    Premio Atreju 2010 a Reyna Tamayo Danger, madre di Orlando Zapata Tamayo
    Partecipano: Fabrizio Cicchitto, Carlos Carralero
    In diretta con Aldo Forbice, conduttore di Zapping

    ore 21.30
    Il mio canto libero in concerto
    Tributo a Lucio Battisti

    ore 23.00
    Aurora in concerto


giovedì 9 settembre 2010
  • ore 11.30
    Summer School 2010. La sessione di Atreju. “Il caso Craxi a dieci anni dalla scomparsa
    Partecipano: Gaetano Quagliariello, Stefania Craxi, Augusto Minzolini, Renato Brunetta, Fabio Rampelli

    ore 15.00
    Pagine Libere
    Presentazione del libro “Vuoi trasgredire? Non farti
    Partecipano: Giorgia Benusiglio, Beatrice Lorenzin, Dj Ringo, Massimo Canu

    ore 16.00
    Welcome to the jungle. Giovani e lavoro, la situazione e le prospettive
    Partecipano: Maurizio Sacconi, Pietro Ichino, Renata Polverini, Enrico Letta

    ore 17.30
    Quel posto che non c’è. Le politiche dell’immigrazione e quelle dell’accoglienza
    Partecipano: Maurizio Gasparri, Roberto Maroni, Andrea Riccardi, Rosy Bindi

    ore 19.00
    Il mondo che vorrei
    A confronto con Giulio Tremonti

    ore 20:30
    Premio Atreju 2010 a Simona Atzori
    Partecipa: Roberta Angelilli
    Consegna il premio: Mara Carfagna

    ore 21.30
    Max Gazzè in concerto

venerdì 10 settembre 2010
  • ore 11.00
    Assemblea. La lotta dei giovani del Pdl nelle istituzioni
    Saluto: Mario Valducci, Giovanni Collino
    Partecipano i giovani parlamentari nazionali ed europei e gli amministratori locali under 35

    ore 15.00
    Pagine Libere
    Presentazione di “Italica 150, viaggio a piedi dalla vetta d’Italia a Capo Passero
    Partecipano: Enrico Brizzi, Michela Vittoria Brambilla, Giampaolo Rossi

    ore 16:00
    C’è chi dice no. Giovani in lotta contro ogni mafia
    Angelino Alfano, Alfredo Mantovano, Nino Iannazzo, Fabio Chiosi

    ore 17:30
    The wall. In viaggio verso la riforma dell’istruzione in Italia
    Partecipano: Mariastella Gelmini, Giuseppe Fioroni, Pierluigi Battista, Stefano Zecchi

    ore 19.00
    Dio è morto
    A confronto con Mons. Rino Fisichella
    Saluto introduttivo di Maurizio Lupi

    ore 20.30
    Premio Atreju 2010 al Capitano Ultimo
    Partecipa: Giuseppe Scopelliti
    Consegna il premio: Gianfranco Paglia

    ore 21.30
    Davide Van De Sfroos in concerto

sabato 11 settembre 2010
  • ore 10:30
    Va’ Pensiero. I ragazzi che fecero l’Italia
    Intervento introduttivo del presidente del Senato Renato Schifani
    Partecipano: Giuliano Amato, Ignazio La Russa, Marcello Veneziani, Marco Pizzo

    ore 16.00
    Pagine Libere
    Presentazione del libro “Gli amici del terrorista. Chi protegge Cesare Battisti?” di Giuseppe Cruciani
    Partecipano: Andrea Ronchi, Alberto Torregiani
    Conclusioni di Franco Frattini

    ore 17:30
    A che ora è la fine del mondo? L’energia del futuro, la difesa del presente
    Partecipano: Nichi Vendola, Stefania Prestigiacomo
    Intervengono: Massimo de Maio, Vincenzo Pepe e Fiammetta Cicogna

    ore 19.00
    Ok Italia. Guida al federalismo che rafforza l’unità.
    Partecipano: Gianni Alemanno, Raffaele Fitto, Enrico La Loggia, Filippo Penati, Pasquale Viespoli

    ore 20.30
    Premio Atreju 2010 a Francesca Schiavone
    Partecipa: Barbara Saltamartini
    Consegna il premio: Rocco Crimi

    ore 21.30
    Irene Grandi in concerto

    ore 00.00
    Discoteca

domenica 12 settembre 2010
  • ore 10:30
    La Giovane Italia che vorrei
    Idee, proposte e suggerimenti per un movimento unito e vincente.
    Invia le tue considerazioni.

  • ore 11:00
    Viva l’Italia
    SILVIO BERLUSCONI a confronto con la Giovane Italia
    Partecipa: Giorgia Meloni


lunedì 26 luglio 2010

VISITA PLUSULTRAWEB.IT!


Plus Ultra Web è un progetto di informazione e diffusione della cultura comunitaria e identitaria. È la rete delle comunità militanti di tutt’Italia che si rivedono in un comune orizzonte di valori.
Attualità, Politica, Economia, Esteri, Scuola e Università, Territorio, Cultura, Società: Plus Ultra Web è la voce di una generazione che ha deciso di navigare in mare aperto, di andare oltre le nuove “colonne d’Ercole” dell’indifferenza, della rassegnazione, dell’omologazione, del relativismo.

domenica 6 giugno 2010

Roseto nord: Giovane Italia (PDL) e Popolo di Roseto chiedono di fermare la cementificazione e la creazione di più spazi sociali



Roseto degli Abruzzi, lì 06/06/10

Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

L’associazione “Il Popolo di Roseto” e Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Libertà, denunciano lo stato di abbandono in cui versa Roseto nord.
La parte a nord della nostra città si è caratterizzata per un proliferare irregolare di costruzioni a destinazione abitativa eliminando i già pochi spazi verdi che erano presenti nella zona. Non mancano infatti esempi di “speculazione edilizia” che possono comportare pesantissime ricadute sociali: basti pensare a Viale Makarska con edifici eccessivamente contigui tra di loro e che rischia di diventare la versione rosetana del quartiere “La Piomba” di Silvi.
“Cosa ancor più grave, nonostante la notevole cementificazione degli ultimi anni,” afferma Paolo Antonelli, Presidente dell’associazione “Il Popolo di Roseto” “è che la bozza del nuovo PRG presentata dalla giunta Di Bonaventura non apporta alcun miglioramento sostanziale. Roseto nord” conclude Antonelli “rischia sempre di più di diventare un dormitorio senza spazi sociali, senza esercizi commerciali, senza luoghi di aggregazione: il monocolore PD continua ad operare scelte pessime in materia di urbanistica nonostante le promesse, gli slogan e le proposte faraoniche inattuabili (la risalita meccanizzata tra Roseto capoluogo e Montepagano e la torre vicino il porticciolo) ripetuti più volte durante le riunioni di presentazione della bozza del PRG.”
Secondo Fabio Peruzzi, de “Il Popolo di Roseto” : “Ulteriore incongruenza è rappresentata dal rilascio del permesso di costruire su un terreno coperto da vincoli di non edificabilità sopra terra, vincoli paesaggistici e dove la stessa Amministrazione comunale prevede la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra Via Nazionale e Via Palermo. Tutto ciò nonostante i condomini della palazzina confinante avessero da tempo avvisato gli uffici comunali competenti. Non si può quindi” aggiunge Peruzzi “parlare di sviluppo armonioso e di progetto ad ampio respiro quando una gestione
distorta dell’urbanistica non tiene conto nella maniera più assoluta della persone che vivono in città ma solo degli interessi di qualcuno”.
“Chiediamo a nome dei cittadini di Roseto nord più spazi di aggregazione sociale in favore delle famiglie e soprattutto dei ragazzi che sono costretti a muoversi per poter giocare” sostiene Fabrizio Fornaciari, Dirigente Provinciale di Giovane Italia (PDL).
“L’amministrazione” conclude Fornaciari “la smetta di andare avanti a slogan e invece si impegni seriamente a realizzare a Roseto nord un campo da gioco accessibile gratuitamente come quelli presenti nelle frazioni ed una piazza per permettere l’incontro, il dialogo e la socializzazione elementi fondanti ed imprescindibili di ogni comunità”.
Con la presente si porgono distinti saluti.



Paolo Antonelli
Presidente “Il Popolo di Roseto”


Fabio Peruzzi
Associazione “Il Popolo di Roseto”


Fabrizio Fornaciari
Dirigente provinciale Giovane Italia

lunedì 24 maggio 2010

ANNIVERSARIO STRAGE DI CAPACI : IL RICORDO DI MANFREDI BORSELLINO SUL NUOVO LIBRO "ERA D'ESTATE"









fonte: palermo.repubblica.it






La mia vita tra due stragi a Capaci morì anche mio padre



Domani si celebra l'anniversario della strage: il figlio di Paolo Borsellino ricorda in un libro il terribile presagio che piombò nella sua famiglia. "Ho iniziato a piangere la sua scomparsa con lui accanto mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente"









Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l'esame di diritto commerciale, ero esattamente allo "zenit" del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella via Zandonai, dove nel bel mezzo del "taglio" fu raggiunto dalla telefonata di un collega che gli comunicava dell'attentato a Giovanni Falcone lungo l'autostrada Palermo-Punta Raisi

Ricordo bene che mio padre, ancora con tracce di schiuma da barba sul viso, avendo dimenticato le chiavi di casa bussò alla porta mentre io ero già pietrificato innanzi la televisione che in diretta trasmetteva le prime notizie sull'accaduto. Aprii la porta ad un uomo sconvolto, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla né lui proferì parola.

Si cambiò e raccomandandomi di non allontanarmi da casa si precipitò, non ricordo se accompagnato da qualcuno o guidando lui stesso la macchina di servizio, nell'ospedale dove prima Giovanni Falcone, poi Francesca Morvillo, gli sarebbero spirati tra le braccia.
Quel giorno per me e per tutta la mia famiglia segnò un momento di non ritornoEra l'inizio della fine di nostro padre che poco a poco, giorno dopo giorno, fino a quel tragico 19 luglio, salvo rari momenti, non sarebbe stato più lo stesso, quell'uomo dissacrante e sempre pronto a non prendersi sul serio che tutti conoscevamo.

Ho iniziato a piangere la morte di mio padre con lui accanto mentre vegliavamo la salma di Falcone nella camera ardente allestita all'interno del Palazzo di Giustizia. Non potrò mai dimenticare che quel giorno piangevo la scomparsa di un collega ed amico fraterno di mio padre ma in realtà è come se con largo anticipo stessi già piangendo la sua.

Dal 23 maggio al 19 luglio divennero assai ricorrenti i sogni di attentati e scene di guerra nella mia città ma la mattina rimuovevo tutto, come se questi incubi non mi riguardassero e soprattutto non riguardassero mio padre, che invece nel mio subconscio era la vittima.
Dopo la strage di Capaci, eccetto che nei giorni immediatamente successivi, proseguii i miei studi, sostenendo gli esami di diritto commerciale, scienze delle finanze, diritto tributario e diritto privato dell'economia. In mio padre avvertivo un graduale distacco, lo stesso che avrebbero percepito le mie sorelle, ma lo attribuivo (e giustificavo) al carico di lavoro e di preoccupazioni che lo assalivano in quei giorni. Solo dopo la sua morte seppi da padre Cesare Rattoballi che era un distacco voluto, calcolato, perché gradualmente, e quindi senza particolari traumi, noi figli ci abituassimo alla sua assenza e ci trovassimo un giorno in qualche modo "preparati" qualora a lui fosse toccato lo stesso destino dell'amico e collega Giovanni.

La mattina del 19 luglio, complice il fatto che si trattava di una domenica ed ero oramai libero da impegni universitari, mi alzai abbastanza tardi, perlomeno rispetto all'orario in cui solitamente si alzava mio padre che amava dire che si alzava ogni giorno (compresa la domenica) alle 5 del mattino per "fottere" il mondo con due ore di anticipo.
In quei giorni di luglio erano nostri ospiti, come d'altra parte ogni estate, dei nostri zii con la loro unica figlia, Silvia, ed era proprio con lei che mio padre di buon mattino ci aveva anticipati nel recarsi a Villagrazia di Carini dove si trova la residenza estiva dei miei nonni materni e dove, nella villa accanto alla nostra, ci aveva invitati a pranzo il professore "Pippo" Tricoli, titolare della cattedra di Storia contemporanea dell'Università di Palermo e storico esponente dell'Msi siciliano, un uomo di grande spessore culturale ed umano con la cui famiglia condividevamo ogni anno spensierate stagioni estive.

Mio padre, in verità, tentò di scuotermi dalla mia "loffia" domenicale tradendo un certo desiderio di "fare strada" insieme, ma non ci riuscì. L'avremmo raggiunto successivamente insieme agli zii ed a mia madre. Mia sorella Lucia sarebbe stata impegnata tutto il giorno a ripassare una materia universitaria di cui avrebbe dovuto sostenere il relativo esame il giorno successivo (cosa che fece!) a casa di una sua collega, mentre Fiammetta, come è noto, era in Thailandia con amici di famiglia e sarebbe rientrata in Italia solo tre giorni dopo la morte di suo padre.

Non era la prima estate che, per ragioni di sicurezza, rinunciavamo alle vacanze al mare; ve ne erano state altre come quella dell'85, quando dopo gli assassini di Montana e Cassarà eravamo stati "deportati" all'Asinara, o quella dell'anno precedente, nel corso della quale mio padre era stato destinatario di pesanti minacce di morte da parte di talune famiglie mafiose del trapanese.
Ma quella era un'estate particolare, rispetto alle precedenti mio padre ci disse che non era più nelle condizioni di sottrarsi all'apparato di sicurezza cui, soprattutto dolo la morte di Falcone, lo avevano sottoposto, e di riflesso non avrebbe potuto garantire a noi figli ed a mia madre quella libertà di movimento che negli anni precedenti era riuscito ad assicurarci.

Così quell'estate la villa dei nonni materni, nella quale avevamo trascorso sin dalla nostra nascita forse i momenti più belli e spensierati, era rimasta chiusa. Troppo "esposta" per la sua adiacenza all'autostrada per rendere possibile un'adeguata protezione di chi vi dimorava.
Ricordo una bellissima giornata, quando arrivai mio padre si era appena allontanato con la barchetta di un suo amico per quello che sarebbe stato l'ultimo bagno nel "suo" mare e non posso dimenticare i ragazzi della sua scorta, gli stessi di via D'Amelio, sulla spiaggia a seguire mio padre con lo sguardo e a godersi quel sole e quel mare.

Anche il pranzo in casa Tricoli fu un momento piacevole per tutti, era un tipico pranzo palermitano a base di panelle, crocché, arancine e quanto di più pesante la cucina siciliana possa contemplare, insomma per stomaci forti.
Ricordo che in Tv vi erano le immagini del Tour de France ma mio padre, sebbene fosse un grande appassionato di ciclismo, dopo il pranzo, nel corso del quale non si era risparmiato nel "tenere comizio" come suo solito, decise di appisolarsi in una camera della nostra villa. In realtà non dormì nemmeno un minuto, trovammo sul portacenere accanto al letto un cumulo di cicche di sigarette che lasciava poco spazio all'immaginazione.

Dopo quello che fu tutto fuorché un riposo pomeridiano mio padre raccolse i suoi effetti, compreso il costume da bagno (restituitoci ancora bagnato dopo l'eccidio) e l'agenda rossa della quale tanto si sarebbe parlato negli anni successivi, e dopo avere salutato tutti si diresse verso la sua macchina parcheggiata sul piazzale limitrofo le ville insieme a quelle della scorta. Mia madre lo salutò sull'uscio della villa del professore Tricoli, io l'accompagnai portandogli la borsa sino alla macchina, sapevo che aveva l'appuntamento con mia nonna per portarla dal cardiologo per cui non ebbi bisogno di chiedergli nulla. Mi sorrise, gli sorrisi, sicuri entrambi che di lì a poche ore ci saremmo ritrovati a casa a Palermo con gli zii.

Ho realizzato che mio padre non c'era più mentre quel pomeriggio giocavo a ping pong e vidi passarmi accanto il volto funereo di mia cugina Silvia, aveva appena appreso dell'attentato dalla radio. Non so perché ma prima di decidere il da farsi io e mia madre ci preoccupammo di chiudere la villa. Quindi, mentre affidavo mia madre ai miei zii ed ai Tricoli, sono salito sulla moto di un amico d'infanzia che villeggia lì vicino ed a grande velocità ci recammo in via D'Amelio.

Non vidi mio padre, o meglio i suoi "resti", perché quando giunsi in via D'Amelio fui riconosciuto dall'allora presidente della Corte d'Appello, il dottor Carmelo Conti, che volle condurmi presso il centro di Medicina legale dove poco dopo fui raggiunto da mia madre e dalla mia nonna paterna.
Seppi successivamente che mia sorella Lucia non solo volle vedere ciò che era rimasto di mio padre, ma lo volle anche ricomporre e vestire all'interno della camera mortuaria. Mia sorella Lucia, la stessa che poche ore dopo la morte del padre avrebbe sostenuto un esame universitario lasciando incredula la commissione, ci riferì che nostro padre è morto sorridendo, sotto i suoi baffi affumicati dalla fuliggine dell'esplosione ha intravisto il suo solito ghigno, il suo sorriso di sempre; a differenza di quello che si può pensare mia sorella ha tratto una grande forza da quell'ultima immagine del padre, è come se si fossero voluti salutare un'ultima volta.

La mia vita, come d'altra parte quella delle mie sorelle e di mia madre, è certamente cambiata dopo quel 19 luglio, siamo cresciuti tutti molto in fretta ed abbiamo capito, da subito, che dovevamo sottrarci senza "se" e senza "ma" a qualsivoglia sollecitazione ci pervenisse dal mondo esterno e da quello mediatico in particolare. Sapevamo che mio padre non avrebbe gradito che noi ci trasformassimo in "familiari superstiti di una vittima della mafia", che noi vivessimo come figli o moglie di ....., desiderava che noi proseguissimo i nostri studi, ci realizzassimo nel lavoro e nella vita, e gli dessimo quei nipoti che lui tanto desiderava. A me in particolare mi chiedeva "Paolino" sin da quando avevo le prime fidanzate, non oso immaginare la sua gioia se fosse stato con noi il 20 dicembre 2007, quando è nato Paolo Borsellino, il suo primo e, per il momento, unico nipote maschio.

Oggi vorrei dire a mio padre che la nostra vita è sì cambiata dopo che ci ha lasciati ma non nel senso che lui temeva: siamo rimasti gli stessi che eravamo e che lui ben conosceva, abbiamo percorso le nostre strade senza "farci largo" con il nostro cognome, divenuto "pesante" in tutti i sensi, abbiamo costruito le nostre famiglie cui sono rivolte la maggior parte delle nostre attenzioni come lui ci ha insegnato, non ci siamo "montati la testa", rischio purtroppo ricorrente quando si ha la fortuna e l'onore di avere un padre come lui, insomma siamo rimasti con i piedi per terra.
E vorrei anche dirgli che la mamma dopo essere stata il suo principale sostegno è stata in questi lunghi anni la nostra forza, senza di lei tutto sarebbe stato più difficile e molto probabilmente nessuno di noi tre ce l'avrebbe fatta.

Mi piace pensare che oggi sono quello che sono, ovverosia un dirigente di polizia appassionato del suo lavoro che nel suo piccolo serve lo Stato ed i propri concittadini come, in una dimensione ben più grande ed importante, faceva suo padre, indipendentemente dall'evento drammatico che mi sono trovato a vivere.

D'altra parte è certo quello che non sarei mai voluto diventare dopo la morte di mio padre, ovverosia una persona che in un modo o nell'altro avrebbe "sfruttato" questo rapporto di sangue, avrebbe "cavalcato" l'evento traendone vantaggi personali non dovuti, avrebbe ricoperto cariche o assunto incarichi in quanto figlio di .... o perché di cognome fa Borsellino. (...)
Ai miei figli, ancora troppo piccoli perché possa iniziare a parlargli del nonno, vorrei farglielo conoscere proprio tramite i suoi insegnamenti, raccontandogli piccoli ma significativi episodi tramite i quali trasmettergli i valori portanti della sua vita.
Caro papà, ogni sera prima di addormentarci ti ringraziamo per il dono più grande, il modo in cui ci hai insegnato a vivere.



Il testo di Manfredi Borsellino è tratto dal volume "Era d'estate" a cura di Roberto Puglisi e Alessandra Turrisi edito da Pietro Vittorietti

lunedì 26 aprile 2010

Giornate di studio, "Orizzonte di valori" Ocre (AQ) 30 Aprile-02 Maggio

fonte: fondazionenuovaitalia.org

La Fondazione Nuova Italia, in collaborazione con i Circoli della Nuova Italia e il Centro studi Geopolitica.info, organizza alcune giornate di studio per affrontare i temi cruciali dell’attuale dibattito politico-culturale: la trasformazione dello Stato sociale, il rilancio del tema della “partecipazione”, il nuovo valore dell’ “identità” e la necessità di una più incisiva politica per la famiglia.
Si tratta di un’occasione per riflettere su come la grave crisi che stiamo affrontando non solo abbia messo in discussione consolidati equilibri economici e sociali, ma abbia anche rotto l’argine in cui il pensiero “unico” teneva compresse le spinte identitarie che si agitavano nell’animo profondo dei popoli. I valori incardinati nel nostro orizzonte – tradizione, identità e bellezza – coniugati con una rinnovata centralità della persona, possono consentirci di costruire una democrazia “attiva” e di dar vita a un nuovo modello di sviluppo in grado di arrestare il declino e di competere nei mari aperti del mondo globale.
La partecipazione ai seminari è a numero chiuso. Saranno accettate un massimo di 70 prenotazioni.


Venerdì 30 aprile

ore 16.00 Arrivo e accreditamento.

ore 16.30 Inizio lavori e saluti delle autorità.

ore 17.30 Radicare un’idea: struttura, programmi e prospettive dei Circoli della Nuova Italia (F. Biava).

ore 18.30 Pausa.

ore 19.00 Presentazione del libro “La Sfida del presente, idee e proposte per il Partito per la nazione” (G. Castellino si confronta con F. dell’Orefice).

ore 20.30 Cena.

Sabato 1 maggio

ore 10.00 Partecipare per competere (M. Castro).

ore 11.00 La famiglia al centro della Comunità nazionale (B. Saltamartini).

ore 12.00 Obiettivo Sud (M. Taglialatela).

ore 13.30 Pranzo.

ore 15.00 Political trainer: nuovi modelli di marketing e coaching elettorale (G. Cuscusa, N. Lanza e F. Padovan).

ore 16.30 Tavola rotonda: Eclissi della democrazia? L’Occidente tra astensionismo, ansie di partecipazione e chiusure oligarchiche (G. Giorgini, G. Natalizia, A. Mellone, G. Sacco e S. Santangelo).

ore 18.00 Pausa.

ore 18.30 Role-playing: contrasto all’agro-pirateria e tutela del Made in Italy. Case history e simulazione (a cura di A. Manzo).

ore 20.30 Cena.

Domenica 2 maggio

ore 10.00 Tavola rotonda: Quale futuro per l’Italia? Le giovani generazioni di fronte alla crisi e all’antipolitica (C. Fidanza e C. Varchi).

ore 11.30 L’identità come categoria politica (G. Alemanno).

ore 13.30 Pranzo.

ore 15.00 Consegna degli attestati di partecipazione.

sabato 24 aprile 2010

LA GRANDE TRUFFA DEL P.R.G. Il centrodestra all’attacco di Fabrizio Fornaciari


Questa mattina presso il salone della Villa Comunale si è svolta una conferenza stampa dei partiti del centrodestra per fare il punto della situazione sulla bozza del PRG presentata recentemente dalla Giunta comunale.
Nel tavolo dei relatori sedevano i consiglieri Di Marco e Norante per il PDL, Marini e Caponi per i Liberalsocialisti, in rappresentanza dei partiti della coalizione vi erano Tancredi (PDL), Pavone (Liberalsocialsti) e Recchiuti (UDC).


Dopo le ultime polemiche sulla bozza del PRG recentemente presentata dall’Amministrazione comunale, l’opposizione interviene nel dibattito con una conferenza stampa. E’ un centrodestra all’attacco che inizia la conferenza stampa con il capogruppo Marini che da subito è un fiume in piena. “Abbiamo convocato questa conferenza stampa per annunciare la nostra decisione di diffidare la Giunta comunale a continuare l’iter di approvazione del PRG. E’necessario bloccare il corso di approvazione impostato erroneamente dall’inizio. Il PRG è uno strumento a disposizione di tutti, bisogna quindi arrivare ad una soluzione condivisa: Roseto aspetta da tredici anni, l’ultimo PRG risale a ben venticinque anni fa. E’ fondamentale quindi prima individuare dove deve sorgere l’area artigianale, industriale, commerciale,ecc… cosa che non è stata fatta in questa bozza”. Scende poi nel particolare “Vi riporto alcuni esempi di cattiva amministrazione che hanno caratterizzato l’azione di governo del PD: il piano antenne inesistente, l’autoporto abbandonato, la cattiva gestione del piano spiaggia e del PAN. Richiediamo dunque che il cammino per la formazione del PRG, strumento urbanistico fondamentale, sia all’insegna della trasparenza e della democraticità. C’è inoltre da sottolineare” conclude Marini “ che Nigro in tredici anni ha prodotto un piano irreale, addirittura su una cartografia errata”.
Il commento di Marini è seguito da Di Marco: “L’amministrazione sta continuando ad agire in maniera indegna, si ricordano ora dopo tredici anni di progettazione di andare ad ascoltare i cittadini: ci viene dunque il legittimo dubbio che si tratti di una mera operazione di campagna elettorale, soprattutto perché in occasione del convegno di presentazione tenutosi al Palazzo del Mare hanno dichiarato che questa bozza è suscettibile di modifiche senza però che si dia la possibilità ai cittadini di presentare le osservazioni”
Continua Pavone che alza il tiro: “E’ scoraggiante assistere a pseudo-riunioni dove i cittadini dovrebbero partecipare alle decisioni, mentre quelli che decidono veramente lo fanno nelle segrete stanze. Le riunioni pubbliche organizzate dalla giunta Di Bonaventura sono solo per fare le promesse elettorali. Tutto ciò mentre il PD è comunque non è legittimato a governare avendo solo il 33% (dato delle ultime elezioni provinciali n.d.r.).” continua ad incalzare Pavone “Lo sportello informativo aperto dall’amministrazione è uno specchietto per le allodole, è uno sportello inutile perché se il piano non è adottato non si può presentare alcuna osservazione. Vi è grande nervosismo degli amministratori visti i momenti di tensione della riunione di Cologna Spiaggia (
http://www.cityrumors.it/2010042215399/teramo/politica/roseto-alla-presentazione-del-prg-arrivano-i-carabinieri.html).
La conferenza stampa prosegue con l’intervento di Norante: “Abbiamo messo in campo una serie di iniziative: in primis la diffida a procedere in quanto l’iter non rispetta la legge regionale sull’urbanistica vigente e contestualmente si richiede di ritirare la bozza. Chiederemo la convocazione di un consiglio comunale straordinario, i cittadini saranno informati capillarmente con l’affissione di manifesti e con volantinaggi sul tema. IL PD ha capito che è cambiato il clima, la gente è vicina al centrodestra e quindi stanno facendo di tutto perché l’anno prossimo la città vorrà cambiare”.
Dopo il consigliere del PDL prende la parola il segretario dell’UDC Alessandro Recchiuti che non risparmia critiche sottolineando il nervosismo di questi giorni” L’altra sera a Cologna Spiaggia si è scritta una pagina nera per la storia della nostra città, sono stati chiamati i Carabinieri per impedire la visione di atti protocollati, lo stesso trattamento dovrebbe essere previsto per chi fa visionare le carte nelle segreterie di partito”.
La conclusione è affidata al Senatore Tancredi, neo-commissario del Popolo della Libertà: “ Il Comune di Roseto è riuscito ad innovare l’iter di approvazione del PRG, senza curarsi di rispettare l’iter previsto dalle legge. Non siamo certo contenti di rivolgerci alla magistratura, ma di fronte a questa situazione i gruppi consiliari sono obbligati a prendere provvedimenti. L’opposizione oggi deve domandare ai cittadini se meritano di essere ancora governati da questa amministrazione. Questo strumento non ha alcun disegno progettuale, l’unico obiettivo è di fare clientela per pochi, noi con le prossime iniziative in programma vogliamo far capire alla città di Roseto quale occasione stia perdendo, perciò riteniamo che il Sindaco debba rinunciare alla presentazione del PRG”.

Questi quindi i contenuti della conferenza stampa di questa mattina che vedono il centrodestra incalzare la Giunta comunale. Giovane Italia (PDL) e l’associazione “Il Popolo di Roseto”, nel collaborare a 360° con il Popolo della Libertà e tutto il centrodestra, sono a completa disposizione di tutti coloro che vorranno comprendere meglio quanto accaduto e per costruire una seria alternativa al disastroso gruppo di potere che da troppo tempo controlla e danneggia la nostra città.


Legge regionale N°8171983 “Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della Regione Abruzzo”
http://www.regione.abruzzo.it/xAmbiente/docs/normeMatPian/1LR18_83_Coordinato.pdf
Giovane Italia http://agroseto.blogspot.com
Il Popolo di Roseto http://popolodiroseto.blogspot.com/

lunedì 19 aprile 2010

PRG a Roseto: soliti metodi o rilancio? di Fabrizio Fornaciari


In questi giorni Roseto è in fermento: dopo 13 anni di progettazione da parte del Prof. Nigro è stata presentata alla cittadinanza la bozza del Piano Regolatore Generale, strumento urbanistico fondamentale per decidere il futuro della città.
I comunicati della Giunta comunale e delle opposizioni, il consiglio comunale per la presentazione ed il convegno tenutosi al Palazzo del Mare hanno favorito l’inizio della discussione, uno scambio di idee non solo tra gli addetti ai lavori: in città tutti ne parlano, lo fanno i “tecnici” come gli ingegneri, gli architetti e i geometri ; lo fanno i cittadini che nutrono molte aspettative e lo fanno anche i giovani, soprattutto gli studenti universitari di Ingegneria e Architettura, che si esprimono con grande capacità critica e auspicando che il PRG recepisca i principi di tutela dell’ambiente e di uno sviluppo armonioso.
Insomma Roseto, città spesso sonnolenta e disinteressata alla vita pubblica e alle vicende politiche, ora ha gli occhi puntati sulla bozza e nutre diverse aspettative.
Si sono susseguiti incontri, tavoli tecnici, manifestazioni di piazza, polemiche sulla stampa,ecc…evidente è stata la levata di scudi delle opposizioni (centrodestra e sinistra radicale) in merito al metodo adottato dal monocolore PD per consentire ai cittadini di poter partecipare alle decisioni. La formula è sicuramente “irrituale” in quanto prevede una generica apertura dello sportello presso l’URP del Municipio dal 15 al 30 aprile senza consentire ai cittadini, secondo quanto previsto dall’art.10 L.R. 18/1983 di presentare le osservazioni nei 45 giorni successivi dopo l’adozione (che non c’è neanche stata n.d.r.). Metodo “irrituale” che ne potrebbe inficiare persino l’approvazione.
La continuità amministrativa con cui il centrosinistra ha governato ininterrottamente questa città non ha di certo portato Roseto a crescere da un punto di vista economico, commerciale, turistico, culturale e sociale. L’unica crescita è stata quella dell’espansione urbanistica: disorganica e in certi tratti persino “selvaggia” con pesanti ricadute sociali. Basti pensare a Viale Makarska che rischia di riprodurre la situazione presente in quartieri come “La Piomba” a Silvi.
E’ necessario un cambio di passo, è necessario dare una prospettiva futura alla città, persino voci autorevoli della c.d. “società civile” sottolineano quello che non va e si interrogano sui rimedi: non sono passati inosservati gli interventi dell’Ing. Rocci sul periodico “Piccola Città” in merito all’elaborazione del Piano spiaggia, alla gestione del PAN e all’arrivo dopo 13 anni della bozza del PRG.
Per quanto, tornando al PRG, sia inevitabile che gli amministratori possano avere delle sollecitazioni e prendere determinate decisioni che incidano sull’assetto del Piano è fondamentale che l’impostazione generale sia veramente portatrice di una progettualità per lo sviluppo del nostro territorio: Roseto ha ben altri problemi da risolvere prima di pensare alla costruzione di una torre in prossimità del porticciolo turistico o della installazione di una risalita meccanica (funivia n.d.r.) che colleghi la zona della Fornace Diodoro a Montepagano. C’è bisogno di riorganizzare gli spazi, individuare aree per gli insediamenti produttivi e le aree destinate alla nascita di attività turistico-ricettive che favoriscano una diversificazione dell’offerta turistica presente e non favorire come sempre la c.d. “edilizia di regime”.
Ad esempio si potrebbe individuare un’area per l’insediamento di B&B o di nuovo agriturismi sulle nostre splendide colline, ma per incentivare questa attività è necessario preservare le aree verdi esistenti: anche qui le non-scelte dell’amministrazione sulla Riserva del Borsacchio continuano a penalizzare tutta la città.
Sempre le non-scelte continuano a favorire le città turistiche a noi vicine dove le giunte che si sono succedute negli anni, sia di destra che di sinistra, hanno realmente inciso durante i rispettivi mandati con risultati sotto gli occhi di tutti.
E’ un momento decisivo che deve vedere la massima partecipazione e il controllo da parte di tutti. Il Piano deciderà l’assetto della nostra città nei prossimi anni, può rappresentare un’occasione di rilancio per Roseto e non può trasformarsi in un “assalto alla diligenza” in cui gli amici degli amici saranno accontentati e la stragrande maggioranza dei cittadini rimane con un pugno di mosche in mano.
Oggi la politica è al bivio: la maggioranza dovrà essere giudicata rispetto alle scelte effettuate nella bozza, per ora molto discutibili; l’opposizione, per non rimanere tale, non può limitarsi a contestare ma deve essere alternativa, rilanciare una controproposta per dimostrare in maniera inequivocabile la credibilità dei suoi uomini a governare Roseto e soprattutto tutelare i cittadini affinché non cadano nell’inganno delle promesse elettorali di qualcuno che non verranno mantenute.